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Germania: la SPD torna alle radici?
La svolta antiliberista della socialdemocrazia tedesca ha segnato un'altra tappa l'11 maggio con una conferenza speciale a cui hanno partecipato i gruppi parlamentari dell'SPD e trecento consigli di fabbrica. Il presidente del partito, Franz Muentefering, ha posto al centro dei lavori il quesito fondamentale: se la Germania avrà un futuro industriale come nazione produttrice, o se il futuro sarà disegnato dalle vedute antisociali e antisindacali dei neoconservatori, rappresentati da partiti, come la CDU e la FDP, che si fanno dettare la politica dai managers finanziari. La SPD, ha detto, deve difendere la realtà industriale, ancora vasta in un paese che ancora gode di una pace sociale invidiabile.
Il leader dei sindacati Michael Sommer si è associato alla linea di Muentefering, osservando che "quando la crisi economica mondiale scoppierà e i mercati finanziari saranno veramente entrati nella grande crisi, la Germania, con la sua base industriale che rappresenta il 40% dell'occupazione totale, si troverà molto meglio preparata ad affrontarne l'impatto che, ad esempio, la Gran Bretagna con il suo 18%.
Naturalmente, la conferenza ha dato occasione alla base sindacale dell'SPD di far udire il suo malcontento per la politica fin qui seguita dal partito e dal governo: sono state criticate le riforme del mercato del lavoro (la legge "Hartz IV") e la mancanza di investimenti nei trasporti pubblici.

La Carta EU deve superare la Corte Costituzionale
Il 12 maggio il Parlamento tedesco (Bundestag) ha approvato a larghissima maggioranza la cosiddetta Costituzione Europea. Il voto della Camera alta, il Bundesrat, seguirà verosimilmente con un altro voto favorevole il 27: in tempo per suggerire un "si" al referendum che si terrà il 29 maggio in Francia.
Ma contrariamente all'impressione data dai mass media, il voto tedesco non è affatto definitivo. Il sistema tedesco lascia spazio ad iniziative che possono neutralizzare perlomeno alcuni aspetti del progetto. Peter Gauweiler, democristiano bavarese, ha preparato un ricorso alla Corte Costituzionale assieme al noto costituzionalista Karl-Albrecht Schachtschneider, dell'Università di Erlangen. Inoltre il Presidente tedesco Horst Koehler ha annunciato che non firmerà la legge finché la Corte Costituzionale non avrà emesso la sua sentenza. Questa, però, potrà richiedere mesi di tempo e, come ha dichiarato Schachtschneider, potrebbe affermare la priorità della legge tedesca su quella europea in tutti i paragrafi (in particolare 14, 15 e 20) che proteggono il principio del Bene Comune.


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