ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

  [ Solidarietà, anno XI n. 4, novembre 2003]


Chi tiene il telecomando del Terminator?
Nei giorni successivi all'elezione dell'7 ottobre, il nuovo governatore della California Harnold Schwarzenegger ha nominato una squadra per la transizione composta da 68 persone. Qualche nome:
 
George Shultz.
Sicuramente è l’elemento che conta di più tra i “piloti” dell’esperimento californiano all’insegna dell’uomo-bestia. Shultz non è nuovo a gestire gli “strappi”, o i “cambiamenti del paradigma di fondo”. È stato ai vertici di tutte le amministrazioni repubblicane sin dall’epoca di Nixon. Nel 1971, insieme ad Henry Kissinger e Paul Volcker, persuase il Presidente Nixon a sottoscrivere lo sganciamento del dollaro dall’oro, smantellando il Sistema di Bretton Woods che aveva reso possibile la ripresa economica della ricostruzione nel dopoguerra.
Nel 1981 Shultz passò a presiedere il consiglio economico del presidente Reagan. Fece suo il “Project 1980s” del Council on Foreign Relations per la “disintegrazione controllata” dell’economia. Shultz ha ricoperto l’incarico di Segretario di Stato tra il 1982 e il 1989. Ha avuto un peso notevole negli insabbiamenti sul conto superspia israeliana Jonathan Pollard e gestì la politica della “nuova Yalta”, il condominio con l’URSS di Gorbaciov, con riflessi gravi in particolare in Medio Oriente (Grande Siria e Grande Israele). Successivamente è entrato nel consiglio d’amminstrazione di una serie di corporations, tra cui la Bechtel, il gigantesco conglomerato che insieme alla Halliburton è posizionato per trarre i maggiori profitti dal disastro della guerra in Iraq. Shultz è inoltre “fellow” dell’Hoover Institution. Ha pontificato a favore della liberizzazione degli stupefacenti insieme a Gorge Soros. Tra le interviste pubblicate sul sito dell’Hoover, Shultz racconta che la sua tesi di laurea in sostanza è una critica alla Tennessee Valley Authority, il programma centrale di sviluppo con cui F.D. Roosevelt tirò fuori gli Stati Uniti dalle sabbie mobili della Grande Depressione. Nel 1998, con Cheney a suo fianco, Shultz presiedette il ‘Comitato di esplorazione’ per una presidenza Bush e istruì Condoleezza Rice per mettere a punto “I vulcani”, il gruppo che gestì la campagna e la ‘transizione’ della presidenza Bush.
Annelise Anderson, anche lei fellow dell’Hoover Institution
David Dreier, parlamentare. È stato nominato presidente del gruppo, dopo aver diretto la campagna elettorale di Schwarzenegger. In passato fu uno dei sostenitori più accesi del trattato NAFTA. Ha studiato e si è laureato al Clermont College/Clermont Institute, per il quale oggi dirige i rapporti con le imprese. Questo complesso universitario è la roccaforte del pensiero di Leo Strauss nella West Coast americana.
Eloise Anderson. Anche lei una dirigente al Clermont. In passato ebbe incarichi sotto il governatore Pete Wilson. È una dei massimi esperti neri della Riforma del Welfare.
Pete Wilson. È l’ex governatore che approvò la truffa della deregolamentazione elettrica in California, sui cui crebbe il fenomeno Enron e gettò lo stato più ricco del mondo in una crisi gravissima. Le conseguenze delle sue decisioni, attribuite al governatore Davis, hanno creato il malcontento popolare abilmente sfruttato per condurre Swarzenegger al potere. Sempre Wilson fece partire l’iniziativa referendaria razzista “Proposition 187” contro gli ispanici nello stato.
Sally Pipe. CEO del Pacific Research Institute (PRI), un organismo della Mont Pelerin Society che fa proprio il pensiero di von Hayek e di Milton Friedman.
Ivan Reitman. Produttore di Hollywood e finanziatore elettorale di Arnie. I tre film che ha fatto con Schwarzenegger sono: “Animal House” , “Junior” e “Twins”.
 
 
 
 
I muscoli della grande finanza

Dietro Schwarzenegger ci sono Warren Buffet, il secondo uomo più ricco del mondo, e lord Jacob Rothschild, il capo del ramo inglese della omonima famiglia bancaria. La fotografia del trio Schwarzenegger, Rothschild e Buffet è apparsa nel dossier “Who Robbed California” del movimento di LaRouche, sulla speculazione che ha devastato il settore elettrico della California.

La foto è stata scattata alla conferenza “mini Davos” che Rothschild ha ospitato a Waddesdon Manor, con l’aiuto di Warren Buffet, alla fine di settembre. A metà agosto Buffet ha raccolto la piena approvazione di Felix Rohatyn, banchiere della Lazard Freres, per il sostegno che stava dando ad Arnie. Dietro a Schwarzenegger ci sono gli interessi della deregulation selvaggia – quelli rappresentati dal vice presidente Cheney e dalla Enron – che prima hanno portato alla distruzione delle capacità produttiva e del sistema elettrico della California ed ora prospettano la loro “soluzione” fascista: il Terminator.
A dare manforte a Schwarzenegger c’è anche il crimine organizzato che ha sostenuto la sua campagna, passata sia attraverso il partito repubblicano sia attraverso il partito democratico. Un’occhiata ai finanziamenti elettorali di Schwarzenegger, e del suo “gemello” in campo democratico, Cruz Bustamante, fa subito capire come ambedue siano stati pesantemente foraggiati dai grandi proprietari dei casinò, quelli di Las Vegas e quelli delle riserve indiane. È dai primi anni Ottanta che Schwarzenegger è in ottimi rapporti con gli interessi dei casinò legati al crimine organizzato, grazie a Paul D. Wachter, amministratore del suo patrimonio e un big del racket dell’azzardo. Dal canto suo Bustamante si appoggia sugli interessi del gioco d’azzardo gestito nelle riserve indiane, sostanzialmente in mano agli stessi magnati finanziari dei casinò.
Scendendo in campo “a favore” del recall, in pratica Bustamente ha garantito l’elezione di Schwarzenegger. Se, infatti, il fronte del “no” al recall avesse tenuto, Arnold non avrebbe potuto sfondare. Si è trattata di una riedizione della collaudata strategia “Bull Moose”, denunciata da Lyndon LaRouche nell’estate del 2002.
A livello nazionale la stessa strategia prevede che, il senatore repubblicano John McCain minacci Bush di candidarsi come indipendente, di sottrargli i voti, e far vincere così il democratico sfidante, il sen. Joe Lieberman, pagato dagli stessi interessi dietro McCain. McCain ha fatto attivamente campagna elettorale per Schwarzenegger, e il suo compare Lieberman ha fatto campagna per Bustamante. Ambedue i senatori sono collegati agli ambienti finanziari del gioco d’azzardo e del crimine organizzato, e ambedue godono del sostegno di Conrad Black dell’Hudson Institute, organismo che propaganda politiche economiche e strategiche micidiali e propone un “uomo forte” capace di imporle. Un esempio della politica fascista internazionale proposta dai sostenitori finanziari di Schwarzenegger è dato da Ira Rennert, proprietario della Hummer, che ha ingaggiato Arnie come rappresentante per i suoi veicoli “militari” e finanzia la sua fondazione “Inner City Games”. Rennert è tra i grandi finanziatori della politica di Sharon e dei fanatici che sono determinati a distruggere la moschea di Omar a Gerusalemme per ricostruire il Tempio.
Il già menzionato Paul D. Wachter, manager del patrimonio di Schwarzenegger, in passato ha diretto la sezione casinò della Schroeder & Co. banca privata internazionale (inglese, americana e tedesca) che ebbe un ruolo nella scalata al potere di Hitler. Lasciata la Schroeder, nel 1997 Wachter si trasferì in California per aprire una finanziaria di cui Schwarzenegger è il primo cliente.
Wachter presiede anche la Commissione delle banche austriache per i risarcimenti alle vittime dell’Olocausto istituita dal governo austriaco, e sostiene che ha accettato quell’incarico su insistenza di Schwarzenegger.
I contributi di Arnie al Centro Simon Wiesenthal, che si occupa dell’Olocausto, sicuramente avranno consigliato di sorvolare sulle tirate di ammirazione per Hitler e sui trascorsi nazisti della famiglia Schwarzenegger. Dalla City National Bank Beverly Hills Arnie ha ricevuto sei milioni di dollari di contributi elettorali, circa la metà dei finanziamenti raccolti. Arnie e Russell Goldsmith, amministratore delegato della banca, sono molti vicini a Steve Wynn, un altro big del gioco d’azzardo. Nel febbraio 2002 Wynn invitò a Las Vegas l’ex primo ministro israeliano Benjamin Nethanyahu. Wynn entrò nel mondo degli affari sotto la guida di Michael Milken, il megaspeculatore dei junk bond poi finito in galera. Insieme a Milken, Schwarzenegger partecipò, il 24 maggio 2001, ad un incontro con l’ex presidente della Enron Kenneth Lay, presso il Peninsula Hotel di Beverly Hills, per orchestrare la truffa della deregulation elettrica. La moglie di Steve Wynn, Elaine, è co-presidente di un ente caritativo di Arnie, l’“Inner City Games”, finanziato principalmente con i proventi dell’azzardo e con le offerte di Milken. Al vertice della direzione della “Inner City Games” c’è Wachter.
 
 
 
Schwarzy, la seduzione del fascismo
 
 
Una pronta conferma dei moniti di LaRouche sulla bestializzazione fascista rappresentanta da Schwarzenegger è arrivata da alcuni mezzi d’informazione europei che hanno espresso serie preoccupazioni, censurate in America. Il giorno stesso del voto in California, 7 ottobre, Il Times di Londra ha dedicato il commento principale allo “spettro del fascismo che si staglia dietro Arnie”.
Lord Rees-Mogg, una firma dei piani alti dell’establishment britannico, scrive di non essere tanto preoccupato del fatto che Schwarzenegger abbia elogiato Hitler, quanto piuttosto per il fatto che “Arnold Schwarzenegger fa leva sulla seduzione esercitata dal fascismo, prescindendo dal fatto che lui personalmente sia o non sia fascista”. “La politica delle emozioni di massa è la politica del fascismo”, spiega Rees-Mogg. “L’essenza di tutti i movimenti fascisti consiste in un rapporto tra il leader e le masse che non è mediato attraverso le istituzioni della democrazia. Che cosa fa il leader? Dà la leadership. Che cosa glielo consente? La forza della sua volontà. In che cosa si vede la volontà del leader? Nella frenesia per la crudeltà estrema che sa eccitare. In che modo Schwarzenegger dimostra questa crudeltà estrema? Impersonando il ruolo della macchina – neanche un uomo – che ammazza centinaia di persone”. La campagna per il “recall” in California, ha scritto Rees-Mogg, suscita “conflitti diretti tra il principio della democrazia e quello del Führer, gli stessi del 1933”.