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Le tre dimensioni della crisi attuale

     

Il 9 marzo Lyndon LaRouche è stato intervistato in diretta alla radio inglese Talksport dal giornalista James Whale. L'economista e leader politico americano ha sottolineato il concorrere di tre fattori di portata strategica: 1) l'iniziativa anglo-americana mirante a lanciare una nuova crociata contro l'Islam che passa per lo scontro con l'Iran; 2) la provocazione rappresentata dalla cooperazione sull'energia atomica che gli USA hanno offerto all'India in barba al trattato di Non Proliferazione Nucleare, e 3) l'imminenza di grandi turbolenze finanziarie su scala globale a seguito della fine del "carry trade". Il concorso di questi tre fattori definisce una crisi della civiltà che esige molta pazienza in campo diplomatico e soprattutto saggezza per evitare un disastro.

Sul tema dell'Iran, LaRouche ha accennato ai preparativi per l'intervento militare dell'amministrazione Bush: “Un attacco aereo sul territorio condotto da forze diverse, provenienti da basi come quella dell'Air Force di Offutt. Il via libera non è stato ancora dato, ma questo è ciò che si ripromette gente come Cheney.
“Ritengo che così ci stiamo cacciando nei guai. In Iran si sono tenute delle elezioni di recente e, come accade normalmente dopo ogni elezione, ci sono delle complicazioni interne da risolvere. Questo era il momento sbagliato per gli interventi pesanti.
“La situazione è tale per cui un accordo con la Russia e la Cina, su questo tema, è possibile. Sia El Baradei che l'AIEA possono ancora farcela. Una soluzione è ancora a portata di mano, anche se richiederà ancora tempo e pazienza. Le trattative potranno risultare molto laboriose perché si ha a che fare con fazioni diverse in Iran e questo è qualcosa da tenere in debito conto. Ma una via d'uscita sicura c'è, si tratta di un'apertura a cui per fortuna hanno provveduto gli europei, in particolare, e si può contare sull'intervento della Russia, forte del sostegno della Cina, per quanto riguarda gli aspetti delle Nazioni Unite.
“Negli Stati Uniti stiamo commettendo delle follie, dopo aver già provocato in Iraq un disastro incredibile.
“Un conflitto esteso all'Iran non offrirà vie d'uscita attualmente prevedibili. C'è certa gente che è disperata. E suppongo che il ministro degli Esteri britannico Jack Straw e compagnia abbiano giocato la carta di Bernard Lewis, della vecchia guardia dell'Arab Bureau, la carta della guerra contro l'Islam. L'aspetto essenziale, in sostanza, è che stiamo alimentando una guerra globale contro l'Islam. Un ritorno alle Crociate, alle guerre di religione del 1492-1648, cose del genere”.

Parlando poi del viaggio di Bush in India, LaRouche ha spiegato come esso non abbia fatto altro che aggiungere una nuova dimensione alla crisi, ma ha prima chiarito il contesto: “Siamo arrivati ad un punto in cui occorre ribaltare la tendenza degli ultimi trent'anni a soffocare l'energia nucleare. Ci troviamo di fronte a dei problemi seri con le materie prime, le cui riserve si stanno assottigliando, e questo vale soprattutto per l'acqua. C'è un problema globale che riguarda le falde acquifere. Pertanto è necessario ricorrere diffusamente a dei reattori nucleari ad alta temperatura e raffreddati a gas, dai 120 ai 200 MW per l'impiego normale e da 800 MW per la produzione di carburanti a base di idrogeno. Grazie all'alta densità energetica dell'energia nucleare si possono così produrre per sintesi o comunque raffinare le materie prime necessarie, compresa l'acqua.
“Così, ciò che gli Stati Uniti hanno compiuto stupidamente, con l'operazione indiana, ha fatto esplodere le contraddizioni del Trattato di Non Proliferazione, che si trascinano in vario modo dagli anni Cinquanta [in altra occasione LaRouche ha spiegato che offrendo all'India la cooperazione nucleare, cosa che il trattato non consente agli USA di fare, proprio perché l'India non lo ha mai firmato, Bush ha in pratica stracciato quell'accordo in virtù del quale fa pressioni sull'Iran]. Siamo così arrivati al punto in cui il vaso è stato aperto e dobbiamo decidere quale politica nucleare vogliamo adottare, in modo che rappresenti un cambiamento, che ci consenta l'impiego del nucleare su larga scala per rimediare ai tanti problemi dell'economia fisica, che ormai sono prossimi a diventare esasperanti, o che lo stanno diventando per le prossime generazioni”.

LaRouche ha parlato infine dello sfascio imminente del sistema finanziario globale:
“Adesso sta arrivando qualcosa di grosso, qualcosa che si stava già preparando ed è conseguenza del problema giapponese del carry trade [la pratica finanziaria delle grandi banche che prendono a prestito soprattutto yen, ma anche altre monete, a tasso d'interesse zero o quasi, per poi investire in titoli che danno un alto rendimento - ndr]. Un tracollo del carry-trade giapponese, in una misura o nell'altra, si trasmetterà a tante altre situazioni pronte a crollare nel sistema finanziario. Abbiamo di fronte una delle più gravi crisi finanziarie della storia moderna e dobbiamo fare qualcosa per affrontarla. Si tratta di una situazione che va nella direzione opposta alle forme di cooperazione di cui abbiamo bisogno per riorganizzare un sistema finanziario e monetario in bancarotta, e rimettere in moto effettivamente l'economia fisica”.

Vedi anche:

La questione iraniana: detonatore di una bomba monetaria globale


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