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Speculazione in derivati: facciamo il punto

2 aprile (EIR) – Il volume delle operazioni finanziarie derivate continua ad aumentare. La Federal Deposit Insurance Corp. (FDIC, l'ente che garantisce i depositi bancari USA) ha calcolato il valore nozionale delle operazioni in derivati delle banche commerciali USA a 101.900 miliardi di dollari, mentre la sovrintendenza sul denaro circolante, Office of the Comptroller of the Currency (OCC), riferisce che le prime 25 banche USA detenevano alla fine del 2005 contratti derivati per 105.000 miliardi di dollari.

Internazionalmente, la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea ha reso noto il 30 giugno 2005 che i derivati trattati over-the-counter, cioè non registrati, ammontavano a 270 mila miliardi e i derivati trattati in borsa ammontavano a 58 mila miliardi. Il totale era dunque di 328 mila miliardi di dollari, e per la fine dell'anno la proiezione lineare della BRI prospettava un totale di 360-365 mila miliardi.

Se si può credere alla cifre rese pubbliche, il tasso di crescita di questi titoli starebbe diminuendo. In testa c'è sempre la JP Morgan, con 48.600 miliardi (valore nozionale dei contratti aperti). Nel corso del 2005 l'aumento sarebbe stato di “soli” 3600 miliardi, cioè l'8%, rispetto ai 7600 miliardi (20%) del 2004.
Al secondo posto c'è Citigroup. I 23.200 miliardi che ha totalizzato alla fine del 2005 rappresentano un aumento del 18% rispetto all'anno precedente, molto meno del 54% registrato nel 2004. I derivati della Bank of America erano 22.200 miliardi all'inizio dell'anno, con un aumento del 24% nel 2005 e del 18% nel 2004.

L'aumento più vistoso è quello dei derivati sul credito, che sono quasi raddoppiati tra la metà del 2004 e la metà del 2005, secondo le cifre della International Swaps and Derivatives Association (IDSA). Al 30 giugno 2006 gli swaps e le options sui tassi d'interesse e sulla moneta riferiti dall'ISDA ammontavano a 213 mila miliardi, con un aumento annuo del 16% (29.600 miliardi). Nello stesso periodo gli swaps sulle insolvenze creditizie (derivati sul credito) sono aumentati di 4000 miliardi, ovvero del 48%. Quattro anni prima i derivati sul credito ammontarono a 919 miliardi.


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