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“Riforme dell'architettura” del sistema finanziario

Stephen Roach, economista capo di Morgan Stanley, ha scritto nella newsletter del 24 aprile della sua banca che teme “un assestamento rovinoso dell'economia globale”. Si tratta di un commento che, a suo modo, segue a ruota il monito lanciato da Lyndon LaRouche il 20 aprile . Vedi qui [Il sistema finanziario mondiale entra nella “curva di Weimar”].
“Il mondo sta evitando una grave crisi finanziaria da oltre sette anni. Ció è più dovuto alla fortuna che al calcolo ... Questa fortuna sta forse finendo ... Di fronte alle probabilità già alte e crescenti di un assestamento rovinoso, il mondo non può tanto permettersi di scommettere su un approccio a tozzi e bocconi verso una riforma dell'architettura ... I quattro pilastri istituzionali del sistema finanziario globale e dell'architettura finanziaria – FMI, Banca Mondiale, WTO e OCSE - hanno perso la tenuta ... Mi preoccupa che la globalizzazione si stia verificando ad una velocità tanto fulminea, tale per cui l'antiquata architettura politica mondiale non sarà in grado di trattare con la nuova ondata inevitabile di problemi globali. La crisi finanziaria del 1997-1998, con un contagio monetario che si è diffuso nel mondo in maniera incontrastata, è stato solo un esempio di come il mondo sia impreparato. Purtroppo, come mostra la compressione straordinaria degli spreads sul debito nei mercati emergenti, questi lezioni sono completamente state dimenticate ... Con il prezzo del petrolio che aumenta, il ribaltamento del ciclo della liquidità e l'acuirsi degli squilibri globali, aumentano i rischi di un assestamento rovinoso dell'economia globale. Purtroppo non c'è nessuno al timone che possa evitare un possibile esito disastroso – o che possa dare indicazioni su come raccogliere i cocci”.

Un altro monito simile è stato lanciato da Andrew Glyn, della Oxford University, sul Financial Times del 27 aprile. Nel commento si notava come il 50% di tutti i profitti registrati dalle corporation americane provengano da attività puramente finanziarie, rispetto al 10-15 per cento degli anni Cinquanta e Sessanta. Mentre il settore finanziario assume il controllo sull'economia USA – come avviene anche in Inghilterra ed altrove - lo stesso settore finanziario si sta trasformando in una “probabile fonte di instabilità disastrosa”. Dopo aver fatto riferimento al tracollo di LTCM del 1998, Glyn conclude che “la possibilità di una serie di insolvenze interconnesse tra le istituzioni finanziarie” è decisamente in aumento.


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