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La “Nuova Europa” di Blair incontra resistenze

L'Europa dovrebbe ascoltare lui, invece degli "uomini di ieri, Schroeder e Chirac", ha proclamato il Primo ministro britannico Tony Blair alla vigilia del suo discorso di inaugurazione del semestre di presidenza inglese dell'EU, pronunciato il 23 giugno al Parlamento Europeo a Strasburgo. In quel discorso, Blair ha detto: "Dobbiamo rinnovare... se l'Europa decide di serrare i ranghi, sperando di poter evitare la globalizzazione, sfuggire al confronto con i cambiamenti che avvengono intorno an oi, rifugiarsi nelle attuali politiche europee, allora rischiamo il fallimento, un fallimento su scala strategica." L'Europa, secondo Blair, non ha altra scelta che "modernizzare il nostro modello sociale" e smetterla di essere fissata sulle "regole e la protezione del lavoro". Blair ha anche rinnovato l'assalto contro la Politica Comune Agricola (PAC). Ha rivendicato la patente di "appassionato filo-europeo", provocando numerose risate e sberleffi dai banchi del parlamento.
Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder non ha perso tempo a ribadire la sua opposizione a Blair. In un articolo pubblicato lo stesso giorno sul tabloid Bild, Schroeder ha scritto: "L'Europa è più del mercato. E' un riuscito modello di società e di stato sociale, basato su valori, diritti e obblighi comuni. Ha preservato la pace.. coloro che vogliono distruggere questo modello sulla base di egoismi nazionali o motivi populistici commettono un reato contro le generazioni future... Non si deve diluire la nozione d'Europa in quella del semplice mercato". La dimensione sociale è importante, e comprende il ruolo dello stato, che deve essere forte, ha scritto Schroeder, chiedendo un'azione comune europea "contro il dumping dei salari e l'erosione dei diritti dei lavoratori".
Michael Sommer, capo del sindacato tedesco (DGB), dopo un incontro con Schroeder ha messo in quardia contro "massicci conflitti sociali nel caso che Blair cercasse di trasformare le sue idee in realtà politica per il resto dell'Europa". Sommer ha aggiunto che nonostante tutti i disaccordi tra il movimento dei lavoratori e il governo, il DGB sostiene la resistenza di Schroeder contro il "modello Anglosassone" di Blair.
In Italia, Blair ha riscosso simpatie dai soliti ambienti liberisti, sia nel governo che nell'opposizione. Il Commissario EU Franco Frattini ha dichiarato in un'intervista che "non possiamo lasciar solo Blair", augurandosi che Merkel in Germania e Sarkozy in Francia riescano ad allineare i loro paesi sulla rotta britannica. Nell'Unione, molti politici hanno espresso condanna per lo scarso europeismo di Blair ma apprezzamento per le sue proposte di "riforme" sociali. Altri, come l'ex premier Lamberto Dini, hanno dichiarato: "Dalla presidenza inglese non può venire niente di buono per l'Italia". E dalle file del governo, il sottosegretario all'Agricoltura Gianpaolo Dozzo ha dato l'altolà: "Non possiamo stare dalla parte di Blair." Riferendosi alla campagna britannica per ridurre i sussidi all'agricoltura, Dozzo ha detto che se si vuole mantenere l'agricoltura, bisogna finanziarla, in quanto essa non può competere con le grandi estensioni americane e con i prodotti agricoli dei paesi in cui il costo del lavoro è basso. "Gli investimenti negli altri settori, come la tecnologia, l'energia e altri, devono aumentare ma non a scapito del bilancio agricolo", ha detto Dozzo. Inoltre il Vice Primo ministro Giulio Tremonti ha rilanciato il "piano Delors" per le infrastrutture, scartando il modello britannico da lui definito "offshore".


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