Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

L'Iran rappresenta davvero una minaccia agli USA e ad Israele?

     
Lo storico militare Martin Van Creveld è autore di numerosi libri.

In una intervista all'Executive Intelligence Review, il prof. Martin Van Creveld, docente di storia militare alla Hebrew University di Gerusalemme, ha posto in dubbio il fatto che le ambizioni nucleari iraniane costituiscano una minaccia agli USA o ad Israele.
“Faccio fatica a capire come mai a Washington siano così preoccupati dall'Iran”, ha detto Van Creveld, il quale si è poi domandato: se l'Iran costituisce davvero un pericolo tanto grave, come mai l'amministrazione Bush ha attaccato l'Iraq, un paese “che non rappresentava un pericolo per nessuno, invece dell'Iran? Fin dall'inizio era ovvio che i grandi vincitori della guerra in Iraq e delle sue conseguenze sarebbero stati gli iraniani”. Piuttosto che rappresentare una minaccia primariamente per gli USA e Israele, ha detto Van Creveld, “un Iran con armi nucleari sarebbe una preoccupazione per gli Stati del Golfo e l'Arabia Saudita”. L'unico modo di contrapporsi a questo sarebbe una presenza continua degli USA nella regione del Golfo, anche dopo un inevitabile ritiro degli USA dall'Iraq.

Per quanto riguarda ciò che sostiene Dick Cheney, e cioè che l'Iran rappresenti un pericolo chiaro e immediato, “non la vedo così, non si tratta di un buon ragionamento”, ha detto Van Creveld. ”In effetti, negli ultimi sessant'anni, ogni paese che ha acquisito armi nucleari è diventato meno avventuroso come conseguenza dell'acquisizione di tali armi. Non vedo un motivo per cui ciò non debba valere anche per l'Iran”.

Van Creveld ritiene che l'evoluzione di un regime di deterrenza nucleare nella regione sia più pratica di un attacco militare. “Ritengo probabile l'emergere di un regime di deterrenza nella regione del Golfo Persico. E' difficile vedere che cosa possa impedire agli iraniani di ottenere armi nucleari, anche se dovessero concludere un accordo con i russi per l'arricchimento dell'uranio in Russia. Non ho dubbi che gli iraniani vogliano dotarsi di armi nucleari. E se fossi un iraniano anch'io lavorerei per le armi nucleari. In fondo, dal punto di vista di Teheran, la situazione strategica in Iran è molto deteriorata negli ultimi tre anni. L'Iran è ora circondato dalle forze americane: a Sud nel Golfo Persico, a Est in Afghanistan, a Nord in alcune delle repubbliche centroasiatiche e ad Ovest in Iraq. Così l'Iran è davvero circondato dalle forze americane. E tutti sanno che dove sono dislocate le truppe americane le armi nucleari non sono distanti”.

“Per quanto riguarda Israele” ha continuato Van Creveld, “Ritengo che abbia un ruolo molto marginale in questa vicenda. Abbiamo ciò di cui abbiamo bisogno per difenderci o per scoraggiare un attacco iraniano. Si tratta di una capacità che abbiamo da vent'anni. Primo, aerei a largo raggio con rifornimento in volo, e poi missili capaci di raggiungere Teheran, e adesso anche una capacità di un secondo colpo con i sottomarini ciascuno dei quali armato con quattro missili cruise. Ne abbiamo già tre di questi sottomarini e presto ce ne saranno altri due. In qualsiasi momento ci saranno dunque almeno otto missili cruise, presumibilmente armati con bombe nucleari, puntati su Teheran. Ciò è sufficiente … Ritengo che lo sforzo militare iraniano non sia rivolto contro di noi, ma contro gli Stati Uniti -- ed è comprensibile. Si potrebbe dire che Israele rappresenti un buon parafulmine per gli iraniani. E ovviamente noi in Israele abbiamo il nostro gioco da fare: tradizionalmente abbiamo sfruttato le minacce per ottenere le armi. Primo, per ottenerle in senso assoluto, e poi per averle a buone condizioni - ed ha funzionato sempre. Funzionò negli anni Sessanta, quando prima la Germania e poi gli Stati Uniti ci dettero le armi che volevamo. Funzionò dopo la prima guerra del Golfo, nel 1991. Dicemmo alla Germania: 'I vostri missili ci sono caduti addosso' e i tedeschi risposero: 'ok, vi diamo tre sottomarini'. E adesso funziona di nuovo. 'Gli iraniani costruiscono armi nucleari per eliminarci' risposta: 'ok, avrete altri due sottomarini, quasi gratis'.”

Se in risposta ad un attacco USA l'Iran cercasse di attaccare Israele con le armi chimiche Van Creveld spiega che “per Israele sarebbe una questione estremamente emotiva. Ritengo che cercare di usare armi chimiche contro Israele sarebbe un errore fatale da parte di chiunque … Ma, ritengo che se gli Iraniani dovessero essere così insensati da ricorrere alle armi chimiche contro Israele potrebbero succedere cose tremende. E' per noi qualcosa di traumatico. Per questo fu creato Israele: mai più il gas contro gli ebrei. Se ci provano potrebbe condurre a cose davvero tremende. Spero che gli iraniani lo capiscano”.
Van Creveld ha però aggiunto che la vera minaccia per Israele “proviene dall'interno”, a motivo della continua occupazione della Cisgiordania. “Il pericolo nell'intifada palestinese sta nel fatto che potrebbe innescare una guerra civile in Israele. E quanto reale sia questo pericolo lo si è constatato quando fu assassinato Rabin … Un altro assassinio del genere e solo Dio sa che cosa accadrà ad Israele. Dunque il pericolo principale per noi, quasi l'unico pericolo, è quello interno”. L'intervista completa in inglese è pubblicata sul numero 13 del 2006 dell'EIR.


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà