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Emergenza tsunami: i poteri del presidente USA

Solo l'istituzione della presidenza USA dispone dei poteri necessari per mobilitare uno sforzo tanto vasto e tempestivo come quello richiesto per soccorrere i paesi dell'Oceano Indiano vittime del maremoto del 26 dicembre. Infatti, nessuna organizzazione, nemmeno l'ONU, dispone dei mezzi materiali e della capacità decisionale che occorre per far fronte all'emergenza.
Quando nell'estate del 1994 esplose la crisi nella regione dei Grandi Laghi in Africa, con milioni di profughi che dal Ruanda cercarono rifugio nello Zaire (oggi Repubblica del Congo), l'allora presidente Bill Clinton prese la decisione di lanciare un'iniziativa di aiuti internazionali sotto la leadership degli Stati Uniti. L'elemento principale dell'iniziativa fu un ponte aereo che portò nella regione infrastrutture logistiche del genio militare. Allora, la pronta mobilitazione dell'amministrazione Clinton fu immediatamente seguita da Francia e Germania, e poi da altri paesi, che portarono le risorse necessarie nella regione colpita. In stridente contrasto con quella reazione, oggi l'amministrazione Bush è stata per giorni alla finestra.
Anche oggi, come allora, occorre arginare tempestivamente la diffusione di colera, tifo, dissenteria ed altre malattie che minacciano vere e proprie stragi. In crisi come questa il tempo è il fattore essenziale. Le organizzazioni internazionali di soccorso non dispongono di uomini e mezzi per vincere la corsa contro il tempo, cosa che solo la logistica militare degli Stati Uniti può riuscire a fare.
A poche ore dalla decisione di Clinton, i militari americani avevano già iniziato a trasportare l'impianto di depurazione dell'acqua a Goma, che fu installato grazie dell'assistenza dei tedeschi della Technische Hilfswerk (THW) e dei militari francesi, realizzando insieme un sistema di distribuzione di acqua potabile nei campi di rifugiati di Goma, grazie al quale le vittime mietute dal colera cominciarono subito a diminuire. Oltre ai generi di prima necessità, il ponte aereo fornì strutture e attrezzature per le costruzioni. Clinton si riproponeva di continuare con la realizzazione di strade per far giungere tutti i generi necessari ai rifugiati, ma fu indotto a desistere sotto le pressioni provenienti dal Dipartimento di Stato e da altri governi che sentivano minacciati i propri "interessi in Africa". Ciò nondimeno, quell'iniziativa di Clinton nel 1994 brilla ben al di sopra dell'arrogante negligenza dell'amministrazione Bush nei confronti di centinaia di migliaia di persone che stanno rischiando la vita.


Tsunami: la negligenza dell'amministrazione Bush
Il fatto che il 26 dicembre il governo statunitense, in particolare il Dipartimento di Stato, non ha avvisato tempestivamente i paesi del bacino dell'Oceano Indiano sulle dimensioni dello tsunami che si stava per colpirli rappresenta un caso evidente di negligenza, perché una notifica ufficiale tempestiva avrebbe forse risparmiato la vita di decine di migliaia di vittime.
Secondo informazioni raccolte dall'<I>EIR<P>, il Centro Operativo del Dipartimento di Stato, in allerta 24 ore su 24, è stato prontamente informato dalla US Geological Survey del verificarsi di un terremoto che avrebbe provocato un maremoto. I paesi interessati non sono però stati contattati.
Certamente non c'era nulla da fare per le coste occidentali indonesiane, Aceh e Sumatra, che sono state investite da terremoto e maremoto nel giro di pochi minuti. Ma per altri paesi c'era la possibilità di lanciare un allarme: è trascorsa un'ora prima che lo tsunami raggiungesse la Thailandia, almeno due prima che investisse il Sri Lanka e l'India e più di tre prima che raggiungesse il Bangladesh.
Secondo il fondatore dell'EIR Lyndon LaRouche, la negligenza del Dipartimento di Stato non è deliberata, ma un pasticcio "rivelatore dell'abbassamento del morale nei ranghi del governo". "Se adesso si vuole fare qualcosa di buono – afferma LaRouche –, la cosa più necessaria è cercare di rimediare all'erosione del morale che affligge le file dell'esecutivo, provocata dagli effetti del regime Bush-Cheney".
LaRouche denuncia in particolare la "tendenza a minimizzare sulla questione centrale", o a "cambiare argomento, rinunciando a mettere in chiaro che l'accettazione del fallimento che regna nel governo USA, sotto Bush e Cheney, che è chiaramente riflesso in tale negligenza del Dipartimento di Stato, rappresenta una minaccia all'intero pianeta". LaRouche aggiunge: "Il fatto che i governi europei abbiano accolto l'iniziativa del Cancelliere tedesco Gerhard Schröder e prendano iniziative per assistere governi e popolazioni delle regioni colpite ha del merito, ma manca di affrontare la questione centrale che è quella rappresentata dalla negligenza del dipartimento di Stato; dobbiamo chiederci che cosa un comportamento del genere possa riservarci nel futuro".

Il sistema di allarme nello Sri Lanka c'era

In una conversazione con un giornalista dell'EIR, un funzionario del Dipartimento di Stato ha tentato di sminuire la responsabilità del suo dicastero nell'informare altre nazioni dello tsunami in arrivo, dichiarando che anche se avessero informato altre nazioni dell'Oceano Indiano "esse non disponevano comunque delle apparecchiature necessarie ad avvisare i residenti dell'onda anomala in arrivo. Io sono cresciuto in Indiana, e avevamo sistemi di allarme per i tornado, con le sirene. Ma in questi paesi non esistono sistemi simili", ha affermato il funzionario.
Gli organi di stampa hanno ripetuto la stessa scusa. Questa dichiarazione si è rivelata falsa. Il 30 dicembre nel corso di una trasmissione della National Public Radio (NPR) dal titolo "All things considered" (tutto considerato), un giornalista ha riferito da Galle, nello Sri Lanka, di un cittadino chiamato Sidahana Ika, il quale stava riparando il proprio ristorante dopo l'onda anomala. Il giornalista ha riferito che "Ika è furioso perché non c'è stato alcun preavviso dello tsunami e ha aggiunto che altre nazioni potevano essere avvisate. Ha dato un messaggio inequivocabile, nel suo inglese approssimato, dicendo "E' una situazione pessima per lo Sri Lanka. Loro noi mai informato. Quando veniva il ciclone, la stazione di polizia e l'esercito ci informavano. Stavolta non ci hanno informato".
Questo significa che esisteva un sistema di allarme, tramite la polizia e l'esercito, per avvisare i cittadini del ciclone in arrivo. Lo stesso sistema poteva essere utilizzato per avvisare dell'onda anomala, se il Dipartimento di Stato avesse subito preso contatto con il governo dello Sri Lanka. Come ha dichiarato Ika alla radio, "molte vite avrebbero potuto essere salvate".

Gli USA hanno avvisato solo le loro navi

A quanto scrive il quotidiano inglese Sunday Mail del 2 gennaio, il governo americano ha informato dell'onda anomala in arrivo soltanto le proprie navi stazionate alla base militare di Diego Garcia nell'Oceano Indiano. Così scrive il quotidiano inglese:
"Le navi in cui vengono detenuti i prigionieri americani e i luogotententi più fidati di Osama Bin Laden sono state preavvisate dello tsunami con un'ora di anticipo. I terroristi erano a bordo delle navi, ancorate nell'isola britannica di Diego Garcia, mille miglia a sud dell'India".
"Lo staff della base è stato posto in allerta ed ha avuto quasi un'ora per chiudere i boccaporti sulle otto navi, i cui detenuti includono anche i luogotententi di Bin Laden Khalid Sheik Mohammed, Ramzi Binasshibh e Abu Zabida.... Diego Garcia è una striscia di terra di 15 miglia concessa all'esercito americano... attualmente viene usata anche come centro per interrogare sospetti terroristi." L'allarme è stato dato prima alla base di Diego Garcia, e da qui alle navi. Ma la popolazione dell'India, dello Sri Lanka, della Thailandia non è stata avvisata.


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