Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Si riapre l'indagine sul Nigergate in America. Il SISMI porti il "Dossier Ledeen" in Parlamento

di Paolo Raimondi, presidente del Movimento
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Il Los Angeles Times ha scritto il 3 dicembre 2005 che il Federal Bureau of Investigation ( FBI) ha ricevuto l'ordine di riaprire le indagini sul Nigergate in quanto sono state raccolte nuove informazioni e “alcuni personaggi hanno incominciato a cooperare con gli investigatori”.
Questa nuova indagine dovrà prendere in considerazione il ruolo svolto da Micheal Ledeen, il neoconservatore dell'American Enterprise Institute che da trent'anni fa il bello e cattivo tempo anche in Italia, in compagnia dei servizi segreti paralleli e delle reti della P2 di Licio Gelli & co.
La storia degli acquisti di uranio in Niger da parte del regime di Saddam è la bugia principale dietro la guerra in Iraq e può diventare la pietra tombale, l'impeachment, per il super falco della Casa Bianca, il vice presidente Dick Cheney, che sulla base di queste fabbricazioni ha spinto l'Amministrazione USA nell'avventura delle guerre preventive.
Il suo braccio destro, Lewis “Scooter” Libby si è già dovuto dimettere quando il procuratore speciale Patrick Fitzgerald ha potuto dimostrare che era stato lui a rivelare che Valerie Plame era un agente della CIA, come rappresaglia contro il di lei marito, l'ambasciatore Joe Wilson, che dal febbraio 2002 aveva ufficialmente denunciato la storia dell'uranio del Niger come una bufala.
La bugia era stata architettata a Roma con la partecipazione di Rocco Martino, un personaggio dei servizi segreti paralleli di casa nostra e di altri paesi. È importante notare che nel dicembre 2001 Michael Ledeen, insieme a due personaggi dell'Office for Special Plans del Pentagono, Larry Franklin (nel frattempo incriminato in USA per spionaggio a favore di Israele!) e Harold Rhode, e al trafficante di armi iraniano Manucher Ghorbanifar, famoso per lo scandalo dell'IranContra nel periodo di Bush padre, si trovavano a Roma per incontrare i capi del nostro servizio segreto militare e altri referenti istituzionali, e un gruppo di cittadini iraniani legati a queste reti, con i quali incontri e concertazioni si sono protratti per tre giorni.
La precedente indagine sul Dossier Niger doveva solo accertare se vi fosse stata “un'intenzione fraudolenta e criminale” allo scopo di ottenere “benefici finanziari” a scapito di cittadini o enti americani. Solamente un mese fa, interpellata dal settimanale di area democratica Executive Intelligence Review, dell'economista e politico americano Lyndon LaRouche che guida la campagna “Impeach Cheney”, la FBI aveva risposto che “non vi erano state vittime di una simile frode finanziaria, secondo la legge americana”.
Adesso il Los Angeles Times ha scritto che “l'indagine cercherà di provare se il falso dossier sia stato promosso da cittadini americani che sostenevano l'invasione dell'Iraq, o da membri del'Iraq National Congress ( INC)” di Ahmad Chalabi, il tirapiedi di Rumsfeld e Cheney che aveva promesso una facilissima vittoria in Iraq.
Anche il senatore democratico Jay Rockefeller, co-presidente del Comitato sui servizi segreti del Senato, ha richiesto all'FBI di riaprire l'indagine e di sentire tra gli altri anche il famigerato Rocco Martino, che, stranamente, non è mai stato formalmente interrogato.
E' per questo motivo che rinnovo la richiesta rivolta al Parlamento italiano e al gen. Pollari, capo del SISMI, di rendere disponibile il dossier raccolto dai nostri servizi segreti sul conto di Michael Ledeen e le sue attività in Italia, per chiarire soprattutto il ruolo da lui ricoperto nella falsa storia dell'uranio del Niger, dossier di cui lo stesso Pollari aveva ammesso l'esistenza.


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