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LaRouche LIVE su internet

23 febbraio ore 19 (ora italiana)

collegarsi qui: www.larouche.pac


Il ruolo strategico del Partito Democratico USA

Alla vigilia del suo prossimo intervento strategico nella politica americana, in programma con una “webcast” teletrasmessa il 23 febbraio, il fondatore dell’EIR Lyndon LaRouche ha pubblicato un documento preparatorio per una piattaforma politica del Partito Democratico USA intitolato: “L’eredità di Franklin Roosevelt”.

LaRouche prende atto del fatto che l’assedio democratico alla presidenza Bush/Cheney, che aveva di fatto annullato la perniciosità strategica del governo americano, ha subito una battuta d’arresto con la vicenda della nomina del giudice costituzionale Sam Alito, dove i democratici hanno rinunciato a dare battaglia. Le conseguenze strategiche di quella rinuncia sono gravi e immediate, spiega LaRouche, che si riferisce ovviamente al rilancio della politica di “guerra permanente” da parte di un’amministrazione che si sente le spalle coperte da una Corte Suprema in mano ai seguaci di Carl Schmitt. LaRouche rimprovera la dirigenza democratica anche di non aver saputo sfruttare l’opportunità offerta dall’incidente di caccia del Vicepresidente Dick Cheney per ribaltare la situazione.

Per rilanciare un contropolo alla deriva strategica, LaRouche sente il bisogno di ricordare al Partito Democratico che questa è la sua funzione e che per svolgerla esso deve attingere alla tradizione di Franklin Delano Roosevelt. All’inizio dello scritto LaRouche afferma:

“Democratici di spicco hanno recentemente commesso l’errore di presumere, cosa che noi dobbiamo subito correggere, che le questioni fondamentali possano essere rinviate a dopo le prossime elezioni di metà legislatura, che si terranno a novembre, quando un aggravamento della crisi attuale si sarà già verificato… Come avremmo dovuto riconoscere dopo quel fiasco quasi completo che sono state le audizioni al Senato per la conferma di Samuel Alito alla Corte Suprema USA, ritardi di questo tipo nell’affrontare le questioni strategiche, condurrebbero il partito democratico nella stessa situazione di pesci boccheggianti sulla spiaggia, dove sono stati sbattuti dalla mareggiata politica in corso.

“Per questo motivo, l’assenza di un programma in tale occasione, ha fatto cadere il partito vittima, si spera solo per quella occasione, degli effetti deleteri degli stessi sofismi opportunistici che condussero l’Atene dell’antichità nel disastro delle Guerre Peloponnesiache. Quegli effetti deleteri vanno intesi soprattutto come un sintomo del fatto che il partito sta abbandonando i punti di forza su cui si regge sin dall’elezione del Presidente Franklin Delano Roosevelt, nel 1932. L’abbandono della politica rooseveltiana di alleanza produttiva ha fiaccato la nostra migliore capacità di promuovere forme dinamiche di sviluppo interdipendente tra le infrastrutture economiche di base, coordinato con lo sviluppo dei coltivatori diretti, il progresso industriale, e iniziative scientifiche tanto robuste quanto coraggiose. … Gli effetti demoralizzanti del ripudio di una società produttiva per abbracciare un orientamento verso la “società post industriale”, si sono impossessati della vita politica USA fino a soffocarla sempre di più negli ultimi quattro decenni.

“Ciò nondimeno, gran parte della dirigenza del partito democratico è riuscita a collaborare in maniera fruttuosa, a partire dalla fine dell’estate del 2004, nel prendere decisioni politiche in questo primo anno del secondo mandato presidenziale di George W. Bush. La vitalità dimostrata da questi sforzi nel corso del 2005 si è però indebolita all’inizio del 2006, tanto che le prospettive promettenti della dirigenza democratica al Senato e alla Camera dei Rappresentanti nel corso del 2005 si sono dileguate nelle prima settimane del 2006. E’ chiaro che se una chiara prospettiva programmatica non sarà dichiarata in maniera precisa e ben fondata, il partito non sarà in grado di recuperare la vitalità che esso ha manifestato nel corso del 2005.

“Giacché le questioni economiche e strategiche più cruciali del 2006-2008 rientrano nel campo della mia speciale esperienza, mi sento chiaramente obbligato a fornire al Partito Democratico una chiara prospettiva strategica la cui messa a punto dipende in larga misura dalla mia speciale competenza nelle questioni che hanno assunto un’importanza cruciale.

 


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