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DICHIARAZIONE PROGRAMMATICA DI JACQUES CHEMINADE IN SOSTEGNO ALLA CAMPAGNA DI HELGA ZEPP-LAROUCHE PER LA REINTRODUZIONE DEL MARCO TEDESCO

[100.000 copie di questo documento saranno distribuite in Francia, da oggi fino al 18 settembre, giorno delle elezioni del nuovo Cancelliere della Germania. Jacques Cheminade, lo ricordiamo, è candidato alla Presidenza della Francia per le elezioni del 2007.]

Un Franco "Politecnico" per il Futuro dell'Europa.

Saturno divora i suoi stessi figli: vi sono momenti della storia in cui un sistema sociale diventa rapace, o tale si dimostra, per via delle sue azioni e delle sue omissioni. In quei momenti, senza esitazione, lo si deve cambiare. Ecco perché, oggi, io sono assolutamente convinto che la Francia e la Germania debbano porre fine al sistema della moneta unica europea, strumento di austerità sociale, di malthusianesimo finanziario e di disintegrazione industriale. Ecco perché sostengo pienamente Helga Zepp-LaRouche, candidata alla cancelleria tedesca, e la sua iniziativa volta a ristabilire un marco tedesco per una politica di grandi opere infrastrutturali in l'Europa. Da parte mia, propongo che la Francia ugualmente ristabilisca una valuta nazionale, un franco "politecnico", in una prospettiva europea di mutuo sviluppo.

La Pace attraverso il Mutuo Sviluppo

Mentre il sistema monetario e finanziario internazionale si disintegra e i fondi speculativi e la bolla immobiliare stanno crollando, il salvataggio dell'economia europea, e mondiale diventa la priorità numero uno. Infrastrutture, produzione, salute pubblica, educazione, ricerca e risparmio devono essere protetti dal collasso finanziario, organizzando una moratoria dei debiti impagabili e creando posti di lavoro qualificato grazie ai grandi progetti di collegamento infrastrutturale lungo le direzioni nord-sud ed est-ovest. I consumi attualmente superano la nostra produzione reale; la sfida è quella di far sì che questa torni a crescere. A questo scopo l'Europa deve investire l'equivalente di 1000 miliardi di euro ogni anno, in infrastrutture che si estendano da Lisbona a Pechino; prima di ciò occorre un programma di ricerca congiunto con investimenti che si aggirino intorno ai 200 miliardi di euro. I contributi di noi Francesi devono essere, rispettivamente, di 200 miliardi e di 20 miliardi di euro. Pensate che sia molto? Certo, ma somme ancora più elevate sono sciupate oggi nei mercati finanziari, con operazioni che generano soldi senza creare ricchezza. 200 miliardi di euro per le infrastrutture e 20 miliardi per la ricerca: prestiti e tasse non saranno sufficienti. Qualcos'altro occorre: un credito pubblico a basso tasso d'interesse e con termini dai 15 a i 50 anni, emesso da una banca nazionale, una vera "Banque de France", associata ad una vera Bundesbank dello stato tedesco. Solo la creazione di banche nazionali, legate alla valuta nazionale, potrà portare l'Europa fuori dalla prigione monetaria in cui si è relegata. Ecco che cosa è necessario per ricostruire l'Europa, riscoprendo la volontà politica da trent'anni assente. Ecco che cosa è necessario per mettere in pratica la politica del Bene Comune, esemplare per il resto del mondo, che né la destra né la sinistra sono state capaci di intraprendere, a causa della loro sottomissione ai poteri finanziari del momento. Ecco che cosa è necessario per fare dell'Europa un punto di riferimento per la pace mondiale, poiché non può esservi pace se non con un mutuo sviluppo economico. In un momento come questo in cui i falchi guerrafondai associati a Dick Cheney minacciano di bombardare l'Iran, questa nuova politica europea sarebbe il supporto migliore che possiamo offrire a coloro, negli Stati Uniti d'America, che con Lyndon LaRouche stanno combattendo per rimuovere quelle forze dal potere e per liberare la politica americana dal controllo di ciò che Eisenhower chiamò il "complesso industriale militare".

Banca Nazionale

A differenza della banca centrale, una banca nazionale ha la missione di servire l'interesse pubblico sul lungo periodo, per mezzo e in favore del pubblico. Una banca centrale, al contrario, delega l'emissione di valuta alle banche e alla compagnie di assicurazione, le quali servono interessi commerciali e finanziari a breve termine. Banca Nazionale e Franco Politecnico: non è una questione tecnica, riservata alla comprensione degli esperti, bensì un progetto politico catalizzatore. Il franco politecnico raccoglie la tradizione di Carnot, Monge e Prieur de la Côte d'Or, grembo di idee repubblicane, associata alla Rivolzione Americana contro l'ordine finanziario anglo-olandese di speculazione finanziaria e mercantile, del quale l'euro è l'ultima sfortunata avventura. Domandatevi perché, dal 1978, il potere d'aquisto dei redditi individuali sia calato del 4-8%, perché l'indebitamento della Francia dal 1980 sia cresciuto dal 20% al 65% del nostro prodotto interno lordo (€ 18000 procapite), mentre l'occupazione aumentava e la ricchezza diminuiva. Domandatevi perché, un'economia finanziaria sviluppatasi intorno al profitto a breve termine vide ad essa associarsi una cultura di realtà fittizia, di immagini e di violenza morbose, di cui il recente festival di Avignone è un esempio: il sonno dell'Europa sottomessa alla devastante globalizzazione ha generato dei mostri. Dobbiamo, pertanto, ricostruire un'Europa economica, culturale e monetaria, in conformità alle esperienze ottime della nostra comune civiltà. Questa è la missione, incarnata in un progetto di mobilitazione, alla quale ogni partito politico deve dedicarsi. Al contrario l'euro fu creato sin dall'inizio per servire le forze dell'oligarchia finanziaria che non aderisce alla logica della produzione di beni, ma a quella delle vendite nei mercati e dei profitti. L'intera storia dell'Unione Monetaria Europea lo prova. L'euro non è la valuta delle popolazioni europee, ma una valuta al servizio dei "valori degli azionisti" e dei profitti a breve, a spese del finanziamento a lungo termine delle infrastrutture di base. Attraverso la Banca Centrale Europea (BCE) e le banche centrali delle varie nazioni europee, in mano a banchieri o burocrati dei ministeri del tesoro l'euro segue le tendenze dei mercati, e soprattutto fuori dal controllo dei cittadini. Qualche anno fa, avevo personalmente proposto che fosse adottato un euro riferito all'oro, nel quadro di una politica di grandi progetti in Eurasia, in modo da allargare il concetto di grandi lavori per l'Europa, così come Jacques Delors li aveva proposti in veste di Presidente della Commissione Europea. I grandi progetti non sono stati lanciati né per la sola Europa né per l’intera Eurasia perché l'euro, nella sua vera sostanza e nelle intenzioni di coloro che lo controllano, si è rivelato totalmente contrario a una tale prospettiva a lungo termine. L'euro ha dunque segnato il suo proprio destino. Un ritorno all'emissione di valuta controllata dallo Stato, è l'espressione necessaria di una volontà politica riscoperta. Non si può lasciare il futuro dell'Europa nelle mani del Sig. Jean- Claude Trichet, eletto alla presidenza della BCE dai suoi colleghi sinarchisti, la cui esclusiva ambizione è quella di gestire i loro privilegi. Nel febbraio scorso, l'82% dei Deputati e dei Senatori riuniti a Versailles diede il consenso al Trattato della Costituzione Europea. Il 29 maggio successivo, il 55% dei Francesi votò "no". Un "no" che non è rivolto all'Europa, ma che è una richiesta di un'Europa differente. Dobbiamo dare una risposta a un tale appello! Un marco e un franco legati a rispettive banche nazionali, impiegati nei rispettivi stati e dalle rispettive popolazioni, con una politica di grandi progetti condivisi, un'Europa che non abbia nulla a che fare con i giochi d’azzardo della grande finanza, ma con l'economia fisica, un'Europa che costruisce il proprio futuro. Con questa sovranità riscoperta, le politiche delle banche nazionali devono essere strettamente associate ai progetti, non alle relazioni tra poteri, o a statistiche di scambio valutario. Su questo piano di realtà, l'Europa del futuro, senza utopie federaliste o scioviniste, potrà essere infine costruita. La Francia necessita di persone che indichino la strada, che illuminino il suo futuro e che mantengano le promesse. Un socialismo alla Jaurès, un gaullismo che rompa con i poteri stabiliti, un cristianesimo sociale, un islam di giustizia e un giudaismo universale, potranno unirsi sulla riva dello stesso fiume, leale con la sua fonte nel servire le future generazioni.


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