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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Presentata a Cuneo l’autobiografia di Amelia B. Robinson

Il 23 febbraio, nell’ambito della 5° Mostra internazionale del libro Nord Sud "Parole tra i Continenti", è stata presentata a Cuneo l’edizione italiana dell’autobiografia di Amelia Boynton Robinson, uscita lo scorso novembre col titolo «Un ponte sul Giordano: la mia lunga marcia con Martin Luther King» (Edizioni Palomar, Bari, 15 Euro). Liliana Gorini, vicepresidente del Movimento Solidarietà e traduttrice del libro, ha letto in apertura un messaggio di saluto di Amelia Robinson, che era negli Stati Uniti per la conferenza internazionale del movimento di LaRouche vicino a Washington. Ha poi ricordato le tappe salienti della lunga battaglia condotta dal movimento per i diritti civili per ottenere il diritto di voto della gente di colore, e la giustizia sociale ed economica, battaglia di cui Amelia fu protagonista, insieme al marito, fin dagli anni Venti.
"Il libro di Amelia è particolarmente attuale oggi, perché parla di due conquiste che George Bush sta cercando di cancellare dalla storia americana: il diritto di voto, messo in forse dalle procedure di soppressione del voto dimostrate da una commissione del Congresso USA in Ohio, e il sistema di previdenza sociale e sostegno alle categorie più povere della popolazione americana creato da Roosevelt, che Bush vuole eliminare privatizzando le pensioni e sostituendo al modello sociale di Roosevelt quello di Pinochet in Cile".
Nel suo libro, Amelia Robinson racconta l’episodio di un noto razzista del Ku Klux Klan, che odiava Roosevelt e il suo programma WPA (Works Progress Administration) perché consentiva ai neri in Alabama di accedere a fondi federali per iniziare un’attività. Quando al diritto di voto per la gente di colore, Gorini ha letto due pagine tratte dal libro, riguardanti la famosa "domenica di sangue", la marcia che doveva portare i manifestanti da Selma alla capitale dell’Alabama, Montgomery, il 7 aprile 1965, e fu interrotta violentemente dalle guardie a cavallo del governatore Wallace, che picchiarono selvaggiamente Amelia lasciandola per terra priva di sensi. La pagina si conclude con un famoso spititual afro-americano, «Oh freedom», di cui Amelia dice di aver compreso il profondo significato durante quella storica marcia ("Oh libertà su di me, e piuttosto che diventare schiavo, mi farò seppellire nella tomba, e tornerò a casa dal mio Signore"). Per rendere più comprensibile lo spirito battagliero che ispirò Amelia, e Martin Luther King allora, e che ancor oggi ispira Amelia e il movimento giovanile di LaRouche, che ne ha fatto il suo inno, Liliana Gorini ed Andrew Spannaus hanno cantato "Oh freedom" per il pubblico della mostra, che ha accolto il canto, e il libro di Amelia, con grande entusiasmo.

Il messaggio di Amelia all'incontro di Cuneo

«Avendo vissuto fino alla mia età ho raggiunto, come molti della mia età, un certo grado di saggezza ed esperienza. Devo molto di quello che sono riuscita a realizzare alla mia chiesa ed ai miei genitori, che mi hanno insegnato ad amare anche il mio peggior nemico. Sono stata battezzata e rimasi quasi annegata in un mare di odio, pregiudizio, discriminazione e segregazione razziale, quando iniziai a lavorare con i mezzadri delle piantagioni di cotone in Alabama. Questa esperienza mi insegnò che ciascun essere umano deve essere libero e che il modo migliore è trasformare l’odio in amore, e trattare tutti come hanno diritto di essere trattati.
«Quello che facemmo a Selma, in Alabama, negli stati del sud ed in altri posti con la battaglia non violenta per i diritti umani e l’insegnamento di Martin Luther King, quello di amare il prossimo tuo come te stesso, è cruciale ancor oggi, per rendere possibile la pace nel mondo.
«Spero che il mio libro “Un ponte sul Giordano” ci aiuterà a trovare soluzioni migliori per risolvere le difficoltà del mondo. Che Dio vi benedica, vostra, Amelia Boynton Billups Robinson».



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