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LaRouche fa il punto sulla Nuova Bretton Woods con economisti cinesi

Alla Webcast tenuta da Lyndon LaRouche il 6 settembre 2006 (vedi qui ) ha partecipato, tra le altre personalità, il prof. Dai Lunzhang, ex primo economista della Banca Centrale di Cina, e attualmente vice presidente della Società per i rapporti economici internazionali. Insieme ad altri due studiosi, Zhang Yun e Dai Jun, Lunzhang ha presentato un documento, che è stato pubblicato dall'EIR (n. 38). Di seguito riportiamo uno scambio epistolare che dopo quell'incontro gli esperti economici cinesi hanno avuto con lo statista americano. Questo nuovo scambio è stato pubblicato dall'EIR n. 39. Prima di affrontare le domande, riportate avanti nel testo, e alle quali gli autori hanno anteposto alcune osservazioni, LaRouche premette l’introduzione seguente:

Si può rispondere adeguatamente alle domande da voi poste solo considerando il processo economico e finanziario internazionale tra il 1945e il 2006, ma occorre anche tener presente gli aspetti della storia precedente della civiltà europea dal XV secolo. Purtroppo sono pochissimi gli economisti, in Europa e nelle Americhe, che hanno sviluppato una comprensione effettivamente scientifica dei principi della storia e dei suoi contenuti che sono oggi rilevanti. Pertanto, nel rispondere, debbo far presenti certi aspetti essenziali di questa storia dell'economia mondiale moderna.
Nondimeno, così facendo, cercherò di rispettare il più possibile la suddivisione delle vostre cinque domande. E laddove me ne fossi distaccato, le ragioni dovrebbero risultare ovvie.
L'aspetto determinante della storia dell'economia mondiale nel periodo successivo alla morte del presidente americano Franklin D. Roosevelt, come ho spiegato nell'esposizone iniziale della webcast, è la politica che ha oggi condotto il mondo nel suo complesso alla “Fine dell'era Truman”. Con questo si vogliono indicare i cambiamenti qualitativi, per il peggio, che furono introdotti nel sistema economico globale sotto il successore di Roosevelt alla presidenza, Harry S. Truman. I passi che hanno determinato l'abbandono della politica di Franklin D. Roosevelt costituiscono i fattori “ereditari” più importanti nel definire l'onda lunga della storia mondiale da allora ad oggi. Sarebbe impossibile spiegare competentemente gli sviluppi cruciali tra il 1945 ed il 2006 senza mettere a fuoco le implicazioni dell'“Era Truman”.
Spiego la questione come segue.
Oggi si protesta energicamente per il fatto che il sistema del dollaro, che fu fondato implicitamente come sistema mondiale, nelle condizioni vigenti alla fine della seconda guerra mondiale, continua a gravare su tutte le nazioni come standard di riferimento. E' così per una necessità a cui non ci si può sottrarre, e non per scelta. In effetti, questo ruolo del dollaro non potrà essere cambiato nel prossimo futuro, se non correndo un rischio di catastrofe generale in cui l'intera economia mondiale sprofonderebbe in una sorta di epoca buia. Gli unici rimedi accettabili sono dei cambiamenti all'interno del sistema stesso. E' il sistema attualmente associato con il dollaro a dover essere cambiato radicalmente.
Se il dollaro USA fosse ora svalutato drasticamente, i mercati internazionali sarebbero immediatamente colpiti da una reazione a catena di dimensioni mondiali, la cui conseguenza sarebbe un collasso di tutte le economie il cui commercio è denominato in dollari. A tale proposito c'è da sottolineare che una rivalutazione forzata della moneta cinese, richiesta da influenti personalità americane, che ignorano però i rudimenti dei sistemi economici, non farebbe che innescare questa catastrofe globale.
Nondimeno, negli ambienti di potere di diverse nazioni si dubita sulla possibilità di effettuare davvero i cambiamenti che sono necessari per tornare ad un orientamento rooseveltiano. Vi posso garantire che questi cambiamenti non sono soltanto possibili, ma che le condizioni per essi necessarie stanno maturando rapidamente, anche se occorre precisare che la speranza non è quella di chi si sente fortunato al gioco, ma quella che scaturisce da un'azione concertata, molto attentamente concepita e talvolta molto energica.
Nel rispondervi mi riprometto di presentare un'idea dall'interno degli Stati Uniti, e della sua storia, sul come è possibile arrivare ad un tale risultato desiderato.
Il fatto fondamentale è che senza giustapporre la politica seguita da Roosevelt a quella dell'Epoca Truman non è possibile comprendere in maniera competente la situazione in cui il mondo oggi versa. Gli aspetti in cui la politica di Roosevelt e quella di Truman differiscono dovrebbero essere considerati come campionature dell'interno di due universi differenti, ciascuno dei quali conduce ad esiti completamente diversi tra loro. Giacché il mondo è già arrivato sull'orlo di una crisi da sfascio generale del sistema finanziario e monetario mondiale, è urgente comprendere la storia recente, dalla morte di Roosevelt ad oggi, come un processo unico, i cui esiti sono radicalmente diversi da quelli che il permanere dell'impostazione rooseveltiana avrebbe prodotto. Dunque, da questo punto di vista, quelle che possono apparire come delle differenze quasi infinitesimali nella politica seguita dagli USA, e dall'Europa, si rivelano nel corso delle generazioni succedutesi dal 1945 come questioni di universi tra loro differenti.
Nel parlare di processi planetari come un tutto indivisibile, voglio sottolineare un principio fondamentale dell'economia che, purtroppo, è ben poco compreso tra gli economisti ed i governi di oggi. Come si può facilmente constatare, gli economisti che si occupano di politica nazionale fanno affidamento sulle proiezioni statistiche della tradizione cartesiana, che è inerentemente incompetente in quanto meccanicistica, invece di adottare i metodi dinamici più competenti esposti da Gottifried Leibniz, successivamente sviluppati da Bernard Riemann nel concetto del tensore. Questo è lo stesso metodo specificamente dinamico che V.I. Vernadsky pose in risalto nella chimica fisica e nei processi biogeochimici. L'eredità di Vernadsky, accademico ucraino ed esponente dell'Accademia delle Scienze Sovietica, è oggi fondamentale nello sviluppo delle risorse naturali che occorrono per sostenere adeguatamente la crescita delle popolazioni asiatiche.
In una visione competente della realtà, il pianeta nel suo complesso non è solo un processo di interazione dinamica tra le nazioni, ma esso stesso interagisce dinamicamente con i processi nella realtà più prossima dell'intero sistema solare da cui dipende. Il consorzio umano si distingue da una mera biosfera di vita animale per i poteri creativi mentali del singolo individuo della società umana. E' la mente creativa dell'individuo ad effettuare quelle valide scoperte dei principi universali che collocano l'umanità nettamente al di sopra di tutti gli altri processi viventi.
Pertanto, dato che i membri delle società sono legati dallo sviluppo della loro specifica cultura, il modo in cui gli individui sono vincolati tra loro nella cultura della propria società, e il modo in cui le culture possono cooperare nei rapporti che si instaurano tra le nazioni del pianeta, è predeterminato. In tal modo, l'attività dell'umanità civilizzata viene posta al di sopra del regno animale dalla necessità di cooperare negli obiettivi comuni tra gli stati nazionali sovrani. Dunque, i rapporti tra gli stati debbono essere funzionalmente ricondotti in un sistema di sviluppo armonico, ed occorre cooperare nell'affrontare le sfide che ci troviamo ad affrontare come abitanti del sistema solare.
Per questo motivo ho sottolieato che, come nazioni, dobbiamo ora concepire lo sviluppo a lungo termine dell'Eurasia in un unico arco di almeno due generazioni, la stessa durata della “vita utile” degli investimenti di base nelle infrastrutture economiche primarie, che è di circa cinquant'anni. Due generazioni di miglioramento tecnologico capitale nelle infrastrutture e nella produzione di merci saranno necessarie per portare le popolazioni più povere (in particolare in Asia) al livello di parità con il resto del continente.
Detto ciò, preoccupa davvero che il mondo versi attualmente in una situazione di sfascio generale, da reazione a catena, del sistema definito dall'interazione tra i presupposti alla base della dottrina Truman e la reazione del resto del mondo agli effetti di tale dottrina. I presupposti espressi nella politica di Truman, che identificherò più avanti, sono in vigore dalla scomparsa di Roosevelt fino ad oggi.
Il problema concettuale posto da questa storia, è quello proprio di chi crede in un sistema e non è capace di rendersi conto, come accade ai seguaci di Euclide, della fallacità dei presupposti assiomatici che tale sistema contiene. I presupposti a cui mi riferisco sono ad esempio quelli che furono rovesciati da Giovanni Keplero quando scoprì il principio universale della gravitazione. Questo principio, la cui scoperta può essere rivissuta studiando con attenzione le pagine della “Nuova Astronomia” di Keplero, è esistito da quando l'universo stesso esiste, ma la sua azione non fu riconosciuta fino alla scoperta di Keplero.
Nel caso del ciclo a cui facciamo riferimento parlando dell'”era Truman”, i principi basilari che sono stati violati non erano del tutto ignoti, ma sono stati solitamente ignorati in ogni tentativo di interpretare la storia, soprattutto quella economica. In generale potevano essere noti, imponendosi una maggiore lucidità autocritica, e se tanta gente meno abbiente avesse avuto l'opportunità di effettuare tali studi.
L'errore principale nelle analisi e nelle previsioni economiche a lungo termine sta nel fare affidamento nei metodi statistici meccanicistici dell'empirismo, mentre i processi viventi e quelli sociali non hanno un comportamento a lungo termine meccanicistico, ma dinamico nel senso del sistema ipergeometrico di Bernard Riemann, lo scienziato che nel diciannovesimo secolo continuò l'opera di Carl Gauss. (La mancanza di questa necessaria competenza scientifica spiega come mai la pletora degli hedge funds sono destinati a crollare, più presto che tardi). Nello studio del processi sociali è cruciale, a motivo dell'indispensabile cooperazione che occorre tra le nazioni, che si faccia un esame critico ed approfondito delle implicazioni pratiche, e delle origini, dei presupposti erronei nascosti, che la gente, e anche molti affermati accademici, condividono inavvertitamente.

Osservazione 1: “Il mondo sta oggi attraversando cambiamenti profondi e complessi. Crescita economica sostenuta, rapido progredire di scienza e tecnologia, accelerata rilocazione delle industrie e il movimento dei fattori di produzione a livello mondiale hanno creato un mercato internazionale dinamico. Però questi processi hanno generato un divario crescente tra i ricchi ed i poveri, mettendo in risalto gli squilibri crescenti nello sviluppo globale, e dunque incorre in due pericoli, come ha affermato Mr. LaRouche. Essi sono: (1) il pericolo di conflitti e guerre incontrollati ; (2) il pericolo di uno sfascio generale del sistema monetario e finanziario mondiale. Questi due pericoli sono la maggiore minaccia che incombe sulla società. Dunque ritengo che il suo punto di vista sia accurato e significativo”.

Domanda 1: “Mr. LaRouche ha sottolineato, in diverse occasioni, la necessità di tenere un nuovo incontro di Bretton Woods per definire un nuovo sistema monetario internazionale. Secondo me, il ritorno ad un sistema a tassi fissi certamente non è una soluzione possibile. Possiamo forse migliorare le funzioni dei diritti speciali di prelievo del FMI, che potrebbe diventare una moneta dominante sui mercati monetari internazionali.
“Dunque la mia domanda è che cosa concretamente pensa del «nuovo sistema di Bretton Woods»? E come potrebbe essere fondato un nuovo sistema economico internazionale?”

LaRouche risponde: Da quando gli inglesi celebrarono la vittoria riportata nella cosiddetta “Guerra dei Sette Anni”, nella conferenza di Parigi del febbraio 1763, il sistema liberale anglo-olandese, quello della Compagnia delle Indie Orientali del britannico lord Shelburne ha stabilito un dominio pressoché globale sul sistema finanziario e monetario mondiale, attraverso l'accettazione generale degli insegnamenti della Scuola di Haileybury della Compagnia delle Indie, composta dai seguaci di John Locke, Bernard Mandeville, dai fisiocratici Francois Quesnay e A. Turgot, e dal seguace di Mandeville e dei fisiocratici Adam Smith. La Haileybury School, che fu istituita secondo le direttive di Jeremy Bentham, al servizio di Shelburne, conta anche su personaggi come David Ricardo, come Thomas Malthus, e come James e John Stuart Mill della Compagnia delle Indie Orientali britannica.
Il sistema liberale anglo-olandese non fu allora creato ex novo. Le sue radici assiomatiche affondavano nella dominazione del sistema medievale ultramontano dell'oligarchia finanziaria veneziana, e lo strumento principale di cui essa si avvalse, la cavalleria crociata normanna. Ci furono delle differenze, ma le caratteristiche essenziali di fondo, che debbono essere considerate come il ponte tra l'epoca medievale e quella moderna, sono alla fin fine espressioni implicite delle stesse tendenze imperialiste.
Dopo il temporaneo tracollo del sistema veneziano, in quella che è nota come la nuova epoca buia del XIV secolo in Europa, fu fondato un sistema effettivamente nuovo, una nuova forma di società costituita grazie all'influsso del grande concilio ecumenico di Firenze. Quella riforma produsse i primi stati nazionali moderni fondati sul principio del bene comune, il cosiddetto commonwealth caratteristico della Francia di Luigi XI e dell'Inghilterra di Enrico VII, a cui si deve l'avvio di ogni sviluppo che è avvenuto nella moderna civiltà europea.
Però, con la Caduta di Costantinopoli, che fu orchestrata da interessi veneziani, l'oligarchia finanziaria veneziana e il suo vecchio sistema recuperò gran parte del suo antico potere, soprattutto con le ondate di guerre di religione istigate da Venezia nel periodo tra il 1492 e il 1648. Nel frattempo, la stessa Venezia subì una trasformazione profonda, facendo riferimento alla figura centrale di Paolo Sarpi, una riforma che produsse, tra l'altro, il liberalismo anglo-olandese e il cartesianismo francese. Il sistema di Sarpi consentì un qualche grado di tolleranza verso il progresso scientifico e tecnologico, com'era inevitabile, ma si preoccupò anche di mistificare i principi della scoperta scientifica.
L'intenzione dell'Impero Romano, come quella di Sparta in precedenza, e l'intenzione diffusa del sistema feudale, è stata quella di tenere la popolazione ad un livello pari a quello di un branco di animali da soma. L'affermarsi di una società dedita al bene comune, nel XV secolo, definì il diritto di tutti a partecipare a formare le idee della società, e non solo dei pochi ricchi e potenti. Posta di fronte agli effetti dell'istituzione di governi rappresentantivi dediti al bene comune, nel XV secolo, l'oligarchia feudalista seguace del “modello veneziano” si vide costretta ad adattarsi ai forti impulsi verso il progresso scientifico e tecnologico allora messi in moto dal Rinascimento. Così Sarpi ed altri scelsero di accettare la realtà del progresso tecnologico, ma crearono un sistema impostato nella tradizione del mitico Zeus Olimpico, che mirava a tarpare la capacità di comprendere davvero la scienza anche alle persone istruite e agli stessi scienziati. Il sistema anti-umanistico e corrotto del Sarpi divenne noto come il liberalismo anglo-olandese e cartesiano del XVII e XVIII secolo. Questo creò il culto sofista moderno della stupidità, talvolta anche chiamato “ambientalismo”, a cagione del quale l'Europa e gli USA hanno proceduto alla propria autodistruzione nel corso degli ultimi quattro decenni.
Con il trionfo della tirannia di Gugliemo d'Orange, nel 1688-1689, che poi portò al trono d'Inghilterra Giorgio I, il progresso della civiltà europea, seriamente danneggiato, fu tenuto a freno dall'influsso del liberismo secondo il modello veneziano del Sarpi, un modello che acquisì un'egemonia imperialista globale nel corso del XVIII secolo in Europa. La cosiddetta “Guerra dei Sette Anni” che si concluse con il Trattato di Parigi nel febbraio 1763 ebbe un significato cruciale in questo contesto.
Le misure repressive che l'Inghilerra impose alle sue colonie del Nord America, come applicazione del Trattato del 1763, innescò un movimento di resistenza che condusse alla Rivoluzione Americana del 1776, e la successiva fondazione degli Stati Uniti come repubblica federale costituzionale, nel 1789. La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze, che comprendono il ruolo di Napoleone Bonaparte modellato su quello del Grande Inquisitore Torquemada, precedendo così Adolf Hitler, condussero ad un terribile Trattato di Vienna ed impedirono in tal modo temporaneamente qualsiasi diffusione del modello americano in Europa, fino a quando, nel 1865, gli USA non sconfissero i Confederati, fantocci dell'Inghilterra. A quel punto, il sistema americano di economia politica, la principale alternativa al sistema liberale anglo-olandese e alle sue idee, si affermò come la principale sfida contro l'espansione imperiale del sistema britannico. Da quel momento in poi, gli USA non potevano più essere conquistati da eserciti stranieri, ma come abbiamo potuto constatare da allora, soltanto dalla corruzione ideologica, soprattutto quella del liberalismo anglo-olandese.
La caratteristica del sistema americano di economia politica, come definito dal segretario al Tesoro USA Alexander Hamilton, è l'espressione dell'influsso del grande scienziato Wilhelm Leibniz nella formazione filosofico-scientifica dei grandi scienziati europei e americani e dei leader politici come Benjamin Franklin e Alexander Hamilton. A tale proposito, il sistema americano di economia politica, come definito implicitamente nel Preambolo della Costituzione Federale USA, si è direttamente contrapposto al sistema liberale anglo-olandese che ha dominato l'Europa e gran parte del resto del mondo negli alti e bassi che si susseguono dall'epoca del Trattato di Parigi del 1763.
In effetti, dal periodo 1763-1865, la lotta più importante nella civiltà europea, intesa nel senso più esteso, che riguarda le questioni di politica sociale ed economica, è lo scontro tra i sistemi americano e britannico di filosofia politico-economica e sociale. Questa lotta si esprime inoltre nel conflitto interno, all'ultimo sangue, tra gli eredi del Sistema Americano, come Franklin D. Roosevelt e i moderni avversari di Roosevelt, che sono ideologicamente 'colonialisti' e ripropongono la corruzione inerente al sistema liberale anglo-olandese. La successione di Harry Truman a Franklin Roosevelt alla presidenza degli USA, è stato un cambiamento di portata quasi sismica, perché ha comportato una corruzione morale che nel corso dei decenni successivi ci ha condotto sull'orlo di un tracollo monetario e finanziario globale che oggi non è più evitabile.
A seguito dell'assassinio del presidente USA McKinley, nel 1901, diventò presidente un Theodore Roosevelt controllato dagli inglesi ed erede della Confederazione. [I presidenti Theodore Roosevelt e Franklin Delano Roosevelt erano cugini alla lontana e la loro impostazione politica fu diametralmente opposta - Ndr]. A Theodore Roosevelt subentrò poi il tradizionalista Taft al quale però succedette Woodrow Wilson, un altro fanatico erede della Confederazione al punto da riportare in vita il Ku Klux Klan nel corso della sua presidenza. Negli anni Venti anche i presidenti Coolidge e Hoover operarono al servizio di forze del liberismo anglo-olandese attive all'interno, ed ovviamente contro gli USA stessi.

Il ruolo di Franklin D. Roosevelt

Nel 1931 l'impero britannico fu colpito dal crollo dello standard aureo. In quella situazione gli ambienti patriottici americani, che si collocavano nella tradizione del presidente Abramo Lincoln, riguadagnarono il controllo della presidenza con l'elezione del presidente Franklin D. Roosevelt (FDR). Se questo non fosse accaduto, Adolf Hitler avrebbe sicuramente consolidato un impero mondiale armato di ordigni nucleari e probabilmente oggi il mondo ne sarebbe ancora vittima.
Alla conclusione della seconda guerra mondiale il mondo al di fuori degli Stati Uniti era in rovina. L'organizzazione di un sistema a tassi di cambio fissi voluta da Franklin Roosevelt a Bretton Woods fu il fattore che rese possibile una ripresa economica dell'Europa in quella situazione.
Con la prematura scomparsa di Roosevelt subentrò alla presidenza un Harry Truman che era in pratica un fantoccio del sistema britannico. Gli aspetti centrali della politica mondiale degli USA cambiarono, improvvisamente e radicalmente, abbandonando quelle che erano state le intenzioni di Roosevelt. Fortunatamente vi furono cose che i nemici di Roosevelt non poterono cambiare almeno per qualche tempo.
Giacché il dollaro USA era l'unica moneta all'altezza della situazione nei mercati mondiali, la ricostruzione dell'Europa e del Giappone non sarebbe stata possibile senza il sistema creditizio fornito dal Sistema di Bretton Woods facente riferimento agli USA. Questo sistema rimase in vita, almeno come nome, fino a quando il presidente Nixon e George P. Shultz non lo distrussero nel 1971-1972. In realtà era rimasto in vigore fino alle crisi della sterlina britannica e del dollaro USA, nel 1967-1968. Il sistema di Bretton Woods già gravemente menomato fu ucciso da totalitaristi inveterati della risma di George P. Shultz sotto l'amministrazione di Richard Nixon.
La successione dei cambiamenti della politica di Franklin D. Roosevelt può essere meglio compresa sotto un unico titolo: la “guerra fredda” di Churchill e Truman. Sulla superficie appare come una politica anti-sovietica mentre in realtà, cosa ben più importante, vista retrospettivamente, fu anche una politica anti-statunitense intesa a favorire il liberalismo anglo-olandese. I conflitti orchestrati con l'Unione Sovietica e con la Cina furono usati per fare leva e provocare la distruzione del moderno sistema degli stati nazionali: per dare vita alla “globalizzazione” come riedizione moderna dell'impero medievale dell'oligarchia finanziaria del “modello veneziano”, il cosidetto sistema imperiale ultramontano.

Come furono corrotti gli Stati Uniti

Gli studiosi di storia cinesi sono in grado di afferrare più chiaramente di molti colleghi americani ed europei i grandi cambiamenti che si sviluppano nell'arco di successive generazioni. Per cambiare una generazione si comincia dalla corruzione, come avvenne nell'antica Atene, la cui gioventù fu corrotta con il sofismo. Nel caso attuale degli Stati Uniti sono state presi di mira i giovani appartenenti alle famiglie a reddito alto. Per corrompere da cima a fondo la società il Congress for Cultural Freedom e altre istituzioni dell'era Truman hanno preso di mira i giovani nati tra il 1945 e il 1957, appartenenti al 20% delle famiglie a reddito alto, inducendoli alla degenerazione morale e intellettuale, creando in tal modo la cosiddetta generazione dei “baby boomer” che oggi influisce sulle attività delle principali istituzioni.
Fintanto che la gente non pensa oltre l'arco di un decennio, o si limita all'esperienza personale immediata, resta all'oscuro dei processi a lungo termine che stanno già determinando le loro stesse condizioni di vita nel futuro. L'individuo vittima di tale influenza crede che gli impulsi che sente sgorgare in sé stesso siano “i miei interessi, le mie opinioni” e non si rende conto così che quello è il modo in cui egli è stato condizionato - o possiamo dire “programmato”. Questo è il condizionamento che lo induce ad agire e reagire così come fa.
La gente parla così di “opinione popolare”, che effettivamente è solo un prodotto del “lavaggio del cervello” a cui la clinica dell'Istituto Tavistock di Londra, il Congress for Cultural Freedom e altre imprese dello stesso stampo hanno sottoposto la generazione presa di mira, gli strati universitari dei ragazzi americani nati tra la morte di Franklin D. Roosevelt e lo shock della recessione USA del 1957. Così, la degenerazione morale ed economica degli USA, successiva al periodo 1963-1968, fu preparata con l'entrata alla presidenza di Harry Truman, come il traditore della causa patriottica di Franklin D. Roosevelt.
In tal modo, l'intero strato più influente di una generazione può essere condizionato, seppure senza che se ne accorga, affinché distrugga la propria società, così come ha fatto la generazione “ambientalista” dei sessantottini americani ed europei. Oggi questa gente così raggirata, negli USA ed in Europa, negherà questo fatto, anche a sé stessa, perché così prevede il condizionamento a cui tali strati di questa generazione sono stati sottoposti attraverso i distruttivi dogmi esistenzialisti diffusi da istituzioni come il Congress for Cultural Freedom (CCF). Il termine tecnico impiegato dagli addetti alla manipolazione psicologica di massa per indicare questo lavaggio del cervello è “una svolta del paradigma culturale”. Si è trattato dell'abbandono del progresso scientifico e tecnologico fondato sull'intensità del capitale per passare ai dogmi suicidi della “società post-industriale”, del “liberoscambismo” e dell'ideologia imperiale della “globalizzazione”.
Questi cambiamenti sono i fattori principali che hanno spinto l'economia USA, che fino al 1964 è stata leader mondiale, in quella discarica economica che è oggi diventata sotto il persidente George W. Bush Jr.
Gente più saggia, che non ha subito il lavaggio del cervello della generazione dei baby boomer americani ed europei, pensa almeno a due generazioni nel futuro e molte generazioni indietro nella storia. La gente più saggia acquisisce una qualità di controllo scientifico sulle proprie opinioni, invece di lasciare che siano le proprie opinioni a prendere il sopravvento, come se si trattasse di un controllo pavloviano.
Le iniziative che hanno condotto il mondo complessivamente nell'attuale pericolo esistenziale generale non sono state delle libere scelte di comportamento, ma scelte condizionate da una “libera volontà” solo apparente. Compreso ciò, il carattere dell'onda lunga del periodo successivo alla scomparsa di Roosevelt, fino alla crisi terminale che minaccia la civiltà nel suo complesso, comincia a diventare visibile alla mente. Una scorsa alla storia della Clinica di Tavistock di Londra, all'epoca del generale di brigata John Rawling Rees, dovrebbe rivelare come furono manipolati i diversi strati sociali nel corso degli ultimi ottant'anni.

Osservazione 2: “Sulla scorta delle esperienze e dei tentativi compiuti, la comunità internazionale è giunta ad una comprensione più profonda della necessità di garantire la pace e promuovere lo sviluppo attraverso la cooperazione, cosa che conduce alla crescita mondiale. Per quanto riguarda la Cina, l'anno scorso il ministro degli Esteri Mr. Li ZhaoXing ha dichiarato: “Il periodo delle opportunità strategiche della Cina di cui parliamo altro non è che un ambiente internazionale e un processo evolutivo in cui mantenere la pace mondiale e promuovere lo sviluppo comune. Con queste premesse strategiche soltanto possiamo pervenire al grande obiettivo di costruire una società che nella sua totalità sia moderatamente prospera”.

Domanda 2: “E' ben noto come le basi politiche per il sistema di Bretton Woods debbano essere individuate nel concorrere di diverse condizioni fondamentali: le comuni esperienze della Grande Depressione, la concentrazione del potere in pochi stati, e la presenza di una potenza dominante disposta e capace di assumersi il ruolo di leadership. Purtroppo queste condizioni sono lungi dall'essere attuali nel mondo di oggi.
“Lei ritiene che un nuovo sistema economico internazionale possa essere fondato su basi politiche diverse rispetto a quelle del sistema di Bretton Woods?”

LaRouche risponde: Effettivamente il sistema di Bretton Woods, come concetto, non nacque dalle condizioni particolari di quella situazione storica specifica. C'è da ammettere che vi fu molta improvvisazione da parte dell'amministrazione di Franklin D. Roosevelt nel lanciare la ripresa di una nazione il cui prodotto reale nel marzo del 1933 era crollato alla metà di quello che era all'epoca del famoso crac della borsa del 1929.
Non fu il crollo della borsa a provocare quel crollo della produzione e dell'occupazione, ma furono le politiche dell'amministrazione Hoover, che furono affini alle politiche di austerità che in Europa aprirono la strada alla consegna dei poteri dittatoriali ad Adolf Hitler nel febbraio del 1933. Se Hoover avesse adottato la politica di Franklin D. Roosevelt, il crac del 1929 non avrebbe provocato un crollo tanto grave dell'economia fisica degli USA. Le misure di ripresa di Roosevelt dimostrano così più chiaramente l'incompetenza selvaggia di Hoover e della sua politica economica. Il successo di Roosevelt dimostra inoltre la mancanza di qualsiasi giustificazione per le crudeltà che l'attuale amministrazione Bush infligge alle famiglie delle fasce di reddito più basso che rappresentano l'80% della popolazione.
In ogni caso, il principio caratteristico di fondo di quelle riforme dell'amministrazione Roosevelt si rifaceva al sistema americano di economica politica e si colloca nell'intenzione originale della Costituzione Federale degli USA, ed è diametralmente opposto alle ideologie liberali anglo-olandesi sostenute dal nemico tradizionale degli USA, l'impero britannico. La crescita economica ed il progresso tecnologico dell'economia USA sotto Abramo Lincoln è il precedente più appropriato per comprendere la politica economica seguita dall'amministrazione di Franklin D. Roosevelt.
Occorre sottolineare, a questo proposito, che dall'assassinio del presidente McKinley all'arrivo di Franklin Roosevelt alla Casa Bianca, l'impostazione politica USA aveva abbandonato la chiara idea che l'oligarchia liberale anglo-olandese era l'avversario tradizionale, almeno dal 1688, ed aveva finito per assumere un orientamento filobritannico sotto quasi tutti i presidenti, da Theodore Roosevelt a Herbert Hoover. Il ribaltamento di Franklin Roosevelt delle politiche filo-britanniche costituì una risposta al fallimento generale del sistema mondiale britannico e generò un'ondata di risentimento popolare, tra il 1932 e il 1942, contro le politiche dei presidenti Coolidge e Hoover, anche perché l'amministrazione Roosevelt seppe agire rapidamente e drasticamente nel condurre la disastrata economia americana sulla strada della ripresa.
Quando Roosevelt morì, nell'aprile 1945, gli USA erano la maggiore potenza economica mai vista al mondo, una potenza che superava ogni immaginazione possibile negli anni Venti, o in qualsiasi momento prima dell'arrivo di Franklin D. Roosevelt. La morte di Roosevelt nell'aprile 1945 rappresentò l'opportunità che gli ambienti della finanza seppero sfruttare per effettuare un “colpo di mano” contro le istituzioni create da FDR.
L'errore più comune tra gli economisti di oggi nel riesaminare le riforme economiche sotto Franklin Roosevelt sta nell'adottare una superstizione, l'ideologia liberale anglo-olandese in materia di denaro e di valore. La genialità insita nella rivitalizzazione dell'economia USA sotto la leadership di FDR, in controcorrente dispetto al precedente decadimento economico, sta nel modo in cui FDR adottò il concetto di un sistema di regolamentazione del commercio, delle tariffe e dei prezzi per correggere il fatto che, a differenza di ciò che sostiene il sistema liberal anglo-olandese, non c'è alcun “valore economico” naturale espresso dal “libero scambio”.
Non esiste alcuna “legge del valore” in un qualsiasi sistema monetario. E' la regolamentazione delle tariffe e del commercio da parte dei governi, in modo diretto o indiretto, in una forma o nell'altra, che difende un'economia dall'inevitabile processo di follia crescente, che conduce alla bancarotta, che è insito nel “libero mercato”. Allo stesso modo, l'idea di “profitto” associata al Sistema Americano è del tutto contraria all'idea folle sull'origine del profitto che è propria del sistema liberale anglo-olandese. L'errore sistemico che pervade tutte le nozioni del valore adottate dalle nazioni del mondo di oggi è dovuto all'erroneo presupposto secondo cui il valore economico si collochi implicitamente nel valore del denaro in quanto tale. Questo è fondamentale per la comprensione della differenza tra il ciclo economico della storia USA sotto il presidente Franklin Roosevelt, e quel cambiamento all'inizio di un nuovo ciclo, qualitativamente opposto, iniziato con la presidenza Truman, che è caratteristico del sistema monetario e finanziario oggi dominante. Le misure estremamente radicali adottate dal governo USA negli anni Settanta per liquidare il sistema monetario di Bretton Woods e le misure protezionistiche su cui la ripresa di FDR si era fondata, sono aspetti essenziali per comprendere come tali misure, parallelamente promosse dai governi britannico e americano, scatenarono il processo che condusse alla crisi da sfascio generale in cui versa oggi l'economia mondiale.

La crisi attuale del dollaro

Primo, nel rispondere ad una delle domande: sarebbe virtualmente impossibile, in pratica, garantire una buona riorganizzazione dell'attuale ordine monetario mondiale senza la partecipazione del dollaro USA in un ruolo, se pur necessariamente diverso da quello che Roosevelt gli dette nell'iniziativa di Bretton Woods, definito da misure che effettivamente impegnino gli USA a prendere accordi per far fronte agli obblighi effettivi necessari a difendere il valore reale del dollaro nel sistema mondiale. Questo esige un cambiamento molto profondo e immediato nella politica del governo USA ed in particolare dell'Esecutivo; ma posto di fronte ad una crisi tanto devastante come quella attuale, un governo USA sotto un esecutivo mentalmente sano, e con l'aiuto di altre personalità responsabili, non avrà alternative credibili ad entrare in un tale accordo cinquantennale.
L'attuale struttura finanziaria e monetaria internazionale dipende dalla stabilità del cumulo degli obblighi che in una maniera o nell'altra sono denominati in dollari, compresi quelli sui mercati internazionali, che sono soprattutto il prodotto ereditato dal cumulo di obblighi in ogni parte del mondo avvenuto nel corso del recente periodo di circa due generazioni.
Gran parte di questi obblighi nominali, direttamente o indirettamente denominati in dollari, sono sostazialmente debiti di gioco, come gli strumenti finanziari derivati. Tali debiti non possono essere onorati e non si deve cercare di farlo. Occorre però difendere in massima parte gli investimenti non speculativi e gli obblighi che vi sono giustamente collegati, soprattutto le pensioni, ed in particolare quelli in vario modo garantiti dal governo. Occorre garantire il funzionamento della società, delle sue attività produttive, e altre atttività connesse, e farlo ad un livello di effettiva produzione fisica, ed efficienza connessa, che siano superiori ai livelli attuali delle attività socialmente ed economicamente utili.
A patto che gli USA s'impegnino ad onorare secondo questi termini tutti i suoi obblighi denominati in dollari, la moneta USA diventerà ciò che essa ora non è sotto l'amministrazione Bush e la sua politica. Questi obblighi diventerebbero fungibili [titoli pronti per essere trasferiti dal venditore al compratore - Ndr] come titoli a lungo termine che possono essere quindi usati come base, con interessi semplici tra l'1 e il 2%, per estendere credito a lungo termine, a tassi ragionevoli, per lo sviluppo e l'espansione della produttività netta dell'economia nazionale e mondiale.
Questa urgente riorganizzazione del sistema monetario e finanziario in bancarotta, quando il sistema è considerato come un tutto, richiede una riorganizzazione finanziaria dei cosiddetti “sistemi delle banche centrali indipendenti”. Questi debbono essere sottoposti ad amministrazione controllata affinché siano protetti mentre si procede alla riorganizzazione delle loro finanze. L'obiettivo di tali misure è consentire il funzionamento ininterrotto dell'economia e delle funzioni dello stato nazionale, “senza nel frattempo mancare neanche un passo ”, come il Presidente Franklin Roosevelt fece decidendo una “vacanza bancaria”, in una situazione meno grave di quella di oggi ma altrimenti paragonabile.
D'altronde, se il dollaro USA non sarà difeso al suo valore corrente, la rinuncia a tale obbligo comporterebbe una rapida depressione mondiale che, ad esempio, colpirebbe con estrema rapidità le esportazioni cinesi.
A questo riguardo occorre tener presente che la principale vulnerabilità cinese è anche il suo principale vantaggio: le schiere numerose dei poveri. La trasformazione qualitativa dei territori sviluppati, con i miglioramenti dovuti a nuove infrastrutture, e la cooperazione con altre nazioni, specialmente quelle eurasiatiche, nello sviluppare la qualità e la quantità delle materie prime necessarie per una popolazione che cresce di numero e in produttività, si prospetta come uno degli investimenti più remunerativi nel prossimo mezzo secolo. Si tratta di un investimento davvero a lungo termine ed è tipico dello spirito e della scienza di una politica degli invesitmenti di portata planetaria per diverse generazioni a venire.
Questi commenti ci conducono alle questioni di politica economica oggi più importanti.
Si paragonino i potenziali demografici del pianeta in cui, in un caso ipotetico, siano gli scimpanzè, invece degli esseri umani, ad occupare gli habitat naturalmente confacenti agli uomini primitivi o agli scimpanzè. Secondo il grande scienziato russo V.I. Vernadsky, gli scimpanzè appartengono al regno della biosfera mentre l'uomo appartiene ad un regno superiore, la noosfera. Come i cani, che preferiamo tenere in casa perché più fedeli, le scimmie non riescono a compiere delle scoperte scientifiche fondamentali. E' l'individuo umano che ha reso possibile l'aumento della popolazione ad oltre i sei miliardi di oggi. Non ci sono scimmie di sorta capaci di fare altrettanto. La fonte di innovazioni creative da cui dipende l'aumento della densità demografica relativa sta nello sviluppo e nell'applicazione dei poteri creativi dell'individuo umano.
L'essenza dell'economia, è l'economia fisica e non i sitemi monetari-finanziari. E' solo nella misura in cui l'essere umano è libero di sviluppare le potenzialità creative scientifiche, cosa che non è possibile al contadino oberato da faticoso lavoro manuale ma è possibile all'agricoltore moderno che dispone della dovuta preparazione scientifica, o all'esperto progettista di macchine utensili, che la capacità produttiva della società aumenta, pro capite e per chilometro quadrato. Lo sviluppo dell'individuo, di tutti gli individui, è la vera fonte di un margine di guadagno per il vero reddito reale di una società nel suo complesso.
Così, l'attuale tendenza alla globalizzazione, la delocalizzazione della produzione verso località in cui mancano le infrastrutture ed i livelli di vita sono più poveri, sta conducendo il pianeta al punto in cui la densità demografica relativa potenziale del pianeta continuerà a crollare, come sta già avvenendo, e raggiungerà livelli inferiori alla popolazione esistente attualmente. L'unica fonte onesta di un margine di profitto sostenibile sta nello sviluppo combinato dell'economia fisica ad alto contenuto scientifico, con standard elevati di infrastrutture economiche di base e alti standard di vita fisica e culturale.
Inoltre, sebbene lo sviluppo delle popolazioni richieda il rispetto delle culture, tale per cui queste culture nazionali hanno il diritto alla sovranità politica, l'interdipendenza tra i popoli nelle questioni riguardanti la gestione complessiva del pianeta richiede mezzi di cooperazioni tra nazioni sovrane miranti ai fini che sono comuni. A questo proposito, la cosa essenziale è che ciascuna nazione tenga in considerazione il beneficio dell'altra, reciprocamente, come una parte essenziale dei propri obblighi.
Sebbene il diritto alla difesa sia obbligatorio, non esiste alcuna autorità morale per soggiogare l'altro. Il compito essenziale di ogni nazione non è cercare il vantaggio competitivo attraverso la guerra, o la bestialità del cosiddetto “cambiamento di regime”, ma la cooperazione tra nazioni sovrane nei comuni fini planetari.
Il pianeta è attualmente afflitto da grande ingiustizia. La più crudele è la politica delle grandi potenze nei confronti dell'Africa sub-sahariana, che comprende la politica delle amministrazioni Nixon, Fort e Carter negli anni Settanta, e ancor peggio la politica addirittura detta “cristiana” dell'attuale amministrazione di George W. Bush junior. L'esatto contrario è la politica nel vero interesse di tutte le nazioni sovrane: trattare la debolezza, e il relativo sottosviluppo delle parti più povere del pianeta, come un problema di cui coloro che hanno maggiori mezzi debbono preoccuparsi.
Dunque, nel caso del continente eurasiatico, la mobilitazione del potenziale per lo più latente dell'Europa centrale e orientale nell'assistere lo sviluppo tecnologico e infrastrutturale nelle nazioni dell'Asia e dell'Africa rappresenta un interesse a lungo termine vitale per tutta l'Europa. In questo è estremamente urgente, più d'ogni altra cosa, che tutti prendiamo parte allo sviluppo delle capacità creative, artistiche e scientifiche, che contraddistingue ciascun essere umano dagli animali.

Riassumendo: la politica

Le generazioni future giudicheranno il comportamento odierno delle nazioni e dei popoli sulla base dei miglioramenti che abbiamo o non abbiamo realizzato per le due o tre generazioni che debbono ancora raggiungere la maturità o il pensionamento. Se non ci comportiamo come semplici animali, di fronte alla morte ci distingueremo dagli animali per quella qualità dell'immortalità insita nel beneficio, specialmente il beneficio delle idee, che da vivi lasciamo alla nostra posterità. L'individuo moralmente sano sente come proprio interesse urgente, far proprio questo senso tangibile dell'immortalità per sé stesso, come lo sente il soldato che offre la propria vita per il futuro della famiglia, della comunità e della nazione.
Se siamo esseri umani, e non scimpanzè sciocchi e avidi, non è ciò che possediamo o possiamo acquistare, la cosa per noi più importante, ma ciò che ci riproponiamo di ottenere al servizio del futuro dell'umanità.
A tale proposito, l'interesse essenziale degli stati sovrani, come degli individui, è il benessere dell'altro, specialmente le popolazioni di altre nazioni in generale, a rappresentare il nostro senso di immortalità, l'orgoglio di vivere, il senso più profondo di interesse in quanto esseri umani piuttosto che scimmie sciocche e avide.
E' finito il tempo in cui le nazioni potevano sostituire avidità e odio verso il vicino agli imperativi di mantenere un futuro al servizio della causa generale dell'umanità, che si effettua anche con una semplice innovazione che migliori le capacità di una parte dell'umanità, o recitando una poesia che arricchisca l'animo di un fanciullo.
Occorre organizzare gli stati sovrani di questo pianeta intorno a questi obiettivi comuni e, come avvenne nel famoso Trattato di Westfalia del 1648, fare del “vantaggio dell'altro” il primo punto di accordo tra le nazioni decise a cooperare. Nella storia è stato raggiunto il punto in cui, tra la guerra nucleare e la resistenza asimmetrica, l'umanità non ha scampo a meno che non compiamo dei passi decisivi verso una sistema produttivo di cooperazione tra le nazioni e le regioni del nostro pianeta.
Da quando il presidente Franklin D. Roosevelt salvò il mondo dal destino in cui le nazioni dell'Europa occidentale e centrale lo stavano sprofondando, l'istituzione fondata sotto Roosevelt ha fornito le basi da cui l'esistenza dell'economia mondiale è da allora dipesa. E' sul dollaro fondato come strumento del sistema a cambi fissi stabilito a Bretton Woods che ha poggiato fino ad oggi la massa del credito monetario e del debito del mondo intero. Sconvolgi quel fondamento e l'intero edificio crollerà. Il pesante indebitamento del dollaro USA è la roccia su cui poggiano tutti i debiti del mondo. Scuoti quella roccia ed otterrai un'immediato crollo a catena di tutto il sistema mondiale.

Commento 3: “Gli esseri umani debbono impiegare la propria saggezza per evitare le guerre e le crisi economiche e adoperarsi per la pace e lo sviluppo. Dal mio punto di vista, le dispute tra i paesi debbono essere risolte con i mezzi diplomatici, contatti e negoziati. Al tempo stesso dobbiamo distinguere la risoluzione delle dispute bilaterali dalla lotta al terrorismo. Come possiamo vedere, il terrorismo è il fattore più distruttivo del XXI secolo, e deve essere eliminato alla radice. D'altro canto però le dispute tra le nazioni non possono essere semplicemente risolte con la guerra. Ad esempio, Palestina e Israele non hanno raggiunto un accordo di pace attraverso quattro guerre in Medio Oriente. Credo dunque che l'unico modo di risolvere il conflitto sia con i mezzi diplomatici, che richiedono alle parti in causa di assumere posizioni calme e ragionevoli.”

Domanda 3: “Una cooperazione eurasiatica comprende l'Europa centrale e occidentale, la Russia, la Cina, l'India e altre nazioni. E' una buona proposta, ma credo che questa nuova cooperazione non debba escludere gli USA, l'unica superpotenza, di oggi e del futuro, e gli USA debbono svolgere un ruolo critico nel riformare la politica, l'economia e il sistema monetario internazionali. Che cosa ne pensa di ciò? Potrebbe commentare? Nel caso affermativo, in che modo gli USA potrebbero svolgere un ruolo positivo?

LaRouche risponde: Concordo con tale approccio, com'è evidente nelle ampie risposte alle due domande precedenti. Voglio solo sottolineare che la cosa cruciale è un cambiamento drastico della composizione dell'attuale presidenza USA. Negli stessi USA personalità importanti ritengono che questo drastico cambiamento immediato non sia possibile. Non posso assicurare che i cambiamenti necessari non avranno luogo, ma sono nella posizione migliore per riferire che i cambiamenti necessari potrebbero avvenire presto, come conseguenza dello shock che sta per abbattersi sul sistema mondiale.

Commento 4: La globalizzazione ha aumentato l'interdipendenza economica, da una parte, ed ha aggravato l'ineguaglianza dello sviluppo dall'altra. E' dunque ora di riformare i sistemi economici internazionali logori, ed i membri della società internazionale dovrebbero cooperare pienamente per correggere ciò che c'è di irragionevole nel sistema. Come LaRouche ha detto molte volte occorre indire una nuova Bretton Woods e fondare un nuovo sistema economico internazionale. Come si suol dire “ridurre la pressione potrebbe evitare il crac”, dunque il modo migliore di evitare che una data moneta crolli è evitare che sia la moneta centrale dell'intero sistema.

Domanda 4: Secondo LaRouche gli Stati Uniti dovrebbero cambiare la loro politica distruttiva passando a sostenere una prospettiva di sviluppo. Sappiamo che l'appuntamento elettorale di novembre per il voto di metà legislatura è molto importante. Chiediamo pertanto, in che misura questo influirà sulla prospettiva di un cambiamento politico negli USA? Ed inoltre, che impatto avrà il voto presidenziale del 2008 sulla scena politica americana?

LaRouche risponde: Gli Stati Uniti sono presi in un vortice politico-economico. L'attacco alle Torri Gemelle di New York ha colpito la popolazione americana. Come avevo manifestato i miei timori pubblicamente, all'inizio di quell'anno, temevo che l'assommarsi delle difficoltà economiche, accumulatesi nel corso degli anni precedenti, e l'incompetenza intrinseca del governo di George W. Bush junior aveva creato la situazione in cui c'era da attendersi un avvenimento paragonabile all'Incendio del Reichstag in Germania, l'incendio che Hermann Goering fece segretamente appiccare al parlamento tedesco nel febbraio 1933. Il terrore dell'attacco alle Torri Gemelle ha avuto un effetto simile a quello che Goering ottenne con quell'incendio: far sì che ad Hitler fossero attribuiti dei poteri dittatoriali. In effetti, il burattino di Cheney, George Bush, è arrivato molto vicino ad ottenere i poteri dittatoriali nelle ore successive all'attacco. Sebbene dei veri poteri dittatoriali non sono stati assunti, gli effetti politici dell'incidente sull'intero sistema politico ha condotto gli Stati Uniti molto vicino alla possibilità che una dittatura possa essere stabilita persino prima di arrivare al voto di novembre.
Nel frattempo, l'incidente dell'11 settembre 2001 ha in qualche modo indebolito l'autorità riconosciuta alla Costituzione degli Stati Uniti. Uno dei fattori che ha aumentato il rischio di un colpo di stato vero e proprio è il crollo della fiducia della popolazione e del sistema politico nell'amministrazione Bush-Cheney. Questa perdita di fiducia nell'amministrazione rende Cheney e i suoi controllori nei circoli di George P. Schultz sempre più inclini a ricorrere a misure disperate. Non sorprenderebbe se Cheney lanciasse un attacco aereo protratto per un mese in Iran prima delle elezioni di novembre.
Nel frattempo, il crollo generale del sistema finanziario mondiale procede a tutto vapore. La bolla speculativa immobiliare internazionale che è stata creata dall'ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan è più che matura per scoppiare. Il crollo della bolla immobiliare cresciuta su mutui e ipoteche basterebbe ad avere sul sistema monetario attuale lo stesso effetto che il crollo dei Bardi, la casa dei banchieri 'lombardi', ebbe nella caduta dell'Europa nei secoli bui del XIV secolo.
L'attuale situazione mondiale è come uno stato di guerra. L'esistenza della guerra è certa ed i fattori principali che determinano vittoria o sconfitta sono generalmente noti, ma il risultato effettivo resta incerto. In una situazione del genere occorre pensare come fece Franklin Roosevelt o come farebbe un grande comandate militare.
Come ho reso noto ai miei amici e ad altre personalità influenti nei vertici del partito democratico USA, ed altri ancora, il futuro immediato della politica appartiene alle sorti degli strati impoveriti della popolazione USA che sono l'80%. Alle primarie democratiche fin ora si è affermata una tendenza a premiare i candidati contrari a Bush e per quelli che sono sensibili alle preoccupazioni degli elettori degli strati impoveriti. Gli shock economici e di altro tipo si fanno sentire sempre più diffusamente tra l'elettorato. Date le incertezze insite in una situazione di cui sento il polso direttamente, se non si afferma la politica che propongo la situazione per l'umanità del suo complesso non è incoraggiante. In ogni caso, come un comandante, debbo combattere la battaglia che ho davanti. Questo è il meglio che si può fare ora. Valuto buone le possibilità di successo, ma in questo momento non vi sono certezze.

Domanda 5: LaRouche ha parlato del ruolo dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) nella cooperazione eurasiatica. Quest'anno la SCO ha festeggiato il suo quinto anniversario a Shanghai. Suppongo che il suo ruolo e la sua influenza siano destinati a crescere. I rapporti tra SCO e gli USA sono una questione molto delicata e importante per il miglioramento della cooperazione. Che cosa può suggerire al proposito? Può commentare al riguardo?

LaRouche risponde: A cagione delle caratteristiche della sua dipedenza dal mercato USA la Cina è più vulnerabile dell'India, la quale può contare su una forte base di resistenza alla crisi economica indotta dall'esterno, nelle fasce di reddito del 35% dei più abbienti. In altre parole, sul breve periodo, di fronte ad una crisi negli USA, la Cina ha maggiore bisogno dell'India di trovare una risposta sana. Comunque, se la Cina viene fatta sprofondare in una crisi, lo sfascio economico colpirà l'intera Eurasia, cosa tutt'altro che buona per l'India.
Queste considerazioni sono da me tenute presenti, sia nel webcast di Berlino del 6 settembre, sia nel prossimo in programma per il 31 ottobre. Il potenziale per una cooperazione da Berlino, attraverso Mosca, Pechino, fino ai porti di Shanghai e Delhi, ed oltre, è una base sufficiente per intraprendere passi immediati di cooperazione eurasiatica, estesa anche altrove, come ho indicato nel webcast. Purtroppo tra i leader più importanti vi sono esitazioni nell'intraprendere queste misure urgenti. Ritengo che la cosa urgentemente necessaria è che i patrioti più intelligenti ed influenti concorrano nel promuovere i passi iniziali di un accordo su cui fondare un nuovo ordine mondiale di cooperazione tra le nazioni sovrane con tutta l'urgenza necessaria a salvare il pianeta dalla minaccia dei nuovi secoli bui.



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