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La paura degli hedge funds

2 ottobre 2006 – Il 27 settembre si sono incontrati alla Federal Reserve di New York le autorità finanziarie e i principali traders in prodotti finanziari derivati. Argomento dell'incontro è stata la minaccia sistemica rappresentata dai derivati, in particolare quelli sul credito, e altre attività finanziarie altamente speculative.
Qualche giorno prima dell'incontro, l'ex presidente della Fed di New York William McDonough ha lanciato un appello alla Federal Reserve affinché gli hedge funds siano sottoposti a regolamentazione. Nel 1998 McDonough dovette occuparsi di coordinare le operazioni di salvataggio dell'hedge fund LTCM ed oggi è vice presidente della Merrill Lynch. “C'è da sperare che non si vorrà attendere una crisi che comporti un completo dissesto, prima che il Congresso ed il presidente prendano in considerazione le questioni strutturali e decidano di istituire un sistema di supervisione che sia più appropriato”, ha detto McDonough.
L'attuale presidente della Fed di New York Timothy Geithner ha detto in una conferenza pubblica del 26 settembre che la Federal Reserve dovrà forse estendere la sua autorità di supervisione alle case di negoziazone titoli ed hedge funds visto il ruolo crescente che questi svolgono nel sistema finanziario. Intervistato lo stesso giorno da Bloomberg, il vice direttore della FBI Chip Burrus ha definito gli hedge funds “una minaccia emergente”.
Subito dopo l'incontro di New York, i funzionari della britannica Financial Services Authority (FSA), la Fed di New York e la Consob americana (SEC) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta sulla prima pagina del Financial Times in cui si legge:
“Tre delle principali autorità di regolamentazione finanziaria mondiali hanno preso l'insolita iniziativa di avvertire congiuntamente che le nazioni prese individualmente non sono in grado di contenere certi rischi posti dalla crescita esplosiva dei derivati e debbono collaborare ovunque possibile”. La dichiarazione, sottoscritta da Geithner, da sir Callum McCarthy per la FSA e da Annette Nazareth della SEC, conclude: “Sovente occorre una crisi per generare la volontà e l'energia occorrenti per risolvere il problema. Qui l'industria merita il credito per agire in anticipo su di una crisi”.
Si tratta di proposte decisamente limitate che rischiano di fare un buco nell'acqua. In ogni caso, si prenda nota del fatto che la crisi sistemica posta dagli hedge funds e dai derivati non può più essere tenuta nascosta sotto il tappeto.

“Il sistema finanziario occidentale potrebbe crollare”

Jacques Attali, ex consigliere personale del presidente francese Francois Mitterrand, molto legato alla banca Lazard Freres, ha scritto un insolito commento pubblicato il 28 settembre dal settimanale L'Express e intitolato “Fiori velenosi”:
“La sventura che ha colpito uno dei fondi d'investimento speculativi più famosi d'America rivela la follia del mondo d'oggi. Questo fondo Amaranth, che prende il nome da un fiore, fu fondato nel 2004 ed è diventato famoso tra i suoi pari per aver guadagnato un miliardo di dollari in un paio di settimane, all'inizio del 2006, scommettendo controcorrente sulla penuria di gas. Forte di tale successo, Amaranth ha scommesso ancor più denaro sulla risalita continua del prezzo del gas ... le cose sono andate diversamente: l'instabilità del tempo e l'inversione brutale dei prezzi delle materie prime hanno inflitto ad Amaranth una perdita di 6 miliardi di dollari...
“C'è tanto dietro questa storia: le compagnie di assicurazione, come principali attori nel campo del risparmio, per finanziare i servizi dovuti ai clienti, in particolare istituzioni della sanità e fondi pensione, hanno bisogno di profitti molto più alti di quelli offerti dai buoni del tesoro o dalle imprese che hanno un buon andamento. Per questo affidano il denaro ai fondi speculativi, che a loro volta investono in strumenti finanziari di gran lunga più rischiosi, bonds di imprese dubbie, o prezzi di materie prime imprevedibili. Giacché il denaro rimane abbondante, e di conseguenza poco costoso, questi fondi, per essere redditizi, debbono assumere rischi sempre maggiori, talvolta anche impossibili da misurare, scommettendo fino a cinquanta volte la loro puntata, e talvolta senza puntare niente. Oggi questi fondi speculativi gestiscono più di 1300 miliardi e rischiano più di 1000 miliardi di dollari al giorno. Così, quando la scommessa è persa la perdita è immensa. E lo sarà sempre di più.
“Così va il mondo d'oggi, quando ci si preoccupa ben poco per il futuro, che è così minaccioso che coloro che si prendono la briga di prepararlo creando ricchezza reale non vengono decentemente remunerati, e si preferisce incanalare i risparmi dei lavoratori nella speculazione da casinó. Questo, naturalmente, non può non finir male. Un giorno i tassi d'interesse rifletteranno i rischi e l'intero sistema finanziario occidentale, e soprattutto americano, potrebbe crollare. Nessuno può dire di non essere stato preammonito”.


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