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Le prospettive del 2005

L'11 dicembre il fondatore dell’EIR Lyndon LaRouche ha messo in guardia dalle "illusioni, nutrite anche dalle persone in gamba", sulle possibilità che George W. Bush possa "tornare ad un comportamento più moderato e aperto, come al tempo in cui fu governatore del Texas". C'è invece da attendersi, ha spiegato LaRouche, "il superamento di tutti i suoi primati da Guinness dei disturbi mentali". Dal 3 novembre Bush "soffre di un complesso di onnipotenza ", evidente sia nella politica interna che nella politica estera e di sicurezza.
La maggior parte, ma non tutta, la dirigenza del partito democratico USA "ha troppa paura" di affrontare questa realtà. Di conseguenza LaRouche si è impegnato a guidare personalmente l'attacco contro lo smantellamento del sistema previdenziale statunitense, che è uno dei pilastri dello stato sociale creato da Franklin Delano Roosevelt: "Denunceremo il fatto che Bush vuole imporre all'America una 'riforma' previdenziale che è quella del dittatore cileno Pinochet". Si tratterebbe di una truffa 100 volte peggiore della Enron.
Sul tema dei rapporti internazionali LaRouche ha spiegato che "c'è da attendersi una risposta molto cattiva da parte dei russi ... Putin sta abbandonando l'atteggiamento del finto tonto ed ha cominciato a reagire contro Brzezinski, Albright, Holbrooke e tutta la banda che, nell'amministrazione Clinton, produsse le Guerre dei Balcani e l'operazione del Kosovo. Sulla base di tale esperienza, Putin ha ritenuto che Bush fosse un problema meno spinoso. Ma questo intero sistema di valutazione è stato duramento scosso dalle vicende ucraine dove Putin sa che l'International Republican Institute (IRI) e i neo-cons di Bush hanno le mani in pasta ad ogni livello". Anche se Putin non manifesterà in alcun modo la sua ostilità nei confronti di Bush, la politica di Mosca prenderà una nuova direzione. Già la Russia ha rispolverato alcuni progetti militari dell'epoca sovietica, mentre Putin sta prendendo iniziative molto importanti sullo scacchiere eurasiatico, come mostra la sua recente attenzione nei confronti dell'India.
L'Europa occidentale continentale non può sopravvivere senza un forte orientamento eurasiatico a motivo della sua dipendenza dalle forniture energetiche e dai mercati per l'export. I cinesi si rendono perfettamente conto che l'amministrazione Bush li vuole spremere per sostenere il dollaro, costringendoli ad una forte rivalutazione. Di conseguenza i pezzi principali dello schacchiere eurasiatico si muoveranno cautamente, ma le loro mosse assumeranno una valenza strategica. Di fronte alle iniziative di Bush l'Eurasia sarà dominata dall'istinto proprio di coloro che si trovano sulla stessa barca. La svolta eurasiatica non è palese ma è già in moto.
In tale contesto LaRouche sottolinea l'importanza di un suo nuovo studio intitolato "The Coming Eurasian World" (Il nuovo mondo eurasiatico). La crisi mondiale, nelle sue dimensioni strategica ed economica, ha raggiunto una fase talmente avanzata per cui nessuna nazione può più agire in proprio: la cooperazione internazionale diventa un fattore assolutamente vitale. L'Europa occidentale continentale non è pronta a scaricare le politiche di Maastricht e ad affrontare di petto la burocrazia dell'Unione Europea e della Banca Centrale Europea che stanno soffocando l'economia degli stati membri. Inoltre, Russia, Cina e India non sono disposte ad affrontare i problemi centrali di una riorganizzazione del sistema monetario e finanziario internazionale. Per questo, un ruolo centrale degli USA è sempre indispensabile. A proposito di questo ruolo, "io so che cosa dev'essere fatto e come farlo", ha detto LaRouche.
A proposito della politica USA, LaRouche ha osservato come tutte le persone competenti stiano disertando l'amministrazione Bush e, parallelamente, le purghe stiano falcidiando le persone più esperte nei servizi, nella diplomazia e in altri organismi istituzionali. Quest'erosione istituzionale è un fattore decisamente incalcolabile per Bush e Cheney. Nel Partito Democratico non tutti sono paralizzati: alcuni ambienti si rendono conto che ciò che LaRouche ha fatto negli ultimi due mesi della stagione elettorale era la cosa più giusta da fare. Si tratta di un gruppo che conta esponenti al Congresso e che potrebbe rappresentare un osso duro per Bush e Cheney.


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