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L'arresto di Franklin potrebbe inchiodare i neocon

Larry Franklin, irriducibile neocon e analista del Pentagono responsabile dell'Iran, è stato arrestato il 4 maggio per aver passato documenti segreti del Pentagono a due funzionari dell'AIPAC, l'American Israel Political Action Committee. L'episodio in questione avvenne in un ristorante di Arlington, in Virginia, dove nel giugno 2003 Franklin incontrò Steve Rosen e Keith Weissman, i due funzionari i cui nomi non compaiono nel mandato d'arresto e che da qualche settimana sono stati licenziati dall'AIPAC. Si presume che quelle informazioni furono prontamente girate ad agenti di Israele. I commenti di vari esperti di intelligence da noi consultati sono concordi: l’FBI dispone di prove incontrovertibili, un "prima facie case". Nell'abitazione di Franklin sono stati sequestrati 83 documenti segreti che non dovevano essere portati fuori dal Pentagono, reato per cui la pena è chiaramente stabilita: 10 anni di reclusione. Adesso si cerca di indurre Franklin a fornire altre informazioni sull'operazione di spionaggio, in cui potrebbero essere implicati altri funzionari del Pentagono. Si fanno i nomi dei soliti sospetti: Dough Feith, William Luti, Harold Rhode e Abe Shulsky – tutti neocon duri e puri. Il New York Times e la Associated Press hanno riferito il 5 maggio che l’FBI ha recentemente convocato un ex funzionario del Mossad, l’intelligence israeliano, affinché riferisse in merito ai collegamenti con Franklin: "Uzi Arad – ha scritto l'AP –, ex funzionario dirigente del Mossad, ha ammesso di essere stato interpellato da agenti dell’FBI che 'volevano alcuni chiarimenti' in merito ai collegamenti con Franklin. Arad ha detto di aver incontrato Franklin due volte e di aver ricevuto da lui un documento accademico". Dopo l'arresto di Franklin, il ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalon ha affermato in un’intervista all'emittente israeliana Channel One che Israele è estraneo alla vicenda. Da parte americana invece, secondo il New York Times, “è stato confermato il dispaccio dell’Associated Press da Gerusalemme secondo cui gli agenti dell'FBI avevano sentito un ex dirigente dei servizi israeliani, Uzi Arad, nella loro inchiesta su Franklin". Nella scheda personale, che si può consultare sul sito web dell'Istituto Milken, un pensatoio che invitò Arad a parlare ad una conferenza nell'aprile 2004, l'ex pezzo grosso dello spionaggio israeliano è qualificato come direttore dell'Istituto di politica e strategia del dipartimento di scienze politiche Lauder del Centro Interdisciplinare di Herzliya in Israele. Egli presiede inoltre la Herzliya Conference, l’annuale congresso internazionale degli operatori ed esperti di sicurezza. Tra i tanti incarichi detenuti in questo settore, Arad è stato consigliere di politica estera del governo sotto il primo ministro Benjamin Nethanyahu. Di lui è nota l'avversione per l'Iran. In un discorso del 26 marzo 2003 all'Istituto di Gerusalemme per gli affari contemporanei, una settimana prima dell'invasione dell'Iraq, Arad lanciò un appello per un'aggressione militare congiunta di Stati Uniti ed Israele contro l'Iran. "Se la minaccia irachena si sventa con il disarmo, l'Iran però resta smarcato: avremmo dunque fatto ben poco per la stabilità mediorientale e per la non proliferazione". Quando si parlò per la prima volta del caso Franklin, alla fine dell'agosto 2004, Arad dichiarò al Baltimore Sun che si trattava di "un'accusa ridicola". Nello stesso articolo ammetteva di essersi occupato del coordinamento tra CIA e Mossad, ma giurava che dall'arresto di Jonathan Pollard, nel 1985, non ci sono state più spie israeliane negli USA. Le implicazioni: 1) la vicenda si colloca nel momento in cui si sono di nuovo moltiplicati gli appelli alla crociata contro l'Iran. 2) Potrebbe essere solo il primo di una serie di colpi, anche legali, contro i portabandiera neocon. 3) Secondo LaRouche, se il gruppetto dei neocon più arrabbiati viene neutralizzato o messo politicamente in difficoltà, a Washington sarebbe possibile effettuare un'inversione di rotta, verso una politica di pace per il Medio Oriente. 4) Sempre secondo LaRouche, la vicenda potrebbe contribuire decisamente a moderare i bollori della "destra religiosa" USA.


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