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Crisi tra giugno e luglio

Il 5 giugno, in riferimento agli avvenimenti politici negli Stati Uniti e al doppio no alla Costituzione Europea da parte dei francesi e degli olandesi, lo statista americano Lyndon LaRouche ha spiegato che stiamo ora entrando in una situazione mondiale completamente nuova, i cui sviluppi raggiungeranno la fase più intensa tra la seconda metà di giugno e l'inizio di luglio. Sebbene sia impossibile prevedere ciò che effettivamente accadrà, senza una svolta verso la riforma monetaria e verso la reindustrializzazione generale, come delineato dallo stesso LaRouche, si rischia sicuramente una catastrofe. Il motivo è semplice: visti i dati finanziari resi noti a maggio, per metà giugno si prevede una generale chiusura delle linee di credito che le grandi banche hanno concesso agli hedge funds. Per la fine di giugno, inoltre, si può prevedere che gli investitori correranno a ritirare i propri capitali. Tutto questo garantisce un tracollo generalizzato per la metà di luglio.
In tale contesto un fattore molto importante da tener presente è che la crisi degli hedge funds, entrata in una nuova fase con il taglio del rating di General Motors e Ford, si verifica nel bel mezzo di una crisi del mercato ipotecario e dei buchi dei fondi pensionistici USA, come quello creato dalla United Airlines, che ogni impresa privata cercherà di replicare per "risanare i conti".
In questo contesto le misure economiche proposte da LaRouche si prospettano realizzabili alla luce di alcuni sviluppi positivi sia alla Camera che al Senato USA.
A Washington ad esempio, all'inizio di giugno si discute la necessità di regolamentare gli hedge funds, un tema già dibattuto in alcuni ambienti europei ed emerso come conseguenza del licenziamento di William Donaldson dal vertice della Securities and Exchange Commission (SEC), l'organo di vigilanza di Wall Street, che Bush ha sostituito con il parlamentare californiano Chris Cox (vedi oltre).
La crisi dei buchi previdenziali, esplosa con la crisi della United Airlines, con il suo default pensionistico pari a 9,8 miliardi di dollari, rischia di allargarsi a macchia d'olio ad altre compagnie aeree e case automobilistiche. L'argomento diventerà, secondo LaRouche, uno degli elementi centrali della crisi di luglio, insieme alla battaglia del senato per mantenere le prerogative costituzionali che Bush vuole liquidare con la "nuclear option". Altri due elementi primari sono la bolla immobiliare, pronta per scoppiare ormai da settimane, e la crisi GM/Ford. Di conseguenza le grandi finanziarie del mercato ipotecario secondario, Fannie Mae e Freddie Mac, finiranno per rivelarsi per quello che sono: delle bolle senza garanzia di sorta. Il 13 maggio il Washington Post ha riferito che i revisori incaricati dalla SEC di condurre un'inchiesta formale su Fannie Mae sono stati costretti ad allungare i tempi a motivo di nuove irregolarità venute alla luce: "Ci sono molte questioni nuove, molte riguardano la governance e molte altre i controlli interni", ha spiegato l'ex senatore Warren Rudman, incaricato di presiedere l'inchiesta.
Intanto le case automobilistiche GM e Ford s'illudono di poter rimediare al dissesto liquidando strutture produttive e maestranze, mentre la loro situazione finanziaria continua a peggiorare.
L'assommarsi di queste crisi rappresenta una emergenza immediata. Occorre dunque la riconversione del settore dell'auto e l'erogazione immediata di credito pubblico per salvaguardare il settore delle macchine utensili e creare nuova ricchezza, in particolare nelle infrastrutture, e procedere in campo internazionale alla ridefinizione del sistema finanziario in una nuova Bretton Woods.


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