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Il presidente argentino propone una nuova architettura finanziaria

25 settembre 2006 – Nel discorso rivolto il 20 settembre all'Assemblea Generale dell'ONU, il presidente argentino Nestor Kirchner ha proposto “una riforma dell'architettura finanziaria internazionale” e nuovi strumenti finanziari per garantire lo sviluppo di tutte le nazioni. Il FMI come istituzione è fallito, ha detto solennemente Kirchner, e “ci sono prove empiriche sufficienti a dimostrare come la partecipazione delle organizzazioni finanziarie internazionali alla promozione dello sviluppo delle nazioni più povere non abbia ottenuto successi, ed in molti casi, a motivo delle condizioni che pongono, queste istituzioni abbiano remato contro, impedendo lo sviluppo”.
“Il mondo è cambiato”, ha spiegato Kirchner, “ma queste organizzazioni no. Con i loro interventi mal concepiti non fanno che mettere in pericolo il progresso. Per questo motivo, insieme alla maggioranza dei paesi, noi sosteniamo la riforma dell'architettura finanziaria internazionale, in modo che possa condurre al progresso delle nazione più povere. Notando la scarsa volontà di queste organizzazioni finanziarie internazionali di cambiare realmente la loro politica, riteniamo necessario che questi cambienti vengano effettivamente fatti, e di considerare la creazione di nuovi strumenti finanziari internazionali che consentano la realizzazione di progetti di sviluppo con cui combattere la povertà e la fame nel mondo e di offrire opzioni reali al progresso”.
Kirchner ha quindi illustrato i progressi economici compiuti dal proprio governo nella lotta alla povertà, creando posti di lavoro e aumentando pensioni e salari. “Sono costretto a sottolineare che questi risultati non hanno ottenuto il sostegno del Fondo Monetario Internazionale, che ci ha negato ogni assistenza, e in molti casi - mi sento obbligato a dirlo - siamo riusciti ad ottenere questi progressi ignorando o addirittura contrapponendoci decisamente alle sue raccomandazioni e condizioni”.
In questo contesto Kirchner ha sottolineato l'impegno del suo governo allo sviluppo del nucleare civile ed ha sostenuto che il mercato comune sudamericano Mercosur, di cui egli è un leader, debba servire come strumento per combattere la povertà e l'esclusione sociale ed economica, e di garantire che “il bene comune prevalga sugli interessi settoriali”.
Kirchner ha quindi denunciato energicamente la “guerra al terrorismo” di George Bush, sostenendo che lo sviluppo economico delle nazioni più povere è un'arma di gran lunga più efficace del ricorso unilaterale alla forza bruta. Se si vuole davvero estirpare il terrorismo internazionale occorre una “iniziativa internazionale protratta nel tempo” e “il rispetto della legge umanitaria internazionale ... cooperazione internazionale e assistenza legale”. Evidentemente riferendosi all'amministrazione Bush, ha aggiunto che “se una nazione fa ricorso alla violazione globale dei diritti umani per affrontare il terrorismo, il solo vincitore possibile di questa battaglia è il terrorismo stesso”. Il progresso si può ottenere soltanto nell'ambito delle leggi degli stati e delle norme delle convenzioni internazionali, senza offrire spazio a fattori che servono come scusa per combattere il terrorismo con mezzi illegali”.
“La pace è costruita e protetta con una comprensione del vero concetto di solidarietà tra le nazioni, dal punto di vista che è di gran lunga più ampio di quelli strettamente militari o prevalentemente unilaterali. Tutte le nazioni, grandi e piccole, si troveranno esposte ad una vulnerabilità notevole se non si comprende che le iniziative contro il terrorismo richiedono un'azione intelligente multilaterale, protratta nel tempo, fortemente basata sulla legittimità, sul rispetto dei diritti fondamentali e sulla proporzionalità della risposta e sostenuta dall'opinione pubblica internazionale”.
Nel Medio Oriente, ed altrove nel mondo, ha aggiunto Kirchner, la pace sarà ottenuta “nella misura in cui promuoveremo l'uguaglianza e combatteremo per sradicare la povertà e l'esclusione. Questo vale per la situazione globale e per il singolo paese”. L'Argentina sostiene la costruzione di società che siano più giuste, più eque e con un migliore sistema di ridistribuzione dei benefici della crescita economica. “Noi crediamo anche che ciascun paese abbia il diritto di ricercare il proprio modello di sviluppo senza le condizioni poste dall'estero”.

Ricordiamo che a parlare di "nuova architettura finanziaria" fu il presidente Bill Clinton, a partire dal settembre del 1998, e poi nell'anno successivo, così come fece il suo segretario al Tesoro Robert Rubin. Per "dissuadere" Clinton dal portare avanti l'iniziativa fu prontamente allestito lo scandalo Lewinsky.

L'iniziativa di ricostruire il sistema finanziario internazionale è stata successivamente richiesta dal Parlamento Italiano con una mozione approvata il 6 aprile 2005. (vedi qui)


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