Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

  

Dichiarazione di Jacques Cheminade, rappresentante di LaRouche in Francia, sul referendum del 29 maggio che ha bocciato la Costituzione Europea.

Dopo il “no” all’oligarchia finanziaria

“L’aspra gioia dell’essere responsabili”

(gen. Charles De Gaulle)

Parigi 30 maggio – Il "no" del popolo francese nel referendum-ultimatum europeo segna una battuta d’arresto al decorso, più che trentennale, di una deriva politica in senso ultraliberale e della promozione della disoccupazione. Abbiamo così ricevuto il mandato a ridare vita all’Europa, per far fronte alla sfida rappresentata dalla crisi mondiale. Si tratta di una questione che coinvolge i responsabili politici e l’intera cittadinanza. E una responsabilità nostra.
Se la nostra è una prospettiva chiara riusciremo a mobilitare la gente; le circostanze internazionali sono mature in tal senso.
Negli Stati Uniti d’America, tra il 21 e il 23 maggio scorsi, i senatori democratici e alcuni repubblicani moderati hanno impedito un colpo di stato del presidente Bush, del suo vicepresidente Cheney e di Karl Rove, mirante a imporre una dittatura presidenziale. Gli imperialisti e i neoconservatori ne escono indeboliti. La tradizione di F. D. Roosevelt, animata da Lyndon LaRouche, ne esce rinvigorita. I progetti di guerra nucleare preventiva, per quanto attiene alla politica estera, e di imposizione di giudici palesemente fascisti, per ciò che attiene alla politica interna, per ora sono sospesi. Non resta, là come qui, che dare un contenuto positivo alla Resistenza.
La situazione reale dei fondi speculativi e del settore immobiliare si sta già rivelando per quella che è davvero, ponendo così in evidenza la crisi monetaria sottostante; non c’è spazio per le illusioni. Questa è la situazione per effettuare una svolta, è l’occasione per rifondare l’Europa sulla base di un grande disegno, e non a partire da arrangiamenti diplomatici o burocratici. Noi proponiamo di:
1. stabilire un programma di ricerca e di grandi investimenti, capace di creare 20 milioni di posti di lavoro qualificati mobilitando il 10% del nostro prodotto interno lordo;
2. creare la condizioni del suo finanziamento, oltre lo schema delle imposte e dei prestiti, mobilitando un credito produttivo pubblico che sarà emesso ripristinando un sistema di banche nazionali, responsabili davanti ai cittadini;
3. costruire l’Europa delle patrie e dei popoli, con una politica mirante alla realizzazione del Ponte di sviluppo eurasiatico, integrando l’Iraq e la Cina, con la Turchia e la Russia quali cerniere.
Pensare di far votare una seconda volta la Francia, o di far entrare in vigore la Costituzione soltanto ove sia stata ratificata, o di rinegoziare il testo rifiutato, sarebbe un’offesa al suffragio universale avvenuto.
Rileggiamo Il filo della spada di de Gaulle e La Repubblica moderna di Mendes-France, Leibniz e Carnot, Friederich List e il testo del trattato di Westfalia. L’Europa ha bisogno di riferimenti e di entusiasmo, di un movimento che cambi le condizioni della lotta a livello mondiale, di un scommessa sul futuro, e non di vaghi bricolage istituzionali.

Mutazione

Che fare dunque, dopo il “no”? Rispondiamo a questa domanda immediatamente, ma affrontando due punti fondamentali concernenti le modalità dell’azione.

Il primo punto riguarda le alleanze.
Per rispondere, bisogna innanzitutto osservare il processo spettacolare del riallineamento delle forze politiche. Il segnale più interessante è dato dalla pubblicazione, il 26 maggio scorso, di un articolo di Maurice Allais su L’Humanité. Egli si esprime con estrema franchezza: “La crisi odierna, la disoccupazione insopportabile che la caratterizza e che ci disonora, la distruzione, giorno dopo giorno, della società francese, non sono che la conseguenza delle politiche dogmatiche attuate senza sosta a partire dalla grande frattura del 1974 [l’entrata dell’Inghilterra nel Mercato Comune, NdR] e che ci portano al disastro. Sarebbe criminale il mantenerle.”
Sulla base di un’altra politica, di cui abbiamo ricordato le grandi linee – Ponte di sviluppo eurasiatico, nuova Bretton Woods, piano di rilancio di una ricerca degna di questo nome, sviluppo delle università e degli ospedali, ritorno all’economia produttiva – potremmo riunire una coalizione di forze vive antifeudali e anti-tecnocratiche. Tale politica ha la sua base naturale tra gli operai, i salariati, gli agricoltori, gli artigiani, gli imprenditori delle piccole e medie imprese, i simpatizzanti comunisti e socialisti, gli europeisti opposti all’oligarchia finanziaria e i nazionalisti non sciovinisti. Tale politica ha per alleati qui, in Russia, in Asia meridionale, in Africa e negli Stati Uniti, coloro che vogliono ristabilire la priorità del lavoro e della produzione. Non è privo d’importanza, da questo punto di vista, l’incontro al quale sono stato invitato da André Gerin, sindaco comunista di Vénissieux, da egli stesso definito un “circolo della ragione”.

Il secondo punto riguarda le possibilità di successo.
Se riusciamo a far comprendere ai francesi ciò che accade negli Stati Uniti e l’ampiezza della crisi che si abbatte sull’intero sistema finanziario e monetario internazionale le possibilità di successo sono grandi. I fondi speculativi sono soggetti a potenti scosse, da quando i titoli emessi dalla General Motors e dalla Ford sono stati classificati come “obbligazioni spazzatura”. Alcuni sono sulla soglia del fallimento. Il sistema bancario presta denaro a questi fondi ed effettua assieme ad essi delle operazioni di mercato: il rischio di contaminazione è immediato. Analogamente, gli investitori istituzionali (fondi di pensione, assicurazioni, ecc.) hanno affidato ad essi capitali enormi. Inoltre, la piramide del credito ipotecario americano e inglese rischia di sprofondare, trascinando con sé tutto il mercato immobiliare.
V’è dunque una occasione, nel momento in cui uno shock va ineluttabilmente maturando, di riunire una maggioranza intorno alle azioni utili al necessario cambiamento. Noi faremo di tutto per ispirare questo passo, mostrando come possano essere mobilitate le risorse umane, tecnologiche e scientifiche dell’economia francese ed europea.


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà