ECONOMIA

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Le udienze della Commissione
sull'11 settembre confermano l'ipotesi di LaRouche

1 luglio 2004 - Il giorno stesso del drammatico attacco alle torri gemelle, l'11 settembre 2001, Lyndon LaRouche sollevò dubbi sulla natura dell'attentato e dei suoi responsabili. In un'intervista radiofonica dichiarò che un attacco cos¡ preciso e sofisticato non poteva aver luogo senza due fattori determinanti: il coinvolgimento ad alto livello in operazioni segrete da parte di schegge impazzite dell'apparato di sicurezza nazionale USA, o nel ridurre al minimo tutto il sistema di sicurezza interno americano, rendendolo di fatto vulnerabile ad un attacco di guerra irregolare come quello.
Durante l'intervista che stava concedendo quella mattina, quando giunse la notizia dell'attacco alle torri gemelle, LaRouche dichiarò: "E' un'operazione sistematica... La domanda da porsi è: dov'erano gli enti di intelligence preposti a monitorare la situazione? O c'è stata qualche forma di incompetenza, oppure carenze deliberate in tutta l'operazione di sicurezza, perché non si può portare a termine qualcosa del genere senza accecare in qualche modo il sistema di sicurezza. Dunque qualcuno incaricato della sicurezza non stava facendo il suo lavoro".
Durante le udienze pubbliche che si sono tenute a Washington il 17-18 giugno, la Commissione sugli Attacchi Terroristici contro gli Stati Uniti, nota anche come la Commissione sull'11 settembre, presieduta dagli on. Kean ed Hamilton, ha pubblicato tre rapporti e ascoltato la testimonianza di persone coinvolte in vari aspetti delle operazioni di difesa aerea. Il rapporto nr. 17 dettaglia gli avvenimenti di quel giorno, soprattutto le attivit  della Federal Aviation Agency (FAA), responsabile della "sicurezza dell'aviazione civile" e del comando di difesa aereospaziale (NORAD, North American Aerospace Defense Command) "responsabile della difesa aerea degli Stati Uniti continentali".
Il rapporto e le testimonianze che lo accompagnano documentano svariate anomalie. Prima di tutto, quel giorno il NORAD stava conducendo manovre militari! Nella testimonianza fornita il 17 giugno dal Gen. Ralph E. Eberhart, comandante dell'Air Force USA al NORAD, il generale dichiara: "La mattina dell'11 settembre al NORAD era in corso un'esercitazione del posto di comando e i nostri quartier generali e regionali simulavano 'condizioni di guerra'". Quindi,quando la FAA informò una stazione del NORAD (NEADS) del primo dirottamento, la risposta fu: "Ma è un attacco vero o un'esercitazione?". La FAA disse "No, non è un'esercitazione, non è un test".
Il Gen. Eberhart prosegue: "Sei minuti prima del primo attacco alle torri gemelle, la FAA informò il NORAD del potenziale dirottamento del volo 11 dell'American Airlines. Man mano che si sviluppavano gli eventi quella mattina, il NORAD rispose immediatamente con aerei da combattimento ed adeguate misure di controllo dello spazio aereo. Disgraziatamente, a causa dei limiti di tempo e della distanza, non ci fu possibile influenzare la situazione". Il rapporto e la testimonianza raccontano storie diverse.
La seconda anomalia sta nel fallimento del sistema di comunicazione tra la FAA ed il NORAD. Il centro della gestione della crisi era il National Military Command Center (NMCC) al Pentagono. Come ha testimoniato Monte Belger della FAA: "Alle 9.20 il centro operativo della FAA chiamò il NMCC collegandolo alla rete di dirottamento, che è una rete di comunicazione aperta gestita dal coordinatore dirottamenti della FAA ... la fonte primaria di informazioni tra la FAA, il ministero della Difesa, l'FBI e i servizi segreti ... è la rete di dirottamento della FAA. Quella mattina partivo dal presupposto, come è accaduto nella mia esperienza di 30 anni con la FAA, che il NMCC fosse in linea e ascoltasse ogni cosa in tempo reale". Ma il NMCC non era in linea.
Al contempo il NMCC "iniziò una conferenza telefonica cruciale, che ebbe inizio alle 9.29 come "conferenza importante" e riprese alle 9.37 come "conferenza telefonica su una minaccia aerea". Questa telefonata, della durata di 8 ore, includeva il Presidente, il vicepresidente, il ministro della Difesa, il vice capo di Stato Maggiore e il viceconsigliere di sicurezza nazionale. Ma non la FAA. "Gli operatori fecero del loro meglio per includere la FAA nella conferenza telefonica, ma avevano problemi tecnici e non trovavano un numero di telefono sicuro ... La FAA non fu inclusa nella teleconferenza fino alle 10.17. Il rappresentante della FAA che fu incluso non aveva alcuna familiarità con una situazione di dirottamento, nessun accesso a chi poteva decidere e nessuna delle informazioni disponibili ai funzionari più anziani della FAA a quel punto.
La terza anomalia è che del personale chiave fu sostituito proprio quella mattina. La persona di guardia al NMCC era un nuovo arrivato. La quarta anomalia sta nella carenza di decisioni tempistiche. In parte a causa di questi problemi di comunicazione, il personale militare non fu informato in tempo per inviare dei caccia, o quando lo fece, non diede loro istruzioni adeguate. Quando l'ultimo aereo dirottato, il volo 93 della United Airlines, "aveva lasciato Washington da 29 minuti" urgeva una decisione sull'assistenza militare. Il quartier generale della FAA disse al centro di comando: "Beh, sapete hanno appena lasciato tutti la stanza".
Quanto all'ipotesi di LaRouche sulla riduzione del sistema di sicurezza, essa viene documentata dalla commissione. Dalla fine della guerra fredda, il numero di postazioni di allerta del NORAD è stato ridotto a sette, con due aerei da combattimento in ciascuna, quattordici in totale, rispetto ai 50 di prima.