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Si aggrava il dissesto della Fannie Mae
Insieme a Freddie Mac, la Fannie Mae è uno dei due colossi del mercato ipotecario secondario statunitense su cui si regge tutta la bolla speculativa immobiliare. Il fatto che siano "Imprese sponsorizzate dallo stato" induce la gente a credere che ci sia la garanzia pubblica, ma non è così.
Il 14 dicembre l'amministratore delegato di Fannie Mae, Franklin Raines, è stato costretto a lasciare, e con lui si è dimesso anche Timothy Howard, responsabile dell'ufficio finanziario. Il consiglio d'amministrazione ha anche licenziato la KMPG, lo studio di certificazione che ha sottoscritto le dichiarazioni finanziarie della Fannie che ricalcano "lo stile" della Enron. La settimana precedente, l'organo di vigilanza Securities and Exchange Commission (SEC) aveva richiesto a Fannie Mae di "riordinare" i libri contabili, cosa che avrebbe comportato il depennamento di circa 9 miliardi di dollari di presunti "profitti".
La SEC ha accertato che la Fannie Mae ricorreva ad una contabilità molto dubbia delle sue operazioni in derivati, detta "hedge accounting" e che aveva sviluppato una "metodologia" interna tutta sua per stabilire l'appropriatezza di tale contabilità. A settembre l'ente di vigilanza federale OFHEO ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che la Fannie Mae "ha manipolato sistematicamente le stime contabili", producendo di conseguenza assegni premio per i dirigenti nell'ordine delle migliaia di dollari. Da allora si sono susseguite le richieste di dimissioni di Raines.
I due giganti del mercato ipotecario secondario garantiscono il 45% del volume complessivo dei mutui (7 mila miliardi) e hanno emesso obbligazioni per 2.725 miliardi. Il valore nominale dei soli derivati sui tassi d'interesse di Fannie Mae e Freddie Mac è di 1.079 miliardi. Le obbligazioni da loro emesse sono state acquistate soprattutto in Asia.
Il 24 dicembre, l'agenzia di rating Fitch ha deciso una retrocessione delle azioni privilegiate di Fannie, rendendo le nuove emissioni più costose per il gigante dei mutui. Le azioni privilegiate di Fannie Mae ammontano a 4 miliardi e la OFHEO ha già giudicato necessario che l'impresa si ricapitalizzi, se occorre liquidando alcuni assets, cosa che rende più esplosiva la bolla immobiliare; oppure con una nuova emissione, che però da oggi costa di più. Fitch ha notato inoltre che la Fannie presenta anche "ulteriori irregolarità contabili". La nuova dirigenza ha immediatamente promesso il 30 dicembre l'emissione di 5 miliardi di nuove azioni "privatamente piazzate" ad investitori istituzionali per cercare di arrivare al livello di capitalizzazione minimo. Si tratta di una delle più grandi vendite di azioni privilegiate della storia.
La Fannie Mae sosteneva che il capitale proprio fosse di circa 38 miliardi, ma dopo il depennamento di 9 miliardi di profitti si ritrova 3 miliardi sotto la soglia minima già fin troppo generosamente definita dal legislatore.
Lyndon LaRouche attribuisce la crisi dei due giganti alla politica dell'eccesso di leva finanziaria decisa da Greenspan per il settore immobiliare. Le imprese erano diventate il paradiso degli speculatori in derivati e adesso vengono colpite dalla "sindrome Enron".
L'edizione tedesca del <I>Financial Times<P> del 23 dicembre riferiva che le perdite fino ora accertate di Fannie Mae nelle operazioni in derivati ammontano a 9 miliardi. Ma potrebbe essere peggio. "Nel caso peggiore, le ripercussioni della crisi potrebbero mettere in moto un'onda d'urto sui mercati finanziari mondiali. Gli osservatori fanno il parallelo tracciano un parallelo con il crollo dell'hedge fund LTCM nel 1998", sostiene il giornale, spiegando anche che allora "le banche centrali e gli istituti finanziari privati dovettero intervenire per impedire un tracollo del sistema finanziario mondiale".


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