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La crisi del dollaro

"Siamo ormai sull'orlo di un crollo del dollaro" ha affermato Lyndon LaRouche il 9 marzo. Lo sfascio della moneta USA trascinerebbe con sé l'intero sistema di tassi fluttuanti subentrato a quello di Bretton Woods. Pertanto, sia il governo degli Stati Uniti che i governi europei dovrebbero intervenire decisamente per ribaltare la folle politica economica a cui si è ricorso sempre di più negli ultimi trent'anni e varare una riorganizzazione globale, una Nuova Bretton Woods. "La situazione è molto fluida e fenomeni imprevedibili possono prendere piede molto rapidamente", ha spiegato LaRouche.
Si sono ripetute, nella seconda settimana di marzo, le voci sulla presunta intenzione di alcuni governi asiatici di "diversificare" i propri investimenti all'estero, voci che hanno provocato una nuova caduta del dollaro rispetto a tutte le altre monete, in particolare quelle dei paesi esportatori di materie prime, e il concomitante rialzo dell'oro. Contemporaneamente esplodono nuovi scandali finanziari come quello della banca israeliana Hapoalim e l'assassinio del finanziere francese Eduard Stern, genero di David Weill della Lazard Freres.
Negli Stati Uniti la General Motors continua a rischiare di vedersi relegare i titoli tra i "junk bonds" e di scivolare quindi nella bancarotta completa. Il deficit commerciale USA ha accumulato a gennaio 58,3 miliardi di dollari, sebbene il petrolio non fosse in risalita come oggi. In Europa entra nella fase decisiva lo scontro per la revisione del "patto di stabilità", un fattore essenziale che impedisce di affrontare i problemi economici di fondo come la disoccupazione.
Mentre negli USA la marcia dello schiacciasassi della privatizzazione delle pensioni per il momento subisce una battuta d'arresto, i democratici faticano a rendersi conto che essa è la conseguenza della politica dello sfascio economico deliberatamente voluta dagli ambienti di Greenspan e George Shultz, e che non va considerata una battaglia isolata, bensì deve essere inquadrata nel contesto del crollo del dollaro. "In breve, la diga sta per crollare. Caduta del dollaro, speculazione sulle materie prime e depressione dell'economia reale negli USA ed in Europa sono fattori che, presi nel loro complesso, mostrano come si sta arrivando al punto di rottura. Anche se l'esplosione non si verificasse subito, è come se la benzina avesse ormai allagato tutto il pavimento" ha spiegato LaRouche.


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