ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

Le falle aperte nel sistema finanziario

3 agosto 2004 – L'amministrazione Bush e la Federal Reserve cercano di "alzare il morale" fino a novembre sostenendo che l'economia USA attraversa una "robusta ripresa", che non c'è nessuna bolla immobiliare e che i tassi d'interesse aumenteranno solo molto lentamente. Al gioco si prestano i dirigenti del partito democratico, anch'essi negando che vi sia una crisi economica e finanziaria sistemica. Intanto, però, le falle diventano sempre più visibili:
I mercati azionari, in particolare i cosiddetti titoli tecnologici, continuano a scendere. Indici come l'S&P 500 e il Nasdaq hanno raggiunto il minimo annuale. I bilanci del secondo trimestre di numerosissime corporations presentano cifre decisamente preoccupanti per i profitti e la vendite, e autorizzano previsioni decisamente pessimistiche per il trimestre successivo.
La caduta dei mercati azionari contribuisce decisamente alla rapida contrazione del reddito USA degli ultimi anni. Le cifre pubblicate dall'Internal Revenue Service (IRS), l'ufficio del fisco, mostrano che il reddito lordo totale rettificato è diminuito del 5,1% tra il 2000 e il 2002. Tenendo conto della crescita demografica, il reddito medio è diminuito del 5,7%. Aggiustato per l'inflazione, secondo l'IRS il reddito USA è diminuito del 9,2%. Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale il reddito delle famiglie USA è diminuito per due anni consecutivi.
Il prezzo del petrolio sul mercato di New York (NYMEX) ha superato la soglia dei 44 dollari il barile. I timori di una sospensione delle consegne di petrolio da parte del gruppo russo Yukos, come conseguenze della sua vicenda legale, hanno portato il prezzo a 43,05 dollari il barile il 28 luglio. Sul mercato di Londra, l'IPE, il prezzo del brent ha sfondato lo stesso giorno la soglia dei 40 dollari il barile per la prima volta in 13 anni. Dopo l'intervento chiarificatore del ministero della Giustizia russo, che ha escluso una sospensione dell'export della Yukos, il prezzo del petrolio ha continuato la sua folle corsa al rialzo.
L'episodio è rivelatore dell'insicurezza estrema che serpeggia sui mercati, alimentata dai vari "segni premonitori di episodi terroristici" e non dovuta a specifici episodi che scatenano gli speculatori. Il rialzo alle stelle dei prezzi petroliferi rappresenta uno shock inflazionario per l'economia e minaccia molto direttamente quelle bolle finanziarie fondate sul contenimento dell'inflazione e dunque su bassi tassi d'interesse.
Il debito dei privati: un nuovo rapporto della Banca d'Inghilterra riferisce che il debito degli inglesi continua ad aumentare nonostante il recente aumento del costo del denaro, ed ha ormai superato la soglia dei mille miliardi di sterline. Il grosso, 827 miliardi, è il debito ipotecario. Gli altri 122 miliardi sono crediti bancari, scoperto di conto e debito su carta di credito (55 miliardi). Il debito dei privati in Inghilterra è raddoppiato negli ultimi sette anni, raggiungendo un volume pari quasi a quello del PIL. La stessa tendenza prevale in gran parte del mondo occidentale, in particolare negli USA.
Mercato immobiliare: dopo i nuovi problemi verificatisi sui mercati obbligazionari, negli USA gli interessi medi sui mutui trentennali hanno superato la soglia del 6%. Secondo un rapporto del Dipartimento del Commercio USA, la vendita di case nuove a giugno è rimasta stabile. Le statistiche però nascondono una realtà più complessa: mentre la corsa alla casa infuria ancora a briglia sciolta in varie località del paese, altrove si verifica una caduta repentina dei nuovi contratti. A giugno si è registrata una diminuzione delle vendite del 14,2% nel Nordest e del 13,1% nell'Ovest. In un nuovo rapporto della Morgan Stanley si legge che il 25% dell'economia mondiale è afflitta dall'esuberanza speculativa del mercato immobiliare. Sono colpite Australia, Inghilterra, Cina, Corea del Sud, Spagna, Olanda e Sud Africa. Il 40% dell'economia mondiale è minacciato dalle bolle speculative e in questo rientrano USA, Canada, Francia, Svezia, Italia, Hongkong, Thailandia, Russia e Argentina.
Hedge Funds: la caduta dei mercati azionari e soprattutto dei mercati obbligazionari, tra aprile e maggio, ha devastato gran parte dell'"industria" degli hedge funds. Questi hanno spesso investito il capitale dei loro clienti come collaterale per ottenere prestiti di gran lunga maggiori dalle proprie banche, poi usati in operazioni ad alto rischio. Il rialzo dei tassi a primavera ha comportato tutta una serie di perdite per le operazioni di questo tipo, finanziate a credito. Giacché non c'è più una regolamentazione credibile, nessuno sa effettivamente quale sia la situazione reale nel settore degli hedge funds. Secondo il gruppo Bloomberg, il principale hedge fund mondiale, il "Man Group", è stato tra i più colpiti nella prima metà del 2004.