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LaRouche sulla crisi ucraina
In una dichiarazione del 29 novembre Lyndon LaRouche ammonisce il presidente George W. Bush affinché si renda conto che la crisi in Ucraina può facilmente innescare la fine del sistema del dollaro. Dal punto di vista degli interessi degli USA, non occorre essere un genio per rendersi conto che l'esplosione di caos in Ucraina, in una situazione in cui il sistema finanziario dominato dal dollaro si sta sgretolando, dev'essere evitata in ogni modo. I rapporti tra Russia ed America soffrono già delle tensioni nella regione caucasica settentrionale. LaRouche sottolinea che il governo USA dovrebbe lavorare con le nazioni europee e con il presidente russo Putin per evitare la destabilizzazione o, peggio, la spaccatura dell'Ucraina.
Gli Stati Uniti e i paesi dell'Unione Europea hanno un interesse comune nella stabilità di tutto il territorio dell'ex Unione Sovietica, nel quale l'Ucraina ha una particolare importanza. Dal punto di vista dell'Europa occidentale, una situazione di caos in Ucraina mette a rischio quasi due terzi dei rifornimenti di gas e un terzo di quelli di petrolio che arrivano dalla Russia nelle condutture che attraversano l'Ucraina.
La soluzione dei problemi deve essere lasciata in definitiva agli ucraini, che debbono individuare i propri interessi e la propria missione nazionale. "Noi dobbiamo aiutarli nel modo migliore possibile", sostiene LaRouche.
LaRouche ha in particolare denunciato le ingerenze di fazioni del partito democratico USA rappresentate da Zbigniew Brzezinski, Madeleine Albright e Richard Holbrooke. Con il loro "comportamento ossessivamente ostile nei confronti della Russia" hanno già combinato un disastro nei Balcani alla fine degli anni Novanta e adesso si stanno ingerendo pesantemente nelle questioni interne dell'Ucraina.

La destabilizzazione dell'Ucraina
La pubblicazione francese online Reseau Voltaire ha diffuso alcune rivelazioni sulla cosiddetta "rivoluzione" in Ucraina, che confermano in larga parte le indagini dell'EIR negli USA, in Europa e nella stessa Ucraina.
La decisione della Corte Suprema ucraina del 3 dicembre di ripetere le elezioni il 26 dicembre, stata presentata come una vittoria per il movimento di Victor Yushenko, non risolverà la crisi in cui versa il paese. Dietro la questione della "frode elettorale" c'è una crisi di dimensione strategica, a cui si accenna nel n. 49 di questa newsletter.
<I>Reseau Voltaire<P>, che secondo alcuni vanta dei buoni collegamenti con ambienti dei servizi francesi, sostiene che in Ucraina siano attualmente attive le stesse forze statunitensi che organizzarono "le rivoluzioni" contro Milosevic a Belgrado (2000) e contro Shevardnadze a Tblisi (2003). La newsletter riferisce inoltre che il modello storico per l'attuale destabilizzazione in Ucraina si rifà al modello di "Operazione Ajax", con la quale i servizi americani e inglesi rovesciarono il presidente iraniano Mossadeq nel 1953.
Yushenko, il quale incontrò il vicepresidente USA Dick Cheney nel febbraio 2003, gode del sostegno logistico di alcune organizzazioni USA: il National Endowment for Democracy (NED), il National Democratic Institute (NDI), l'International Republican Institute (IRI), la Freedom House, l'American Enterprise Institute (AEI) e l'Open Society Fund di George Soros.
Reseau Voltaire nota anche che Yushenko mente quando afferma che gli osservatori internazionali non sono stati in grado di constatare la regolarità delle elezioni del 1 novembre. La legge Ucraina consente di controllare le procedure alle organizzazioni ufficiali ma non alle NGO. Così, gli osservatori dell'OSCE, dell'assemblea parlamentare della NATO e del Consiglio Europeo sono stati ammessi a controllare le procedure di voto. Invece i circa 1000 esponenti della ENEMO, una NGO, non sono stati ammessi nei seggi. "L'ENEMO - scrive <I>Reseau Voltaire<P> - è un collettivo di vari gruppi dell'Europa Centrale, ciascuno dei quali finanziato dal National Democratic Institute di Madeleine Albright; il segretariato dell'ENEMO è finanziato dall'Open Society Fund di George Soros ed è gestito da diplomatici britannici".
A proposito delle irregolarità Reseau Voltaire riferisce come la dichiarazione dell'OSCE, secondo cui l'Ucraina non è riuscita ad attenersi agli standards internazionali delle consultazioni democratiche, non si riferisce alle procedure elettorali ma alla monopolizzazione dei mezzi d'informazione nazionali da parte del primo ministro Yukanovich nel periodo precedente al voto.
Secondo Reseau Voltaire gli oltre 10 mila aderenti all'organizzazione giovanile "Pora" e al "Comitato degli elettori ucraini" hanno ricevuto più di 3 mila dollari a testa per svolgere attività elettorale, in particolare tenere manifestazioni. Il denaro proviene principalmente dalla NED.
Il sostegno politico al movimento di Yushenko proviene da un gruppo di 115 politici e intellettuali statunitensi ed europei che sono anche i firmatari della "Letta aperta ai capi di stato della NATO e dell'EU" in cui si chiede una radicale svolta politica dell'occidente nei confronti della Russia.
Il 10 dicembre l'AEI ospita a Washington un seminario della "New Atlantic Initiative", operazione allestita a Praga nel maggio 1996 sotto la sponsorizzazione di Margaret Thatcher, George Shultz e Henry Kissinger.
I discorsi principali saranno tenuti da: Paul Wolfowitz, Paula Dobriansky, sottosegretario di Stato per gli affari globali, Zbigniew Brzezinski, Thomas Dine, ex capo dell'AIPAC passato a Radio Free-Europe-Radio Liberty. All'incontro parteciperanno diversi esponenti del governo ucraino: Oleh Shamshur, vice ministro degli Affari Esteri, Valery Pyatnysky, vice ministro dell'Economia e dell'Integrazione Europea, Igor Kozii, capo di stato maggiore delle forze armate ucraine.


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