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“L’asse della pace” si contrappone ai guerrafondai neocon

Circa 150 rappresentanti di 37 paesi di ogni continente si sono incontrati a Bruxelles il 17 e 18 novembre per una conferenza dal titolo “L’asse della pace”. All’avvenimento, organizzato dalla rivista francese Reseau Voltaire, il movimento di LaRouche è stato rappresentato da Helga Zepp-LaRouche, Jacques Cheminade e Christine Bierre.

Erano in programma interventi dell’ex segretario generale dell’ONU Boutros-Ghali, il segretario della Lega Araba Amr Moussa, l’ex premier libanese Salim Hoss, il parlamentare israeliano Ahmed Tibi, l’ex funzionario dei servizi USA Ray McGovern, l’ex ministro tedesco von Bülow, diverse altre personalità civili e militari (alcune attualmente in carica) di Russia, India, Cina, di alcuni paesi latinoamericani e di gran parte dei paesi europei. Alcune di queste personalità hanno poi dovuto rinunciare a motivo delle pressioni da parte dell’amministrazione Bush.

Lo scopo di questa conferenza, che si terrà anche l’anno prossimo e che ha già costituito una segreteria permanente, è denunciare “la logica della guerra che si sta gradualmente imponendo nei rapporti internazionali”, il “riarmo unilaterale degli Stati Uniti”, le guerre ingiustificate in Afghanistan e Iraq, e “le aperte minacce rivolte a Siria e Iran”. Soltanto i “principi della legge internazionale e della coesistenza pacifica offrono un’alternativa” al crescente pericolo di guerra, afferma il documento conclusivo della conferenza. Nello spirito delle conferenze dell’Aia (1899, 1907) e di Bandung (1955), la conferenza di Bruxelles propone che si studino “i conflitti e le interferenze contemporanei costruendo un discorso qualitativo ed efficiente a favore della pace”.

La conferenza si riproponeva inoltre di creare le condizioni in cui molte delle personalità invitate, demonizzate dall’amministrazione Bush-Cheney, potessero incontrarsi e presentare le proprie ragioni ai mezzi d’informazione internazionali che operano in sintonia con gli organizzatori della conferenza: tra questi Al Jazeera, Gulf News, Russia Today, Tele Sur, IRIB News (Iran), Dubai TV, American Free Press, ecc.

Nel suo intervento nel corso della sessione plenaria, Helga Zepp-laRouche ha portato ai presenti un messaggio di ottimismo riferendo sullo scontro in corso negli USA per allontanare Cheney dal potere. Cheminade ha partecipato ad una tavola rotonda sulla necessità di difendere la sovranità culturale dalla “egemonia contro-culturale dell’impero anglo-americano”, denunciando in particolare il Congress of Cultural Freedom (CCF) e la sua vasta eredità odierna, tra le prime responsabili del degrado culturale oggi diffuso.

La dichiarazione della conferenza denuncia la “coalizione militare” che mira allo “sfruttamento incontrollato delle risorse mondiali e delle riserve energetiche” e che ricorre “ad ogni forma di interferenza”. “Per “giustificare la propria sete di conquista, essa costituisce formazioni terroristiche da manipolare e creare così pretesti per azioni militari, diffondere teorie di un complotto islamico mondiale e alimentare i conflitti tra le civiltà”. Il presidente di Reseau Voltaire Thierry Meyssan, che è stato sottoposto ad una raffica di calunnie da quando osò affermare che l’11 settembre 2001 fu possibile grazie alla complicità di elementi nelle élite di potere negli Stati Uniti, ha affermato di prevedere, a seguito del successo della conferenza di Bruxelles, il momento in cui “un modo nuovo di fare politica internazionale, a difesa delle repubbliche e delle popolazioni” diventerà egemone a livello mondiale.


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