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In Europa cresce il disagio per le politiche sinarchiste

17 marzo 2006 – Abbiamo più volte sottolineato come l'ossequio ai dettami di Maastricht e dell'Unione Europea stia portando ad un progressivo abbassamento dei livelli di vita della popolazione dei paesi del continente e come tali politiche siano un deliberato attacco alla sovranità nazionale a favore di un'oligarchia finanziaria di stampo sinarchista, interessata a che non si avvii in Europa una politica economica hamiltoniana di sviluppo reale.

Negli ultimi tempi si hanno preoccupanti conferme in tal senso, con tanto di scenario di scontri, non solo ideologici, sintomo inequivocabile delle tensioni (da noi in più occasioni descritte) nel sistema economico dell'Unione Europea che non tarderanno a manifestarsi sempre più vigorosamente.

La Grande Coalizione al governo in Germania è, ad esempio, irresponsabilmente dedita a mantenersi in linea con le regole di Maastricht, per il periodo dal 2007 in avanti, invece di cercare alternative reali.

Questo implica che il programma congiunturale da 25 miliardi di euro di investimenti, che tempo fa il governo tedesco annunciò sarebbe cominciato nel 2006, non decollerà, dal momento che sono già in corso i preparativi per incontrare i parametri di Maastricht per il 2007. In ogni caso, il governo ha pianificato di investire nel 2006 non più di 3,7 miliardi a fronte dei 25 dell'intero programma.

I preparativi includono nuovi attacchi ai percettori dei (pochi) sussidi della famigerata legge Hartz IV, con cui è stato riformato il mercato del lavoro, e nei confronti dei cittadini in pensione. Due gruppi di esperti che lavorano per il governo hanno detto:

1. che gli assistiti della Hartz IV sono “superpagati” con 345 euro al mese, poiché coloro che chiedono asilo politico da altri paesi (sic!) di solito ottengono circa 225 euro.

2. le pensioni non aumenteranno prima del 2016, e probabilmente scenderanno negli anni successivi.

Il ministro del lavoro e degli affari sociali Franz Muentefering (SPD), nel frattempo, si è fatto portavoce della richiesta proveniente dagli ambienti neocon di innalzare l'età pensionabile dagli attuali 65 anni a 67.

Domenica 5 marzo, il capo economista della Deutsche Bank Norbert Walter ha detto che gli aumenti salariali dovrebbero fermarsi molto prima dei sessant'anni, poiché, sostiene, i lavoratori anziani perderebbero produttività con l'aumentare degli anni. Al contrario i giovani lavoratori dovrebbero essere pagati di più. Walter ha ripetuto lo stesso concetto insensato ad un evento pubblico a Wiesbaden il 12 marzo e ha inoltre auspicato l'innalzamento dell'età pensionabile a 70 anni.

Sempre il 12 marzo, Kurt Biedenkopf (CDU), storico avversario di Helmut Kohl, in una intervista a tutta pagina per l'edizione domenicale del Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha detto che, a causa del fatto che la generazione anziana ha mancato di attuare i presunti “necessari” tagli di bilancio, oggi deve pagare, ora che le nuove generazioni occupano posti di potere. Quindi “i giovani diranno ai vecchi che devono accontentarsi perché le nuove generazioni hanno bisogno di soldi”.

Sul quotidiano Bild del 16 marzo, Johann Eekhoff, ex sottosegretario al Ministero dell'Economia tedesco, ha detto che solo coloro che hanno figli contribuiscono al futuro della società, gli altri no, perciò dovrebbero vivere con la pensione tagliata del 50%. Rimane da chiedersi quanto manca alla proposta di risolvere il problema pensioni con l'eutanasia.

Nel frattempo in Francia crescono i fermenti contro il codice del lavoro. Il movimento contro il contratto di primo impiego (CPE), strumento ideato da Dominique de Villepin per i giovani da 18 a 25 anni, sta crescendo in tutto il paese e il movimento di Lyndon LaRouche/Jacques Cheminade sta distribuendo migliaia di volantini e raccogliendo molti contatti durante le dimostrazioni.

Mentre in linea di principio è un contratto a lungo termine, il CPE permette al datore di lavoro di licenziare il giovane senza giusta causa durante i primi due anni. Il giovane, poi, percepirà per alcuni mesi un sussidio di disoccupazione.

De Villepin ha fatto votare la legge per questo contratto senza dibattito parlamentare o emendamenti, invocando l'articolo 49 della Costituzione, mentre il ministro dell'interno Nichoals Sarkozy ha deciso, insieme a de Villepin, di usare la forza per far sgomberare la Sorbona occupata da 2.000 studenti che protestavano per la legge. Questi metodi di tipo bonapartista non hanno fatto altro che acuire lo scontro, con altre manifestazioni di studenti (sfociate anche in scontri) e far precipitare nei sondaggi i consensi per Sarkozy e de Villepin.

Il partito Socialista ha annunciato che ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la legge.


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