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Emergono nuove menzogne di Cheney

28 novembre, EIR – Sul Los Angeles Times del 20 novembre è apparso un ampio articolo basato su interviste a cinque funzionari dei servizi tedeschi BND, dalle quali emerge che le accuse sui presunti laboratori mobili dell'Iraq di Saddam provengono da un'unica fonte che porta il nome in codice di “Curveball”. Si sapeva che il personaggio in questione era un ubriacone inventastorie. Ai funzionari americani era stato ripetuto che le informazioni di Curveball erano sospette e inaffidabili, ma grazie alla “corsia preferenziale” decisa da Cheney nei servizi, le fandonie di Curveball arrivavano dritte sul tavolo del sottosegretario alla Difesa Doug Feith, che da solo produsse ben 75 rapporti di intelligence basati su quelle frottole. Il famoso discorso del 5 febbraio 2003 di Colin Powell al Consiglio di Sicurezza, con cui giustificò la guerra, conteneva il materiale fabbricato da Curveball. Nell'articolo del Los Angeles Times si legge: “Powell ha detto che nei tre giorni di intenso lavoro di aggiornamento nel quartier generale della CIA, prima del discorso all'ONU, non gli è mai stato detto che le informazioni che stava usando erano state riconosciute false dalla DIA e dalla CIA. 'Potete capire che la cosa non mi è piaciuta', ha detto Powell. 'Ciò che proprio non mi è piaciuto è che su quel tizio c'era già una «burn notice» [una specie di contrassegno di inattendibilità], e persone presenti ai miei aggiornamenti ne erano al corrente'.”
Il funzionario del BND tedesco che si occupò della fonte Curveball ha riferito ai giornalisti che quando egli e i suoi coleghi sentirono Powell usare le frottole di Curveball per giustificare la guerra, rimasero “di stucco ... Mein Gott! Avevamo sempre detto loro che non c'erano prove, che l'informazione non aveva la fondatezza necessaria”.
L'articolo passa poi a spiegare come le fonti di Curveball e della CIA usate per “corroborare” le informazioni, fossero parte della vasta rete dei falsificatori di informazioni dell'Irak National Congress di Ahmed Chalabi, e che i funzionari della CIA che avevano evidenziato l'inattendibilità di Curveball erano stati emarginati o licenziati.
Del caso Curveball si è parlato anche in Germania. In un servizio dedicato al caso, l'emittente radiofonica nazionale DLF ha spiegato come Cheney abbia deliberatamente scelto fior da fiore, tra le informazioni inattendibili, gonfiando ciò che gli faceva comodo per giustificare la guerra. Il settimanale Die Zeit pubblicò già il 1 aprile 2004 una denuncia di Curveball mettendo in guardia dal tentativo di ambienti USA di scaricare poi le responsabilità delle informazioni fasulle sul BND. I funzionari del BND hanno ribadito di aver più volte avvertito che le informazioni di Curveball erano molto sospette e non confermate.
Il sito d'informazione tedesco Telepolis pubblicò il 24 agosto un articolo sulla storia di Curveball in cui ricostruiva i legami diretti alla macchina di disinformazione di Chalabi, a sua volta opera di elementi del Pentagono legati a Cheney, specialmente quelli dell'Office of Special Plans (OSP). Telepolis riferì che l'INC di Chalabi passava informazioni contraffatte ad enti stranieri da dove poi queste venivano girate agli USA, cercando di camuffare la fonte originale. Chalabi veniva inoltre presentato come un uomo dell'OSP del Pentagono, sotto la direzione di Bill Luti. Quest'ultimo si è vantato in più occasioni di lavorare direttamente per Lewis Libby, il capo di gabinetto di Cheney, attualmente indagato per aver mentito al gran giurì nel caso di Valerie Plame.
Il 22 novembre Murray Waas ha scritto sul National Journal che la Casa Bianca ha respinto la richiesta, da parte della Commissione servizi del Senato (SSCI), di visionare due documenti della CIA dai quali risulterebbe che la Casa Bianca sapeva già in data 21 settembre 2001 che non c'era alcun legame tra Al Qaeda e Saddam Hussein, dunque nessun legame tra l'Iraq e i misfatti dell'11 settembre.
La prima era un'informativa per il briefing quotidiano del Presidente e la seconda era un promemoria più approfondito sul tema Saddam/Al Qaeda.
Per tutta risposta allora fu creata, nell'ufficio di Doug Feith, una “Irak intelligence cell”, un organismo non autorizzato di raccolta e analisi delle informazioni. All'inizio questa struttura contava su Michael Maloof, presunto “giornalista” neocon e acceso sostenitore del Likud, e su David Wurmser, esponente di un gruppo di facciata dei servizi israeliani. Feith incaricò i due di raccogliere spezzoni di informazioni che facevano comodo per creare “intelligence” alternativa.
Waas riferisce che stando alle informazioni del SSCI e della Commissione sull'11 settembre, Maloof e Wurmser produssero tra il 2001 e il 2002 rapporti mirati a contraddire le valutazioni della CIA e altri enti ufficiali. Tra le perle prodotte c'è un presunto incontro di Mohammed Atta con emissari dello spionaggio iracheno nella Repubblica Ceca, un anno prima dell'11 settembre 2001. I servizi USA, tra cui anche la FBI, furono impegnati a fondo a controllare le circostanze del caso e conclusero che l'incontro non è mai avvenuto. Nondimeno, Cheney continuò a sbraitare sui legami tra Atta e Iraq per un lungo periodo dopo la certificazione del falso.
Nel gennaio 2002 il duo Maloof-Wurmser fu sostituito da due ufficiali di riserva della Marina. Maloof perse il diritto di accedere alle informazioni riservate mentre Wurmser passò nell'ufficio di John Bolton, allora primo funzionario per il controllo degli armamenti nel Dipartimento di Stato, e poi direttamente al servizio di Cheney, come esperto mediorientale.
L'unità di Feith continuò a produrre contraffazioni che arrivavano sulla scrivania di Cheney grazie alla corsia preferenziale. Ripropose di nuovo la storia screditata del nesso tra Saddam ed Al Qaeda in un rapporto in cui si può leggere a margine un'annotazione a penna di Cheney: "Davvero molto buono ... incoraggiante ... non le stupidaggini che siamo abituati a ricevere dalla CIA”.


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