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Il crac globale che avanza

Bill Gross, capo della PIMCO, la più grande società di fondi del gruppo Allianz, sostiene che forse siamo “solo a pochi mesi” dal tracollo della bolla immobiliare negli Stati Uniti.
Nell’Investment Outlook di settembre Gross scrive: “Ho proprio la sensazione che per gran parte dei nostri mercati dei titoli di rischio (e di conseguenza anche l’economia interna e globale visto che sono così dipendenti dalla rivalutazione degli assets) sia già suonato mezzogiorno”. Ha anche fatto riferimento alle recenti esternazioni di Greenspan secondo cui i prezzi degli assets non sono sostenibili e se scendono causerebbero una “liquidazione del debito”. Dopo l’Inghliterra e l’Australia anche negli Stati Uniti il mercato immobiliare mostra i primi segni di stagnazione. “Se s’interrompe la crescita della bolla del mercato dei titoli immobiliari, se tra poco si sgonfia o scoppia, (ed io sospetto che siamo a pochi mesi dalla prima di queste tre possibilità) è allora necessario che gli investitori comincino a prepararsi per il verificarsi della ‘liquidazione del debito’ di cui parla Greenspan”. Gross ha raccomandato agli investitori di abbandonare i titoli finanziari che ora riscuotono alti primi di rischio.
L’8 settembre il Financial Times ha pubblicato un commento di Mohamed El-Erian, managing director della PIMCO, che sottolinea l’urgenza di “una leadership politica” per affrontare Katrina ma anche le bolle dei titoli finanziari. “Sembra che attualmente manchi un approccio mondiale complessivo alle sfide che sono state rese ancor più difficili da Katrina ... C’è dunque una necessità di leadership politica che sia capace di riconoscere la natura delle interconnessioni nei cambiamenti strutturali internazionali, le dimensioni delle regolamentazioni che occorrono per sgonfiare certe bolle e l’esigenza di rispondere flessibilmente alle sfide emergenti dalla tragedia Katrina. Più una tale leadership è assente e maggiore è il rischio di un rallentamento economico pronunciato e di dissesti del mercato finanziario”.
Il direttore della ricerca del FMI, Raghuram G. Rajan, ha pronunciato un discorso intitolato “Gli sviluppi finanziari hanno reso il mondo più rischioso?” ai vip del mondo bancario riuniti a Jackson Hole alla fine di agosto. “Negli ultimi trent’anni, i sistemi finanziari nel mondo hanno subito cambiamenti rivoluzionari. Si può acquistare grandi quantitativi a tassi più bassi che mai, investire in strumenti molteplici, adatti ad ogni profilo di rischio e profitto possibile, e condividere il rischio con qualsiasi sconosciuto in ogni parte del globo. Questi benefici indiscutibili hanno un prezzo? Abbiamo accettanto senza rencercene conto un patto faustiano, cedendo il più delle volte un welfare maggiore per una possibilità ristretta di uno sfascio catastrofico?” Rajan riconosce che i nuovi strumenti finanziari come i derivati sul credito hanno effettivamente creato “una maggiore (sebbene ancora piccola) probabilità di sfascio catastrofico”.


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