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La talpa al Pentagono

Il 27 agosto la CBS News ha riferito che la FBI stava stringendo il cerchio attorno ad una talpa israeliana nell'ufficio di Douglas Feith, assistente segretario alla Difesa. La talpa avrebbe passato documenti segreti sulla politica dell'amministrazione Bush verso l'Iran ad esponenti di una lobby israeliana, la America Israel Public Affairs Committee (AIPAC), che a loro volta li avrebbero consegnati ai diplomatici israeliani a Washington. L'identità della talpa è stata rivelata il giorno successivo dal Washington Post e da altri mezzi d'informazione: si tratta di Larry Franklin, responsabile del settore iraniano dell'ufficio per la politica del Pentagono verso il Medio Oriente e l'Asia Meridionale.
Secondo notizie successive, 18 mesi fa la FBI aveva accertato che Franklin aveva incontrato a pranzo il consigliere politico dell'ambasciata israeliana Naor Gilan e il funzionario dell'AIPAC Steve Rosen. Le indagini successive sulle mosse di Franklin stanno portando alla ribalta quella che potrebbe risultare essere la maggiore operazione spionistica israeliana negli USA dopo l'arresto della spia Jonathan Jay Pollard, avvenuto nel 1985.
La valutazione a caldo dell'"Affare Franklin" rilasciata da Lyndon LaRouche è che si è trattato di una mossa da parte delle istituzioni USA per impedire che Israele sferrasse un attacco contro gli impianti nucleari iraniani, gettando l'intera regione dell'Asia sudoccidentale in una guerra perpetua con il ricorso alle armi di sterminio.
L'analista politico dell'UPI Martin Sieff aveva affermato il 19 agosto che una guerra degli USA con l'Iran, che potrebbe prevedere l'impiego di armi nucleari, potrebbe scoppiare già a settembre. Il 21 agosto l'esperto militare israeliano Martin van Creveld ha scritto sull'International Herald Tribune che un attacco congiunto USA-Israele contro i siti nucleari iraniani potrebbe avvenire prima del voto di novembre.
Il 31 agosto una fonte dell'intelligence USA ha confermato che l'AIPAC era pronta a lanciare una costosa campagna di propaganda contro l'Iran, affinché si arrivasse all'intervento militare. Le rivelazioni su Franklin sono senza dubbio un duro colpo per l'immagine pubblica dell'AIPAC, ma non è possibile stabilire se sufficienti a bloccarne i piani di offensiva propagandistica. Certo è che le rivelazioni hanno riacceso un vecchio conflitto negli ambienti di potere di Washington sul conto della ben più numerosa comunità di talpe neo-con che popolano la burocrazia civile del Pentagono e l'ufficio del vice presidente e sulle quali ricade il grosso delle responsabilità del fiasco USA in Iraq. Gli ambienti più o meno direttamente coinvolti nell'"Affare Franklin" sono stati più volte già indagati nel corso degli ultimi trent'anni perché sospettati di collaborare in vario modo con lo spionaggio israeliano.
L'inchiesta sul conto di Franklin però non solleva soltanto la questione dello "spionaggio amico": la questione ben più importante è che l'apparato neo-con di Washington e i suoi alleati israeliani, rappresentati da Ariel Sharon e dalla destra fanatica in Israele, costituiscono una minaccia all'incolumità degli USA e di Israele. Le loro fantasie utopistiche di dominio mondiale attraverso la guerra perpetua pongono una minaccia la cui gravità va ben oltre la fuga di documenti riservati da Washington a Tel Aviv. Lo scandalo dunque offre un'opportunità unica di fare pulizia in tali ambienti.
Larry Franklin è un analista della Defence Intelligence Agency (DIA) che in passato si è occupato di guerra fredda e dei sovietici ed è poi passato ad occuparsi di Iran e Iraq. Protetto dal sovietologo Winnifred Joshua alla DIA, Franklin ha studiato alla School of Advanced International Studies (SAIS) della John Hopkins University, dove pare che finì nell'orbita di Paul Wolfowitz, oggi vice segretario alla Difesa USA. Il numero due del Pentagono ha alle spalle una storia di fughe di segreti USA a Israele che inizia nel 1978, secondo quanto riferisce uno studio approfondito di Stephen Green, che ha compilato una raccolta delle vecchie accuse di spionaggio e delle inchieste condotte sul conto di Wolfowitz, Feith, Michael Ledeen e Richard Perle.
Nell'estate 2001 Franklin fu trasferito dalla DIA al Pentagono, all'ufficio per la politica diretto da Feith, per occuparsi dell'Iran al Near East South Asia directorate (NESA). Successivamente passò all'Office of Special Plans (OSP), l'unità speciale che ha pianificato la guerra in Iraq, sotto Feith e il direttore del NESA William Luti. Luti era stato assistente per le questioni militari di Newt Gingrich, quando questi era presidente del parlamento. Nella fase di avvio dell'attuale amministrazione Bush, Luti lavorò per un periodo nell'ufficio del vice presidente Dick Cheney. Secondo il colonnello dell'Air Force Karen Kwiatkowski, che fu in servizio presso il NESA tra il 2002 e il 2003, negli incontri di lavoro Luti si vantava di riferire direttamente al capo dello staff di Cheney, Lewis Libby. Libby è stato il difensore legale di Marc Rich, noto faccendiere legato alla malavita israeliana.
In qualità di ufficiale di riserva dell'Air Force, Franklin ha prestato più volte servizio all'ambasciata USA a Tel Aviv. Una fonte militare riferisce che finì nei pasticci per aver avuto contatti non autorizzati con funzionari dell'intelligence israeliano. Secondo una fonte giornalistica l'attuale indagine sul conto di Franklin è nata da una velina pubblicata sul New York Times nel giugno 2002, in cui si parlava dei piani concreti degli USA contro l'Iraq.
Secondo testimoni diretti, Franklin è parte di un gruppetto di neo-cons che si riuniva frequentemente a porte chiuse nell'ufficio di Doug Feith. Oltre a Feith la cerchia era composta da Luti, Abe Shulsky (dell'OSP), Harold Rhode (specialista mediorientale dell'Office of Net Assessment), Richard Perle (che in passato ha presieduto il Defense Policy Board), David Wurmser e Michael Maloof. Il gruppo collaborava con Wolfowitz e con Libby.
Nell'estate 2003 fu anche reso noto che Franklin, insieme a Rhode e all'apologista del "fascismo universale" Michael Ledeen, aveva fatto parte della squadra dell'OSP che nel 2001 era a Roma per aprire contatti non autorizzati con il governo iraniano, attraverso Manucher Ghorbanifar, personaggio molto screditato nello scandalo Iran-Contra.
In pratica sul conto di ogni esponente di questo raggruppamento neo-con c'è un'inchiesta per spionaggio, depistaggio e altre attività illecite ai danni del proprio paese. Secondo un esperto israeliano che conosce bene la vicenda di Franklin, dopo la rivelazioni della CBN diversi specialisti israeliani diretti da Rafi Eytan (che fu già il controllore della superspia Jonathan Pollard) hanno preso l'aereo per gli USA, il Canada e il Messico. Come notato subito da LaRouche, l'affare Franklin non è che la punta dell'iceberg.