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Il vice presidente Cheney se ne deve andare


In un incontro elettorale del 2 luglio (foto), molto seguito su Internet anche internazionalmente, Lyndon LaRouche ha sottolineato che la svolta guerrafondaia degli Stati Uniti si ferma soltanto allontanando il vice presidente Dick Cheney: il motivo per il suo impeachment è che ha mentito sugli arsenali di Saddam. "Abbiamo finito per decidere la guerra in Iraq perché è stato dato a credere che Cheney avesse delle prove che l'Iraq stesse allestendo degli arsenali nucleari, e questo è bastato a neutralizzare il partito democratico che ha così rinunciato ad opporsi alla guerra. Cheney sapeva che quelle armi nucleari non c'erano e che la storia del minerale d'uranio che l'Iraq avrebbe acquistato dal Niger era una bufala. Ma, pur sapendolo, Cheney ha giocato quella carta per convincere il Congresso a cedere e ad acconsentire alla guerra". Adesso questa bufala sulle armi di Saddam è stata scoperta, ma i democratici "omologati" tentennano e, invece di prendersela con Cheney, se la prendono con il presidente Bush. Per LaRouche i suoi rivali nella candidatura presidenziale sono proprio degli sciocchi, perché un impeachment contro il presidente non ha possibilità di riuscire: "Non lo potete accusare di aver avuto un proposito deliberato! Anche perché non è uno che è capace di sapere quello che vuole! Ma se invece vogliamo mettere fine alla guerra allora bisogna liquidare Cheney, come capisce chiunque consideri seriamente la questione". LaRouche aveva anche detto che Cheney farebbe bene ad accampare problemi di salute e andarsene in pensione, risparmiando a sé e agli altri la procedura di impeachment. (In effetti occorre notare che una settimana più tardi Cheney si è sottoposto ad un esame clinico non programmato).

La prova schiacciante è confermata La conferma definitiva delle accuse di LaRouche è giunta il 6 luglio, quando l'ex ambasciatore Joseph C. Wilson IV ha dato una serie di interviste a "Meet the Press" (NBC-TV), New York Times, Washington Post e New York Times rendendo noto di essere lui l'ex diplomatico inviato in Africa a controllare la storia degli acquisti di "Yellow cake", il minerale di uranio che l'Iraq avrebbe acquistato dal Niger, e di aver riferito compiutamente come quella storia fosse infondata, e di essere certo che il suo rapporto sia stato inoltrato al vice presidente Dick Cheney. Wilson ha detto di essersi recato nel Niger nel febbraio 2002, su richiesta dei funzionari della CIA che dovevano fare accertamenti su un rapporto, secondo una richiesta proveniente dall'ufficio del Vice Presidente. Dopo aver trascorso una decina di giorni nel Niger, Wilson ha detto di poter concludere che "è molto dubbioso" che una transazione di minerale d'uranio tra Niger e Iraq possa essere mai avvenuta. Ha presentato il suo dettagliato resoconto all'ambasciatore USA in Niger e, al suo rientro a Washington, ai funzionari della CIA come pure all'ufficio per l'Africa del Dipartimento di Stato. "Negli schedari del governo debbono esserci almeno quattro documentazioni sulla mia missione", spiega Wilson. La questione era così definitivamente chiarita già a marzo. A settembre però la storia rispunta nel famoso dossier di Blair e nel discorso sullo Stato dell'Unione di Bush, e, in forma meno diretta, in un'intervista di Cheney a "Meet the Press". L'ambasciatore ha sottolineato di ritenere "inconcepibile" che Cheney, il primo a commissionare l'accertamento, possa dire di non essere stato messo al corrente dei risultati della missione Wilson. "Qualcuno nell'ufficio del Vice Presidente doveva sapere", ha detto Wilson alla CNN il 7 luglio. "Se mentono su cose come questa possono anche mentire su ogni altra cosa", ha aggiunto sul New York Post del 6 luglio. Wilson riserva una frecciata per Condy Rice, secondo la quale forse qualche oscuro analista "giù nelle viscere" della CIA sapeva qualcosa sui documenti falsi, ma nell'amministrazione non ne sapevano nulla. Forte della sua esperienza nel Consiglio di Sicurezza Nazionale, Wilson ha spiegato: "Se sei abbastanza in alto per porti una domanda del genere, non sei giù nelle viscere della burocrazia ma sei ai vertici". L'8 luglio il Los Angeles Times ha pubblicato un commento di Robert Scheer intitolato: "Il diplomatico lo dice poco diplomaticamente: hanno mentito". "Hanno finalmente trovato le prove flagranti sul conto dei responsabili della guerra in Irak. Purtroppo non le hanno trovate in uno dei palazzi di Saddam ma nell'ufficio del vice presidente Dick Cheney".

Gli interventi di LaRouche
• 20 settembre 2002. Nella dichiarazione intitolata"l'Iraq è una miccia, ma la bomba l'ha costruita Cheney" LaRouche denuncia la dottrina imperiale che Cheney persegue attivamente dagli anni Novanta. Conclude chiedendo le dimissioni del vice presidente.

• Ottobre 2002. Nuove richieste di dimissioni in una serie di spot radiofonici e inserzioni sui giornali, soprattutto nella regione di Washington.

• 25 marzo 2003. Una nuova dichiarazione intitolata: "Guerra, Hitler e Cheney", in cui LaRouche dice tra l'altro: "L'aspetto centrale della guerra in cui gli Stati Uniti già in bancarotta si sono gettati è l'usurpazione dei poteri presidenziali da parte del vice presidente Cheney della Halliburton e di una banda legata al crimine organizzato che infesta non solo i dipartimenti della Difesa e di Stato, ma che guasta sostanzialmente qualsiasi opposizione in seno al Partito Democratico. "A prescindere da ciò che il presidente Bush può aver sbagliato, lui resta il povero sprovveduto dal quale la banda di Cheney e Rumsfeld ha ottenuto tutto quello che vuole, fin ora. Ma questo non sarebbe potuto accadere se il partito democratico non fosse caduto sotto il completo controllo delle stesse forze che controllano Cheney".

• 9 Aprile 2003. Il movimento di LaRouche inizia la distribuzione di centinaia di migliaia di copie del dossier sugli straussiani che usurpano il potere negli USA e che fanno capo al duo Cheney-Rumsfeld.

• 7 giugno 2003. La campagna elettorale di LaRouche diffonde un appello in cui si chiede l'impeachment del vice presidente. Motivo: la menzogna deliberata sull'uranio dal Niger come motivo per iniziare la guerra.
• 7 luglio 2003. Mentre le rivelazioni dell’ambasciatore Joe Wilson sconvolgono l'America, i democratici "omologati" non sanno nascondere l'impaccio. Non resta che l'alternativa LaRouche.