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Monito dalla Russia sulle materie prime

Leonid Sherbashin, ex numero due del KGB, ha denunciato il rischio di future guerre per il controllo delle materie prime e l'impatto che una guerra in Iran potrebbe avere per la Russia. I moniti di Sherbashin sono contenuti in una intervista a RIA Novosti, il 12 marzo, che è stata diffusa fuori dalla Russia da Reseau Voltaire. L'intervistato abbandona i soliti toni concilianti verso la "guerra al terrorismo" degli USA per sottolineare il fatto che Osama bin Laden è stato ed è ancora una creatura degli USA e che la strategia del Pentagono punta dritto ad una nuova guerra contro l'Iran e ad uno scontro con altre potenze, Cina compresa.
A proposito di una guerra USA contro l'Iran, Sherbashin nota che per la Russia essa avrebbe conseguenze persino peggiori di quella contro l'Iraq. "Prevedere che [tale guerra USA in Iran] avrebbe conseguenze distruttive significa sottovalutarla. Le sue conseguenze sarebbero catastrofiche". "L'Iran si affaccia sul Caspio, un mare il cui status ufficiale non è ancora stato definito. Il Caspio non contiene solo petrolio e gas, ma è anche un corridoio di trasporto di importanza strategica per l'Iran e per la Russia, che collega l'Europa Settentrionale e quella Orientale al Medio Oriente e all'India. Non è un caso che il Presidente Vladimir Putin ha più volte posto l'accento sulla necessità di sfruttare il più possibile questo corridoio Nord-Sud. Questo punto di visto è completamente condiviso dagli iraniani. Secondo i mezzi d'informazione, il trasporto delle merci su questa direttrice costa circa il 20% in meno e dura due settimane in meno rispetto alla rotta attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso. Nel 2003 il ministro dei Trasporti russo aveva annunciato la creazione di un consorzio tra Russia, Germania e Iran per lo sfruttamento di questo corridoio Nord-Sud". Tutto ciò, in caso di guerra, sarebbe bloccato.
Nell'intervista, Sherbashin affronta anche il problema fondamentale delle materie prime, concordando con coloro che sono convinti che la guerra per le risorse energetiche sia già iniziata. L'Afghanistan, spiega, "rappresentava una testa di ponte strategica impiegata dagli USA per fare pressioni sulla regione del Caspio - un altro serbatoio di idrocarburi -- con mezzi economici, politici e militari. Oggi l'estrazione in questa regione è ancora modesta, ma in 10-15 anni Kazakistan e Turkmenistan saranno pienamente sviluppati e il controllo dei loro trasporti assumerà molta importanza. La campagna in Afghanistan ha consentito agli USA di creare nuove basi militari in Uzbekistan e Kyrgyzstan, e il valore 'politico-militare' di Georgia e Azerbaijan sarà messo pienamente a profitto". I pericoli per la Russia sono identificati in questi termini: "Ciò che sta accadendo nella regione non è altro che la creazione di condizioni per un'offensiva USA nella regione del Caspio, una nuova fase di scontro con la Cina e il preparativo di uno scontro inevitabile degli Stati Uniti con quel paese ... Presto o tardi gli Stati Uniti finiranno in un testa a testa con la Cina. Ditemi un po' perché gli Stati Uniti dovrebbero aver bisogno di una base nel Kyrgyzstan? Per i voli che arrivano nell'Afghanistan? Per niente affatto. Gli USA hanno iniziato a circondare la Cina con le basi militari e non è senza un motivo che hanno cominciato a negoziare con il Vietnam per ristabilire basi militari a Cam Ranh Bay". 

 


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