Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Urgente una tassa sui derivati

Paolo Raimondi, presidente del Movimento Solidarietà

Roma, 19 maggio 2005

Nei giorni passati l’economista e politico democratico americano Lyndon LaRouche ha riproposto con urgenza la necessità di una tassa su tutte le operazioni finanziarie in derivati, così come aveva già proposto all’inizio degli anni Novanta.
Sostengo pienamente questa iniziativa, che deve essere internazionale, ed invito inoltre tutti i politici ed economisti sinceramente preoccupati degli effetti delle bolle speculative sull’economia reale a farsi promotori di azioni concrete a livello di parlamento e di governo.
I derivati rappresentano la forma di speculazione finanziaria più esplosiva e fuori da ogni controllo nell’intero sistema finanziario globale. Contrariamente a chi presenta accademicamente il derivato come una forma di assicurazione su qualche rischio futuro, oggi la bolla di queste scommesse speculative chiamate derivati ha assunto delle dimensioni tali da schiacciare l’economia reale sottostante e anche quel settore creditizio che dovrebbe e vorrebbe svolgere un ruolo produttivo nei programmi economici e di investimento.
Ad esempio, solamente nel settore dei derivati OTC (Over The Counter), cioè quelli che poi non figurano in alcun modo nei bilanci ma della cui esistenza dovrebbero essere informate le banche centrali, si è arrivati alla cifra stratosferica di un valore nozionale (cioè la foto dei contratti aperti in un dato momento) di 220.000 miliardi di dollari alla fine del 2004 (più di 5 volte il PIL mondiale). Questi dati sono forniti dal Comptroller of the Currency americano e dalla Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea che ammettono anche l’esistenza di un tasso di crescita annuo del settore derivati del 24-25%!
Nelle settimane passate molti hedge funds speculativi, che “vivono di derivati”, sono entrati in fibrillazione subendo enormi perdite e anche il ritiro di quote di partecipazione da parte di chi vede il Titanic affondare. Sono soprattutto gli hedge funds che operano sul mercato londinese a subire pesanti perdite, se non addirittura del tracolli. Il Sunday Time di Londra del 15 maggio ammetteva “perdite senza precedenti” di molti fondi, identificati anche per nome, e l’insistenza di voci di “un altro LTCM”, il fondo speculativo che andò a gambe all’aria nel 1998 portando l’intero sistema sull’orlo di una reazione a catena di fallimenti.
Gli hedge funds hanno ricevuto uno scossone mortale anche dall’abbassamento del rating al livello di “spazzatura” (junk) del debito della General Motors e della Ford americane che insieme raggiunge 453 miliardi di dollari. Sono di fatto nel mezzo di una crisi di liquidità senza precedenti.
Nel proporre la tassa sui derivati, LaRouche sottolinea anche che questa misura non risolve la crisi sistemica ma serve a costringere gli hedge funds e le banche ad ammettere pubblicamente la loro reale esposizione in derivati, creando così un grado di trasparenza, prerequisito necessario per far fronte alla crisi e per imporre regole di comportamento degli hedge funds. Anche il presidente Bill Clinton ne parlò al tempo del fallimento del LTCM ma non agì di conseguenza.


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