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Parmalat: l'inchiesta ci dà ragione

4 marzo – Nel secondo numero dell'anno, la newsletter Strategic Alert dell'EIR, aveva scritto che la Parmalat "era diventata uno strumento delle banche, responsabili di aver congegnato e gestito le truffe alle quali si deve la sparizione di miliardi di dollari". Gli oltre 14 miliardi di euro spariti, spiegava la lettera prodotta dal movimento di LaRouche, non erano finiti in un fantomatico "tesoro di Tanzi", ma erano spariti nel gran buco nero del debito speculativo internazionale, e in gran parte non erano nemmeno transitati per le casse dell'impresa di Collecchio.
L'inchiesta milanese comincia ora a fornire clamorosi elementi di conferma di questo quadro. Alcune indiscrezioni riferiscono che l'ex direttore finanziario di Parmalat, Alberto Ferraris, ha raccontato di come "alcune USPP (emissioni di bond negli USA, ndr.) furono sottoscritte da trusts", cioé entità "create ad hoc da Bank of America in collaborazione con Zini", il legale della Parmalat negli USA. "Quando non riuscivamo a collocare l'intero bond, questo era sottoscritto dal trust"; in altre parole, Parmalat ricomprava i bond all'insaputa del mercato. "Gli USPP sono stati trattati, organizzati e amministrati per conto di Bank of America, da Luca Sala, spesso aiutato dal suo capo a Londra, Shahzad Shahbaz", ha riferito Ferraris.
Shahzad Shahbaz è un pezzo grosso di Bank of America: vicepresidente anziano, è capo della divisione Corporate and Investment Banking per l'Europa (compresa l'Europa orientale) e il Medio Oriente. Fu lui a guidare la riorganizzazione del debito commerciale sovietico nei confronti del Club di Londra, nel 1997, in qualità di Restructuring Agent, in una fase delicata in cui il sistema rischiava il tracollo per il crac LTCM e l'insolvenza dei titoli di stato russi.
Le emissioni che coinvolgono Bank of America rappresentano oltre 3 miliardi di euro. Ma gli inquirenti hanno in mano molti altri finanziamenti alla rovescia che coinvolgono la Credit Suisse First Boston, la JP Morgan Chase, il Banco Santander, la Citigroup, la UBS, la Barclays e la Deutsche Bank, tutti destinatari di liquidità che ufficialmente sembrava finita a Collecchio e che, invece, aveva preso le vie delle Cayman per approdare nei forzieri delle banche intermediatrici.
Tutto ciò rafforza l'analisi di un sistema bancario sull'orlo del crac e le analogie con il caso LTCM che il movimento di LaRouche ha fatto per primo.