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La speculazione degli hedge funds

L'incontro del 23 settembre dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali del G-7 si è di nuovo concluso con il rifiuto di prendere qualsiasi misura seria contro la speculazione sui prezzi petroliferi. In un discorso del 22 settembre a New York, Jochen Sanio, direttore dell'ente tedesco per la supervisione bancaria, BaFin, ha parlato dei crescenti problemi causati dai derivati e dagli hedge funds. Secondo Sanio si sta prospettando una nuova catastrofe dei derivati come quella della Long-Term Capital Management (LTCM), avvenuta sette anni fa. “Deve accadere, ma nessuno al momento sa che cosa fare. Per questo motivo sono terrorizzato”. Già a maggio Sanio aveva pubblicamente deprecato il fatto che i suoi appelli per una regolamentazione più severa degli hedge funds fossero stati sistematicamente respinti a livello internazionale.
Nel settembre 1998 le principali banche mondiali dovettero organizzare insieme il salvataggio del fondo LTCM, altrimenti l'intero sistema finanziario sarebbe crollato, come è stato poi candidamente ammesso da Michel Camdessus, che all'epoca era a capo del FMI. Oggi le grandi banche e “l'industria” degli hedge funds sono molto più indistricabilmente legate tra loro di quanto non lo fossero sette anni fa. I traders delle banche hanno dato vita a migliaia di nuovi hedge funds con cui operano in attività non regolamentate, ad alto rischio, dalle quali le banche sono obbligate ad astenersi. Come essi operino “per procura” è evidente dal sostegno che banche estendono agli hedge funds con crediti e infrastrutture. A questo “prime brokerage”, cioè il rapporto tra banche e hedge funds, la Banca Centrale Europea ha dedicato uno studio da cui risulta che le tre banche più legate agli hedge funds sono Morgan Stanley, Goldman Sachs e Bear Sterns. La prima coopera strettamente con 398 hedge funds, la seconda con 341 e la terza con 299. Seguono poi USB (98), ABN Amro (72), Citigroup (69), Deutsche Bank (67), Lehman Brothers (60), CSFB (53), Merrill Lynch (39) e Credit Agricole (34). Per quanto riguarda l'esposizione verso gli hedge funds, la graduatoria è guidata da Morgan Stanley, con 66 miliardi di dollari, Bear Stern con 52 e Goldman Sachs con 51.

Hedge funds: il controllo di Londra sull'afflusso di capitali negli USA

Il 16 settembre il Tesoro USA ha creduto di dare una buona notizia riferendo che a luglio l'afflusso di capitali negli USA è stato di 87,4 miliardi. Luglio è così al secondo posto nella graduatoria dell'anno. Lo stesso giorno il dollaro ha registrato un'impennata, dovuta alla convinzione che agli stranieri piaccia finanziare il deficit commerciale USA che ormai raggiunge la quota di 1000 miliardi l'anno. Analizzando le cifre raccolte dal Tesoro paese per paese risulta però una drastica alterazione della composizione degli investitori stranieri. Fin ora questi capitali provenivano in prevalenza dai paesi asiatici, ma adesso si sta affermando sempre di più una componente proveniente dalla City di Londra e dai mercati off-shore non regolamentati. Degli 87,4 miliardi di luglio vantati dal Tesoro, 50,4 miliardi sono di tale dubbia provenienza: 25,8 dall'Inghilterra, 8,6 miliardi dalle Bahamas, 4,5 miliardi dalle Cayman e 11,5 miliardi da altre isole caraibiche. Il totale dei paesi asiatici raggiunge i 27,8 miliardi di cui 13,8 dalla Cina, 5,1 da Hongkong e 4,9 dal Giappone.

 


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