Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Dopo il referendum francese e la svolta del Senato USA: nuovo cambiamento del paradigma culturale

Dove va l’Europa, adesso?

di Lyndon LaRouche


31 maggio 2005Ad una sola settimana dalla decisione del Senato degli Stati Uniti d'America, di resistere al golpe contro la Costituzione da parte del vicepresidente Dick Cheney, una larga maggioranza di quel 70% di elettori francesi presenti al referendum, ha rifiutato la proposta Costituzione Europea. Nel frattempo, tutti gli organi di informazione europei, con la notevole eccezione del quotidiano svizzero Neue Zuercher Zeitung, hanno mantenuto un rigoroso silenzio su quell'azione di resistenza al tentato colpo di stato, (che è parso quasi ispirato a Goering, o – se si preferisce – a Carl Schmitt, o di Leo Strauss), e sulle vastissime implicazioni di tale opposizione. La connessione tra la decisione referendaria in Francia e il silenzio stampa mantenuto in Europa sugli sviluppi nel senato americano, dovrebbe ora essere evidente ai circoli politici europei più riflessivi.
Mentre il mondo scivola sempre più velocemente nella peggiore crisi monetaria e finanziaria mondiale verificatasi dagli anni '30, accompagnata da una esplosiva crisi sociale, non tarderanno a maturare altre crisi politiche, simili a quelle anzidette. La crescente opposizione alla Costituzione Europea in Francia, proprio nelle settimane immediatamente precedenti il referendum, dimostrava già l'affermazione di una sorta di capovolgimento di quello che è stato il "cambiamento del paradigma culturale" [1], una rivolta contro la generazione di coloro che in Francia sono detti Bo-Bo (borghesi-bohémien) che ha ora raggiunto la "massa critica", o quasi. Questo non è solo un fenomeno francese, perché qualcosa di simile si nota, anche se in forme differenti, negli Stati Uniti e nel resto d'Europa. Ovviamente, dato l'esito del referendum francese, qualunque onesta descrizione dell'azione del senato americano avrebbe rafforzato in tutta l’Europa la crescente opposizione alla bozza di Costituzione Europea. Il motivo della censura di tale notizia in Europa è ora empiricamente evidente oltre ogni dubbio.
Il Senato degli USA e gli elettori francesi hanno comunque preso le loro decisioni. Dunque, è da pensare ciò che seguirà, non soltanto in riferimento agli Stati Uniti e alla Francia, ma al mondo intero. Come interpretare i segni che accompagnano questi nuovi sviluppi della storia dai quali l'oggi e il domani dipendono?

Allora...

Sin dal giorno della morte del presidente F.D. Roosevelt, il mondo entrò in una spirale che, nell'arco di una generazione, è stata contraddistinta da un nuovo movimento sociale fascista. Si tratta di un movimento esistenzialista, che in questi decenni ha prodotto gli sfoghi della feccia intellettuale associata all'americano Congress for Cultural Freedom (CCF), alla Paris Review di John Train, esponente della "corrente veneziana" negli Stati Uniti, ecc. Gli americani e gli europei occidentali nati nel 1945 o poco dopo, crebbero sotto la pesante influenza di un indottrinamento di massa, tipico della controcultura, già attivo nei primi anni '50. Tale indottrinamento, in condizioni da quasi lavaggio del cervello dovute alla minaccia di una guerra nucleare e alle pesanti operazioni controculturali che investirono soprattutto la pedagogia e l'arte, produsse la cosiddetta generazione dei "sessantottini", la loro "controcultura giovanile" del "sesso-droga-rock'n'roll", e simili.
Come conseguenza di quella campagna controculturale internazionale, mirante soprattutto ai giovani delle classi medie, negli anni '50 e '60, il mondo intraprese il cosiddetto "grande cambiamento del paradigma culturale", o ciò che altri chiamano l'ideologia nietzschiana o post- nietzschiana, che ha prodotto fenomeni come quello dei Bo-Bo francesi. Tipica fu l'influenza degli ideologi della "Scuola di Francoforte" come Martin Heidegger, salito alla ribalta a Friburgo come filosofo nazista antisemita, e come i suoi compari Theodor Adorno and Hannah Arendt i quali, a differenza di Heidegger, non disponevano di un certificato di nascita che permettesse loro di fare carriera nel regime di Hitler, ma che furono in ogni caso portatori dello stesso virus esistenzialista comune a Heidegger, Nietzsche, Hitler, ecc. Questa Scuola di Francoforte e altre truppe di assalto culturale del CCF, nutrivano per la cultura classica dell'Europa e degli Stati Uniti d'America lo stesso odio che aveva motivato i nazisti. A etichette e assortimenti diversi dei gusti corrisponde lo stesso il veleno del contenuto, lo stesso odio esistenzialista per la civiltà europea moderna condiviso da Hannah Arendt e dal protettore di Angela Davis, Herbert Marcuse.
Il denominatore comune di tutta questa corruzione culturale è l'odio per la memoria e l'azione pratica del presidente F. D. Roosevelt. Da nessun'altra parte questo odio articolato e strutturato s'è manifestato tanto chiaramente come negli stessi Stati Uniti, anche nella generazione corrispondente ai Bo-Bo francesi nel partito democratico americano. In nessun luogo questo fatto storico è stato dimostrato chiaramente come nella recente inversione di rotta del partito democratico che nel corso della campagna presidenziale del 2004 e dopo le elezioni del 2 novembre 2004 si è impegnato a ripristinare la tradizione di Franklin D. Roosevelt.

... e oggi

Da nessun'altra parte questi cambiamenti si manifestano così chiaramente come nell'odio che la Casa Bianca di Bush e l'ufficio del vicepresidente Dick Cheney nutrono personalmente nei miei confronti, che arriva ad episodi di evidente paranoia, come quando mi attribuiscono personalmente la colpa di tutti i guai in cui la seconda amministrazione Bush si è cacciata fino ad ora. Ma io, per così dire, in questo mio posto ci sono sempre stato.
Naturalmente le mie proposte sono accolte con più interesse nella situazione di oggi che in quella di un anno fa, ma anche se esse riflettono una collaborazione con importanti ambienti democratici, la radice delle mie iniziative politiche è la stessa di un anno fa, ed è la stessa da decenni. Il cambiamento essenziale che terrorizza gli ambienti della Casa Bianca, tanto da mandarli in bestia contro di me personalmente, come accade oggi, è la tendenza verso un'inversione del "cambiamento culturale", una svolta capace di ribaltare i valori che l'affermazione dei sessantottini ha portato con sé, a partire dagli anni Sessanta. L'affermarsi di questa tendenza è ciò che terrorizza l'amministrazione Bush. Questo è il cambiamento che vediamo riflesso nel voto dei francesi nel referendum della scorsa settimana.
Questa svolta recente è più che mai evidente considerando il ruolo che il mio movimento giovanile ha avuto negli Stati Uniti in rapporto a certi sviluppi verificatisi in Europa, compreso l’odio personale contro di me e il mio movimento giovanile, come è stato manifestato da certi ambienti suggestionabili, in Francia ed altrove, sotto l’influsso di personaggi nel vertice del governo guerrafondaio britannico di Tony Blair, un governo liberal-imperialista fabiano alleato a Bush.
Il crollo della bolla della IT (tecnologia dell’informazione), nel 2000, ha coinciso con l'emergere di un potenziale per un movimento giovanile negli USA di qualità nuova, un nuovo fermento giovanile la cui esistenza riflette una qualità speciale di opposizione all'eredità culturale ed allo stile di vita della generazione dei "baby-boomer". I giovani, generalmente d'età compresa tra i 18 ed i 25 anni, si sentono come scaricati, da questa generazione dei loro genitori, in un mondo "senza futuro". Questa conclusione non è solo mia, ma anche di certi ambienti istituzionali statunitensi che hanno raccolto prove con cui sono giunti a conclusioni simili alle mie.
Sulla base di prove culturali convincenti in tal senso ho accolto le richieste di vari gruppi di giovani accettando di promuovere un nuovo movimento giovanile capace di rispondere alle loro aspirazioni. Il nuovo movimento è anche diventato, come doveva, un movimento per un'istruzione superiore fondata su due elementi centrali, la dissertazione di Carl Gauss del 1799, che lui stesso chiamò successivamente il Teorema fondamentale dell'algebra e il mottetto "Jesu, meine Freude" di J.S. Bach. Questi due elementi sono alla base di un programma educativo che comprende aspetti della scienza fisica e della cultura classica, abbinando i due elementi più essenziali dello studio della storia in uno strumento con cui i giovani adulti possono definire il significato della propria esistenza.
Conferisco importanza alla dissertazione di Gauss del 1799, per avvicinare i giovani alla scienza, in quanto essa implica una ricostruzione della storia della fisica dalla Grecia di Talete, Pitagora e Platone, cioè in epoca pre-aristotelica e pre-sosfista, fino a esempi moderni come Nicola da Cusa, Pacioli, Leonardo da Vinci, Keplero, Fermat, Leibniz, l'Ecole Polytechnique, Gauss, Dirichlet e Riemann. Comporta cioè lo studio della storia come storia delle idee, come questi esempi dalla storia delle scoperte della fisica rappresentano il giusto significato del termine "idee".
Comporta inoltre lo studio di idee paragonabili, che sono proprie della composizione e rappresentazione artistica. Questo significa sottolineare l'importanza di caposaldi come il bel canto classico, sviluppato nel rinascimento fiorentino, fondato sull'accordatura classica naturale del Do=256, e i capolavori di J.S. Bach, di Haydn, di Mozart, di Beethoven, di Schubert, di Schumann e Brahms. E poi ancora le opere di poeti e storici come Shakespeare, Lessing, Schiller, e lo studio della Costituzione USA, con gli sviluppi che vanno da Winthrops e Mathers a Franklin, Hamilton, John Quincy Adams, Lincoln e Franklin Roosevelt.
A cinque anni dall'inizio di tutto questo, il fermento intellettuale e il gusto di padroneggiare i principi classici del canto corale tra questi giovani bastano a far arrossire molte università se messe al confronto. I giovani condividono la passione per la scoperta e per la verità nella scienza, nell'arte, nella storia e nella politica da far invidia a molte università.
Il progredire di questo programma mi è stato di grande aiuto nel comprendere l’individualità dei giovani. C'è da riconoscere in loro un campionario, per quando ancora numericamente limitato, che rappresenta il potenziale molto più grande delle nuove generazioni. Questo consente di comprendere meglio che cos'è accaduto in Francia la settimana scorsa. Si è aperto uno spiraglio che permette di capire che cosa sia necessario e possibile fare nella situazione mondiale di oggi.

I fatti storici di domenica

Tornando ad affrontare più seriamente i problemi, oggi il partito democratico USA sta ripristinando gli ideali che lo contraddistinse all'epoca del presidente Franklin D. Roosevelt. L'elemento che da più di un secolo è al fondo della cultura e dell'esperienza della popolazione USA, dei suoi immigranti, e delle sue istituzioni nazionali, oggi sta di nuovo riaffiorando. La generazione Bo-Bo, in Francia, negli USA ed altrove, accumula un discredito sempre maggiore, tanto da rendere forse possibile un "cambiamento inverso del paradigma culturale", un ritorno cioè della civiltà europea verso l'ottimismo che contraddistinse il ruolo fondamentale che gli USA ebbero nella sconfitta di Hitler, nelle fasi conclusive di quella che i più chiamano la seconda guerra mondiale.
Il prerequisito di questo "cambiamento inverso del paradigma culturale" ironicamente era implicito nella falsità illusoria, ma generalmente accettata, secondo cui la caduta dell'Unione Sovietica segnò qualcosa che ci potrebbe ricordare il proclama fallito di Adolf Hitler di "Un Reich che durerà mille anni". Nel nostro caso, dopo il 1989, i plagiaristi di Hitler parlarono, come fece il fanatico neo-conservatore Francis Fukuyama, di una "fine della storia", definizione con la quale si voleva trasmettere la brutale nozione della "natura umana" di Thomas Hobbes, l’idea secondo cui gli USA sarebbero una caricatura dell'Impero Romano, un impero che dovrebbe presiedere su quella che oggi viene chiamata "una società mondiale globalizzata".
Sono oggi trascorsi quasi sedici anni dal tanto celebrato "crollo del muro" che scatenò l'illusione della "fine della storia". Allora, un Bo-Bo nato dopo il maggio 1945, aveva al massimo quarantaquattro anni, mentre oggi è prossimo ai sessanta. L'eccesso di fiducia dell'epoca di George H.W. Bush alla presidenza si è dileguata sotto i colpi persistenti dello sfascio delle economie nelle Americhe e in Europa, lasciando il posto alla stanchezza ed alla paura, specialmente dopo il tracollo della bolla dell'IT nel 2000 e la sconfitta della candidatura di Al Gore nelle presidenziali dello stesso anno.

E di conseguenza...

I Bo-Bo di oggi si sono trincerati dentro le mura diroccate di un'ossessione consumistica, quella che nonostante il cumulo degli anni e dei debiti li chiama a difendere a tutti i costi uno "stile di vita" sempre più illusorio; essi nutrono inoltre la speranza che la morte poi li colga in silenzio, senza preannunziarsi e senza farli affatto soffrire. Questo li rende decisamente refrattari ai giovani di oggi che protestano: "vogliamo avere un futuro". "Ma chi siete!", protestano i Bo-Bo "questo è il nostro mondo che deve continuare ad essere quello che lo stile di vita che ci siamo scelti vuole che sia". Quando l'ultima illusione crollò, con lo scoppio della bolla finanziaria dell'IT, nella primavera del 2000, la già compromessa credibilità dei Bo-Bo di fronte ai giovani cominciò a dissiparsi sempre di più.
Questa frattura sempre più profonda nel periodo successivo al 2000, tra la generazione dei baby-boomer (o Bo-Bo) ed i loro giovani successori, presenta due dimensioni principali. Primo, ci sono da una parte i baby boomer nelle fasce alte di reddito, che appartengono a quel 20% delle famiglie più ricche, o con un analogo tenore di vita, e dall'altra c'è la generazione dei giovani, che è sempre più esclusa dal tenore di vita adottato dai benestanti della generazione adulta. Secondo, i giovani la cui ostilità verso l'ideologia dei baby boomer è temperata dall'ottimismo, dal ritenere cioè che sia possibile realizzare un futuro migliore per l'umanità, ora tendono a convergere con coloro che sono nelle fasce inferiori del reddito, con i quali sviluppano un senso di interesse comune. Per questi giovani adulti, coloro che sono nelle fasce inferiori del reddito, in cui ora è finita anche gente specializzata nel settore delle macchine utensili, rappresentano ancora un tradizionale ottimismo culturale, frammisto però alla percezione del grande pericolo immediato insito nel protrarsi della tedenza che attualmente domina gli strati superiori, coloro che i francesi chiamano Bo-Bo.
Nella distribuzione geografica e sociale dei voti favorevoli e contrari alla Costituzione Europea, nel referendum francese della scorsa settimana, ci sono delle eccezioni che confermano la regola. In ogni caso, le tendenze generali espresse sono chiare. E' stato espresso in primo luogo l'effetto di un ribaltamento del cambiamento del paradigma culturale, soprattutto tra gli strati giovanili adulti, cosa che ha trovato risonanza negli strati più ampi della popolazione, tra tutti coloro che ritengono ormai insopportabili le logore le illusioni della "globalizzazione". Dall'analisi del voto in Francia risulta una distribuzione che corrisponde alle note concentrazioni "sociologiche" attuali.
Un fenomeno simile a quello francese si verifica in Germania, con la spaccatura della cosiddetta "coalizione rosso-verde" che governa il paese. In ambedue questi casi, come altrove in Europa e anche negli USA, si afferma una tendenza verso nuove coalizioni politiche che si fondano sulla tradizionale promozione del Welfare, contro le correnti della destra. Questo prelude ad una ridefinizione difficile ma inevitabile degli schieramenti dell'elettorato e di altri schieramenti politici e sociali un po' ovunque nel mondo, specialmente in America ed in Europa. E' anche chiaro che queste nuove combinazioni faranno perno sul ruolo dei "movimenti giovanili" tra gli strati dei giovani adulti, questi generalmente tenderanno ad assumere ruoli un po' come quello del mio LaRouche Youth Movement, e forniranno così elementi essenziali nel definisce la svolta verso l'abbandono della decadenza sessantottina su ambedue le sponde dell'atlantico.

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[1] Il "cultural paradigm-shift" fu il cambiamento del paradigma culturale che da quello proprio di una società industriale divenne quello dell'attuale società post-industriale, a partire dagli anni Sessanta. Si trattò di un cambiamento epocale effettuato con la controcultura del rock, sesso, droga, ecologismo, ecc. che sta ora andando incontro ad un ribaltamento altrettanto epocale.


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