Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Mobilitazione contro la pazzia di Bush

7 agosto 2006 – In una dichiarazione del 3 agosto sui segni sempre più palesi di squilibro mentale del Presidente degli Stati Uniti, Lyndon LaRouche afferma tra l'altro:
“In ambienti politici americani cresce la preoccupazione provocata dai disturbi sempre più gravi ed evidenti della salute mentale del presidente Bush. E' ossessionato, come si vede dallo sguardo ormai stralunato, dal fatto che lanciando l'attuale ondata di guerra contro il Libano un riluttante governo israeliano possa favorire le liste repubblicane nelle prossime elezioni di novembre, con quella che passa solitamente sotto il nome di 'sorpresa d'ottobre'.
“Personalità mentalmente sane, sia nella compagine democratica che in quella repubblicana, sono altrettanto preoccupate per il pericolo che lo sguardo di vetro del presidente fa correre alla civiltà, agli USA in particolare e ancor più in particolare alla presidenza USA.
Dopo aver ricordato di aver messo in guardia da un falso ritrovamento di “armi di sterminio di massa” già nel gennaio scorso, LaRouche prosegue: “I piani fin ora presentati per neutralizzare l'ondata crescente di guerra asimmetrica nel territorio libanese sono tutti falliti in partenza. L'unica via d'uscita è costringere Israele a ritirarsi dal territorio libanese e imprimere una spinta decisa ad un generale processo di pace in Medio Oriente che presupponga l'impegno di tutte le parti della regione ad una soluzione equa dei due stati, per Israele e Palestina. Un'altra soluzione non c'è, e persino questa non può funzionare se il governo degli Stati Uniti non si impegnerà inequivocabilmente a realizzare una tale politica.
“Non è necessario esigere preventivamente l'accettazione di tutti i dettagli dell'accordo. Però occorre concordare come operare, fin da subito, per giungere ad una soluzione pacifica, e come operare in tal senso senza ledere in alcun modo i diritti umani di chiunque nelle parti coinvolte.
“Il presidente degli Stati Uniti deve accettare questa opzione. Ci troviamo sull'orlo della peggiore crisi monetaria-finanziaria-economica della storia moderna e, peggio ancora, ci sono le precondizioni perché il conflitto asimmetrico assuma dimensioni sempre più globali in una Terza Guerra Mondiale con tanto di ricorso alle armi nucleari. Questa volta non si può fallire così come avvenne a Monaco nel 1938. Il presidente deve rinunciare alle ossessioni che gli stralunano lo sguardo”.

La guerra sveglia i senatori
Il 3 agosto la Commissione Armamenti del Senato ha ascoltato il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, il comandante del Comando Centrale gen. John Philip Abizaid e il capo di Stato Maggiore gen. Peter Pace. I senatori hanno chiesto di spiegare perché la politica militare USA sia fallimentare. Occorre notare che le audizioni non hanno riscosso l'attenzione della stampa internazionale.
* Il sen. John Warner, presidente della Commissione, ha collocato le audizioni nel contesto della decisione di schierare più truppe a Baghdad, del riemergere dei Taleban in Afghanistan e degli sviluppi in Libano e Israele. Preoccupato dal fatto che quest'ultimo conflitto “possa innescare una guerra più estesa”, Warner ha sostenuto che il Senato potrebbe riconsiderare l'autorizzazione all'impiego della forza che ha accordato al Presidente. “Ritengo che dovremmo esaminare con molta attenzione ciò che il Congresso ha autorizzato il Presidente a fare, nel contesto di una situazione in cui potremmo dover affrontare una guerra civile in grande stile, e se non sia il caso di dover tornare di nuovo al Congresso per chiedere gesti di sostegno”.
* Nel descrivere la guerra, sia Rumsfeld che il gen. Abizaid hanno usato termini finora impiegati solo da Lyndon LaRouche, come “guerra asimmetrica” o “guerra irregolare”. Rumsfeld ad esempio ha detto: “Si ricorre alla guerra asimmetrica e irregolare, che rappresenta un vantaggio per chi attacca”.
* Il senatore democratico Carl Levin ha riproposto la politica recentemente adottata dal partito democratico: “Dobbiamo chiaramente dire ai leader politici iracheni che il nostro impegno in Iraq non è a tempo indeterminato e che noi inizieremo un ridispiegamento per fasi delle truppe verso la fine dell'anno...”
* La situazione in Iraq è stata descritta in termini che non hanno precedenti:
Il gen. Abizaid: “Ritengo che la violenza settaria, a cui si assiste a Baghdad in particolare, sia delle più gravi. Se non viene fermata è possibile che l'Iraq vada verso la guerra civile”.
Il gen. Pace: “Ritengo che sia possibile che la situazione precipiti in una guerra civile”.
Nelle audizioni è stato citato più volte il gen. Peter Chiarelli, che una settimana prima aveva affermato: “In tutta franchezza, in 33 anni di servizio nell'esercito USA non sono mai stato addestrato a fermare una lotta settaria. Si tratta di qualcosa di nuovo”.
* Il sen. Ted Kennedy ha messo in discussione la proposta di una forza internazionale da stazionare nel Libano meridionale sulla scorta dell'esperienza in Iraq: “Le chiedo, gen. Abizaid, se con 130 mila soldati in Iraq non riusciamo a disarmare i ribelli, come pensiamo di riuscire a mettere insieme una forza internazionale capace di disarmare Hezbollah?”
* Il sen. John McCain, che è contrario al ritiro delle truppe, ha però espresso perplessità per il ridispiegamento delle truppe da Ramadi/Fallujah a Baghdad: “Mi pare che qua stiamo giocando ad acchiappare le farfalle. Qualcosa va in fiamme da una parte e noi corriamo a portarvi le truppe”.
* McCain ha anche detto a Rumsfeld che il Senato eserciterà la sua supervisione sulla gestione dei fondi: “Segretario Rumsfeld, abbiamo approvato uno stanziamento aggiuntivo per la Difesa ... . E questo esige che le operazioni in Iraq e in Afghanistan, cioè il loro finanziamento, vada incluso nel bilancio ... Voglio sperare che lei abbia dato disposizioni affinché le spese delle operazioni in Iraq e Afghanistan rientrino nel normale bilancio e non si finisca per presentarle come 'supplemento d'emergenza'.”
* Il sen. Jack Reed ha criticato Rumsfeld perché gli USA non hanno nessuna riserva strategica disponibile. “Mr. Secretary, è evidente che due terzi delle forze operative dell'Esercito, attivi e riservisti, riferiscono di non essere pronte. Negli Stati Uniti non c'è un unico gruppo di combattimento, a livello di brigata, che sia pronto per essere schierato. In sostanza non disponiamo di riserve strategiche pronte, e questo va a tutto discredito del suo operato”.
Il gen. Pace ha dovuto dar ragione a Reed: “Circa due terzi delle brigate, come lei ha sottolineato, si dichiarano C-3 o C-4 a rapporto”. Reed: “Non pronti per il servizio”.
* La sen. Hillary Clinton ha detto a Rumsfeld: “Lei non è andato in Iraq con le truppe sufficienti a stabilire la legge e l'ordine. Ha disciolto l'intero esercito iracheno. Adesso cerchiamo di ricrearlo”. In risposta Rumsfeld si è limitato ad esclamare: “My goodness”. A seguito dell'audizione la Clinton ha chiesto le dimissioni di Rumsfeld.
* La sen. Susan Collins ha messo in discussione l'intera strategia dell'amministrazione Bush: “Se l'impennata delle violenze si è verificata nonostante la presenza delle migliori truppe al mondo, non posso aver molta fiducia in tutta la strategia che c'è dietro”. “Sto solo cercando di rendermi conto se dobbiamo prevedere che continueremo a spendere 2 miliardi di dollari la settimana in questa guerra, a tempo indeterminato”, ha aggiunto polemicamente.

Grande mobilitazione contro Bush

Un'inserzione a piena pagina è apparsa sul New York Times del 3 agosto, titolo: “Il mondo non può attendere! Estromettere il regime Bush!”. L'inserzione, che mostra un pianeta terra in fiamme, è iniziativa dell'organizzazione “Il mondo non può attendere”, che con questa iniziativa ha indetto per il 5 ottobre una “Giornata di resistenza di massa”. Tra i principali firmatari spiccano politici democratici che sono in contatto con il movimento di LaRouche, in particolare a proposito della crisi dell'auto e sulla necessità di allontatare dal partito la cordata del banchiere Rohatyn: i parlamentari Maxine Waters, Cynthia McKinney, Major Owens, John Conyers e l'ex senatore James Abourezk. Tra gli altri firmatari nomi noti di Hollywood, accademici, qualche militare in congedo come il gen. Janis Karpinski, che fu usata come capro espiatorio nello scandalo su Abu Ghraib.
Nell'inserzione, impostata come una requisitoria, si legge:
“IL VOSTRO GOVERNO, sulla base di menzogne sfacciate, conduce una guerra cruenta e del tutto illecita, che vuole estendere anche ad altri paesi.
“IL VOSTRO GOVERNO tortura apertamente delle persone e giustifica questo fatto.
“IL VOSTRO GOVERNO incarcera persone sulla base del semplice sospetto, privandole di avvocati difensori e detenendole a tempo indeterminato, o deportandole fuori da ogni controllo.
“IL VOSTRO GOVERNO si avvicina ogni giorno di più ad una teocrazia in cui a comandare sarà un gruppo ristretto di rabbiosi fondamentalisti cristiani.
“IL VOSTRO GOVERNO sopprime la scienza che non è funzionale ai suoi programmi religiosi, politici ed economici, costringendo le generazioni presenti e future a pagare un prezzo terribile ...
“IL VOSTRO GOVERNO impone una cultura fatta di avidità, bigottismo, intolleranza e ignoranza.
“Chi vede tutto questo pensa ad Hitler, ed è la cosa giusta da fare. Il regime Bush è determinato a ridefinire molto rapidamente la società, in maniera fascista, e per generazioni a venire.
Dobbiamo agire subito perché è a rischio il futuro.
Milioni e milioni di persone sono turbate e colpite da questo ... Non c'è modo di sottrarsi ad esso: l'intero corso disastroso intrapreso dal regime Bush dev'essere FERMATO. E dobbiamo assumerci le responsabilità di farlo. ... Dobbiamo, e possiamo, puntare a determinare le circostanze politiche in cui il programma del regime Bush sia ripudiato, in cui Bush stesso sia allontanato dall'incarico e in cui sia invertita la direzione in cui ha condotto l'intera società ...
“Agendo in questo modo sosteniamo e infondiamo coraggio in coloro che in tutto il mondo hanno urgentemente bisogno e desiderano la fine di questo regime”.

Bocciata la legge per diminuire le tasse dei super-ricchi

Con 56 voti contro 42 il 3 agosto il Senato USA ha bocciato il disegno di legge per ridurre le imposte immobiliari dei più ricchi, aggiunto al disegno di legge per l'aumento del salario minimo (Strategic Alert dell'EIR n. 31). Chiedendo ai colleghi di dare pollice verso, il capogruppo democratico Harry Reid ha denunciato il cinismo di quei parlamentari che giocano alle scatole cinesi, per cui questa bocciatura colpisce anche il tanto necessario aumento dei salari minimi: “Sappiamo che i repubblicani odiano il salario minimo, e per quanto riguarda l'imposta sugli immobili, perfino Warren Buffett è contrario ad abolirla”, ha detto Reid. Egli ha inoltre criticato i repubblicani perché dedicano fin troppo tempo ad una questione tanto secondaria come le tasse dei ricchi mentre il paese è alle prese con problemi davvero enormi che richiedono dai parlamentari il massimo impegno.


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