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L’opposizione istituzionale alla politica di Bush

In due interviste, a Meet the Press della NBC e alla ABC, il 18 ottobre, l'ex presidente Bill Clinton ha criticato l'indebitamento eccessivo degli Stati Uniti per far fronte alle spese di guerra in Iraq e in Afghanistan, oltre a quelle per le emergenze degli uragani.
L'intervista per la ABC è stata condotta da George Stephanopoulos il quale ha fatto notare a Clinton che Bush “non ascolta i suoi consigli”. Secondo l'ex presidente, Bush dovrebbe smetterla di ridurre le tasse ai ricchi e il Congresso dovrebbe impegnarsi più decisamente in questa battaglia. “Dal 2001 l'1 per cento dei più ricchi ha ottenuto quattro tagli alle tasse” e questo ha provocato “il grande deficit strutturale”, ha detto Clinton. Gli americani dovrebbero rendersi conto di come “ciascun giorno dell'anno il governo si rivolga al mercato dove prende in prestito da altri paesi ciò che serve per finanziare la guerra in Iraq, in Afghanistan, Katrina e i tagli delle tasse. Questo non ha precedenti; nella storia di questa repubblica i conflitti militari non sono stati mai finanziati chiedendo prestiti a qualcun altro”. Dipendere dalla Cina, dal Giappone, dalla Corea del Sud e dal Medio Oriente “è sbagliato”.
A proposito della politica verso l'Iraq, Clinton ha detto che “almeno per il momento non funziona”, ed ha aggiunto: “non ho sostenuto ciò che si stava facendo” in Iraq, ma ho solo favorito il ricorso alla forza laddove fosse necessario, visto che Saddam Hussein “non ha mai fatto qualcosa senza esservi costretto”. Gli Stati Uniti hanno perso credibilità e così l'amministrazione ha deciso di “lanciare quest'invasione, praticamente da sola, e prima che gli ispettori dell'ONU avessero completato la loro opera, senza una vera urgenza, senza prove che vi fossero armi di distruzione di massa...”
Il 19 settembre è stata la volta dei senatori John Kerry e John Edwards, i candidati democratici alle presidenziali del 2004. Alla Brown University Kerry ha criticato l'incapacità di Bush di far fronte all'emergenza Katrina ed ha poi ironizzato sul fatto che è la prima volta che Bush ammette di aver commesso un errore, notando che “riconoscere di avere un problema è il primo passo verso la guarigione”, alludendo così ai problemi mentali di Bush. Dopo aver parlato delle condizioni in cui si trovano le vittime dell'uragano, Kerry ha elencato i tanti segni premonitori bellamente ignorati da Bush che se ne stava in vacanza. Kerry ha promesso un suo piano di ricostruzione.
In un discorso a Washington il sen. Edwards ha criticato la politica dell'amministrazione Bush che non fa che aumentare la povertà. Rientrato da un viaggio nelle zone disastrate, Edwards ha raccontato che la gente non ottiene il lavoro promesso nelle opere di sgombro, risanamento e ricostruzione. Non è vero, come dice Bush, che la gente vuole una “America ricca”, ha concluso Edwards, la gente vuole “un'America in cui c'è lavoro”.

Il Senato USA prende di mira i profitti delle imprese petrolifere

Il centro di studi politici dei senatori democratici, presieduto dal sen. Byron Dorgan, ha tenuto il 19 settembre delle audizioni sul prezzo dei carburanti per stabilire come le imprese petrolifere stiano moltiplicando i propri profitti alla spalle della piccola e media industria e dei numerossimi lavoratori pendolari. La sen. Diane Feinstein ha esplicitamente paragonato la situazione attuale all'estorsione orchestrata dalla Enron ai danni dei californiani nel 2000-2001 ed ha riferito come la ExxonMobil, la Conoco-Philips, la BP e la Shell insieme stiano accumulando profitti intorno agli 84 miliardi di dollari nel 2005.
Secondo il sen. Dorgan l'impennata dei prezzi dei carburanti va attribuita a tre fattori: il fatto che i ministri dell'OPEC s'incontrino a porte chiuse per decidere quanto petrolio produrre; la concentrazione verificatasi nel settore petrolifero con le grandi fusioni e acquisizioni del 1999-2000; e il fatto che il mercato a termine sia dominato dalla speculazione selvaggia. Dorgan ed altri senatori hanno chiesto la regolamentazione dell'industria petrolifera per impedire il rincaro ingiustificato dei prezzi.

Disegno di legge per la ricostruzione

I senatori della Louisiana Mary Landrieu e David Vitter hanno ufficialmente presentato il 22 settembre un programma di ricostruzione nella regione devastata dall'uragano Katrina per un valore complessivo di 250 miliardi di dollari.
La proposta, che porta il nome Hurricane Katrina Disaster Relief and Economic Recovery Act, prevede anche la costituzione di una commissione che stazierebbe 40 miliardi al genio militare per le grandi opere idrauliche, dagli argini protettivi alla navigabilità nell'intera regione.
Il ddl elenca in dettaglio le varie categorie che hanno bisogno di investimenti: agricoltura, grandi opere idrauliche, istruzione, ambiente, ripristino delle attività economiche, protezione civile, facilitazioni finanziarie, sanità, edilizia abitativa, assistenza ai lavoratori, ripristino delle strutture militari, sgravi fiscali, sostegni al commercio, ripristino dei trasporti.

Dietro Katrina, quarant'anni di degrado infrastrutturale

Mike Parker, ex direttore del genio militare (US Army Corps of Engenieers - USACE), ha spiegato il 21 settembre alla rivista EIR che “il problema che adesso ci troviamo ad affrontare è il fallimento della politica delle infrastrutture che stiamo seguendo da quarant'anni.” “C'è un rapporto diretto tra livelli di vita e infrastrutture. E questa è una responsabilità del governo”, anche se si tratta di qualcosa che la maggior parte degli americani non ha capito, ha spiegato Parker. Se si lasciano decadere le infrastrutture, decadono anche i livelli di vita. Per questo “adesso paghiamo il prezzo” di aver “trascurato il futuro completamente per quarant'anni”. Parker ha quindi notato che occorrono dai dieci ai vent'anni per ricostruire le infrastrutture, e “quelle che costruiamo non sono per noi ma per i nostri figli e nipoti”, come ben sapevano i politici, almeno in passato. Parker è stato deputato del Mississippi al Congresso tra il 1989 e il 1999.
Un caso esemplare del degrado infrastrutturale è quello del controllo delle acque a Brownswille in Texas. “Ci sono 200 mila persone a Brownsville e un altro milione al di là del fiume a Matamoros [in Messico]”, se l'uragano Rita si abbatte direttamente su quella regione “si potrebbe verificare un disastro paragonabile a quello di New Orleans”.
Nel marzo 2002 Parker si era battuto per ottenere dal Congresso un aumento del 150% del bilancio assegnato al Genio dall'amministrazione Bush, e per tutta risposta fu licenziato in tronco dall'amministrazione Bush. Il 21 settembre scorso però diversi senatori hanno voluto incontrarlo per discutere il finanziamento delle infrastrutture.

 


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