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Un ministro tedesco contro i diktat dei mercati finanziari

Invitato a parlare sul tema della solidarietà all’Accademia Cattolica di Berlino, il ministro dell’Agricoltura Horst Seehofer ha affrontato di petto i temi della globalizzazione e della speculazione finanziaria. Già nell’introduzione Seehofer ha detto che chi fa appello alla solidarietà oggi rischia subito di essere bollato come “antiquato” e “ultimo erede di Bismark”. “Oggi invece bisogna sottomettersi alla globalizzazione”, ha notato ironicamente Seehofer, dicendo che invece lui non è affatto disposto a sottostare ai “diktat economici”.
Gli è stato chiesto se non sarebbe più opportuno parlare di “diktat dei mercati finanziari” di fronte alla distruzione dell’industria da parte degli hedge funds, che puntano non solo alla piccola e media, ma anche alla grande industria, e se questo non esige che lo stato intervenga in maniera da proteggere il bene comune. Seehofer ha risposto: “Non posso che concordare al 100%. Questi mercati finanziari rappresentano un grande pericolo, ma è estremamente difficile contrastarli ... Debbo dire questo: sebbene sia filo-americano e favorisca la partnership transatlantica, c’è il problema che essi non ammettono quasi nessun dibattito ... Se qualcuno chiede la tassazione dei profitti della speculazione viene subito bollato come un nuovo Erich Honnecker”, l’uomo forte della Germania comunista.

Il prof. Hankel critica il sistema dell'euro

In una intervista all'EIR l'economista tedesco Wilhelm Hankel spiega come il principale motore economico dell'Europa, la Germania, si stia dissanguando come conseguenza dei meccanismi interni del regime dell'euro.
Oltre ad essere il principale contribuente dell'Unione Europea, la Germania è diventata la principale “fornitrice di capitali” per gli altri paesi membri dell'Eurozona. Il regime monetario unico fa in modo che gran parte del surplus dell'export tedesco sia “fagocitato” per coprire i deficit dei conti correnti di paesi come Spagna, Francia, Italia o Grecia. La costruzione dell'Unione Monetaria Europea implica il “trasferimento invisibile” di risorse economico-finanziarie che lasciano la Germania per andare a “sussidiare” gli stati deficitari dell'UME. Gli effetti di ciò sulla Germania sono visibili: riduzione dei redditi, aumento della disoccupazione e contrazione degli investimenti domestici.
Abbandonando le monete nazionali, gli strumenti di cui lo stato sociale ha bisogno per far fronte all'obbligo di garantire il bene comune dei cittadini sono stati ceduti alla BCE e alla Commissione Europea. Ma guardando alla storia delle unioni monetarie, si vede come ogni volta che si è giunti a un bivio, per cui o si scioglievano gli stati nazionali o si sfasciavano le unioni monetarie, alla fine si sono salvati gli stati nazionali.
Il prof. Hankel ha proposto un ritorno ordinato alla sovranità monetaria degli stati nazionali europei. L'euro dovrebbe essere trasformato in una “unità di conto” come quella in vigore nel vecchio Sistema Monetario Europeo. Per quanto riguarda una riforma del sistema finanziario globale, il prof. Hankel ha sostenuto il piano di Nuova Bretton Woods di Lyndon LaRouche.


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