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Il "neo-colbertismo" in Francia

Che farà la Francia? Esporterà solo formaggi e profumi? Questa è la domanda posta dall'amministratore delegato della Saint Gobain Jean Luois Beffa, in un rapporto sullo stato dell'industria francese. Il "Rapporto Beffa" fa appello allo stato affinché sostenga uno sforzo straordinario volto al riorientamento delle imprese private francesi con forti investimenti nell'alta tecnologia. Il rapporto era stato chiesto a Beffa dallo stesso presidente Jacques Chirac, evidentemente preoccupato dell'erosione della base industriale francese.
Beffa, noto come un "colbertista", ha ricoperto un ruolo importante nei programmi ad alta tecnologia patrocinati dal governo sotto i presidenti De Gaulle e Pompidou: nucleare, aerospaziale, alta velocità.
Il "Rapporto Beffa" è una prima reazione alle perplessità in cui sono cadute le élite francesi alle prese con la concorrenza crescente in campo industriale proveniente dalla Cina, dall'India e dai paesi dell'Europa orientale. Come ha osservato recentemente Laurent Fabius, se si continua di questo passo, alla Francia non resterà che il nome scritto sul cartello d'ingresso di un museo. Il nuovo rapporto segue a poca distanza un altro rapporto della Commissione affari economici del Senato intitolato: "Delocalizzazione: per una nuova Europa colbertista", nel quale si raccomanda energicamente di dedicare ogni energia allo sviluppo di quei settori in cui la Francia eccelle, invece di competere nei settori in cui i paesi emergenti possono produrre a prezzi molto competitivi.
Anche il partito socialista (PSF) prende parte al dibattito sulla re-industrializzazione. Jean Louis Levet ha spiegato che occorre abbattere "tre miti" per ripristinare la capacità industriale francese: 1) "il mito della società post-industriale degli anni Ottanta", che confonde il cambiamento necessario dell'industria con la sua fine; 2) "il mito della New Economy degli anni Novanta" fondato sul postulato che il "valore per gli azionisti" dovesse subentrare alla creazione della ricchezza, e 3) "il mito attuale" secondo cui il lavoro nei servizi crea più valore aggiunto rispetto a quello nelle manifatture.
L'ex ministro dell'economia e finananza, il socialista Dominique Strauss Kahn, ha affermato che vanno evitati tre errori nel prendere le misure per arginare l'erosione della capacità industriale: 1) sottovalutare il "rischio di perdere la sostanza economica che viene risucchiata fuori dal territorio nazionale"; 2) cercare capri espiatori quando invece il male sta in Francia, visto che l'attuale governo "ha sacrificato la ricerca .... e la riforma del sistema universitario" ed ha ignorato la riforma monetaria; 3) cercare di competere con il terzo mondo mentre "la soluzione si colloca nella competizione con il Nord".
Il Rapporto Beffa mostra come ricerca e sviluppo sono insufficienti e che le industrie private hanno un parco tecnologico medio-basso, incorrendo dunque in una forte competizione dei paesi emergenti.
Beffa propone la costituzione di un'Agenzia per l'Innovazione Industriale che selezioni e sostenga i progetti dell'alta tecnologia più interessanti. Il Presidente Chirac ha approvato la proposta e l'Agenzia inizierà ad operare già a maggio. Disporrà inizialmente di un miliardo di euro l'anno e finanzierà, con crediti da rimborsare, il 50% della ricerca e sviluppo delle tecnologie più innovative. Beffa ha fatto notare come a motivo delle pressioni finanziarie, esercitate dagli azionisti, dalle oscillazioni dei mercati, dai costi elevati del petrolio, ecc., anche le grandi imprese fanno difficoltà ad adottare progetti tecnologici impegnativi. Il criterio per selezionare i progetti sono: 1) soluzione di problemi scientifici e sviluppo di tecnologie innovative; 2) tempi di sviluppo dai 5 ai 10 anni; 3) vendite per almeno 1 miliardo di euro in mercati di un volume di almeno 10 miliardi; 4) un incentivo alla competitività europea nel mercato mondiale.


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