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Le preoccupazioni “sistemiche” e il mercato immobiliare

11 dicembre 2006 – Ufficialmente chiamato Comitato del presidente sui mercati finanziari, e più comunemente “Squadra di sicurezza finanziaria”, l'organismo presieduto dal segretario al Tesoro Henry Paulson è stato riattivato per far fronte ai rischi sistemici che minacciano i mercati, ha riferito il Daily Tepegraph del 7 dicembre. L'articolo, firmato da Ambrose Evans-Pritchard, fa riferimento ad un altro articolo del Weekly Standard del 27 novembre che spiegava che l'organismo è composto da diversi consiglieri di Goldman Sachs, la finanziaria di cui Paulson è stato amministratore delegato, e che egli avrebbe portato con sé al Tesoro per tenere le distanze dalla burocrazia ministeriale.

Le principali preoccupazioni di Paulson, secondo il Daily Telegraph, sono: 1) gli 8000 hedge funds non regolamentati che gesticono 1,3 mila miliardi e contratti in derivati pari a 370 mila miliardi. “Qui è necessario stare molto attenti” avrebbe detto al proposito Paulson; 2) la caduta del dollaro, ed a tale proposito il Daily Telegraph cita un analista del gruppo bancario HSBC che afferma: “Agli Stati Uniti occorrono mille miliardi di dollari l'anno solo per restare a galla”. Lo stesso analista faceva notare che la crisi economica globale assume una dimensione sistemica in questa caduta del dollaro, arrivando a minacciare “l'aorta del capitalismo”; 3) il prezzo medio della casa negli USA è caduto da 244 a 221 mila dollari a novembre. Paulson teme “una seria crisi, che si rivelerebbe un colpo fatale all'economia USA”.

Un altro motivo di preoccupazione è dato dalla bolla dei fondi, i private equity funds e gli hedge funds. Dopo i moniti della Banca d'Inghilterra, anche la Bundesbank tedesca ha affrontato l'argomento nell'ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria del 2006. La Bundesbank sottolinea la crescita degli intrecci tra grandi banche e private equity/hedge funds. Nel presentare il rapporto a Francoforte il 28 novembre, Edgar Meister ha notato come “le banche hanno sempre di più a che fare con partecipanti al mercato finanziario che non sono sottoposti a regole. Gli hedge funds possono costituire un potenziale di disturbo, particolarmente presi complessivamente”, ma anche singolarmente.

Meister ha detto tra l'altro: “Come nel caso degli hedge funds, c'è un'attività in forte crescita dei private equities”, e talvolta ambedue i gruppi sono interconnessi. La minaccia posta dai private equity funds sta nelle loro operazioni di “leveraged buy-out” (LBO), scalate compiute con un forte indebitamento, con il 60% o anche 80% dei capitali prestati dalle banche. Dopo l'acquisizione, il debito così contratto viene scaricato sull'impresa acquisita. Questi debiti, ha spiegato Meister, “aumentano la vulnerabilità delle imprese, in particolare a fronte di un aumento dei tassi d'interesse”. In una situazione di stress, ciò potrebbe avere “implicazioni per la stabilità dei mercati finanziari”. Solo nel terzo trimestre del 2006, il debito LBO emesso in Europa occidentale ammonta a 50 miliardi di euro. Le banche che lo hanno sottoscritto sono convinte di poter piazzare titoli ad alto rischio agli hedge funds e altri investitori. Ma, ha ammonito Meister, resta da vedere “se le banche riusciranno sempre ad effettuare tali trasferimenti di rischio”.

La crisi del mercato immobiliare

Il Wall Street Journal del 5 dicembre spiegava con un linguaggio insolitamente esplicito: “L'aumento delle insolvenze sui mutui negli ultimi mesi mette alle strette chi presta e gli investitori mondiali nel mercato ipotecario USA, che vale 10 mila miliardi di dollari. La cosa colpisce di più tra i mutui subprime [concessi a clienti scarsamente affidabili], anche se si sta diffondendo ad altre parti del mercato ipotecario”. Le insolvenze aumentano da più di un anno, ma negli ultimi due o tre mesi c'è stata una vera e propria impennata. Secondo l'ente FDIC, la metà di tutti gli assets bancari USA, che ammonta a 11,75 mila miliardi di dollari, sono investimenti nel mercato immobiliare.
I mutui subprime costituiscono uno dei comparti più vulnerabili del mercato della casa, dove le crepe sono più vistose. Ad ottobre il totale dei mutui subprime sottoscritti quest'anno, che sono in arretrati superiori ai 90 giorni o su cui grava procedura di esproprio o riacquisto, sono saliti al 2,52% ad ottobre.
Crediti e mutui subprime sono concessi a categorie sociali a basso reddito, soprattutto neri ed ispanici, a condizioni punitive: alti tassi d'interesse, forti penalizzazioni sugli arretrati, ecc. Alla fine degli anni Novanta il volume del credito subprime era a 100 miliardi, oggi è salito a qualcosa tra i 650 e i 980 miliardi, di cui un decimo sono mutui-casa.
Una decina d'anni fa questo era il mercato degli usurai, ma le grandi banche commerciali hanno esaurito il mercato rappresentato dai ceti medi. Nel 2005 per la metà dei prestiti subprime le banche non hanno chiesto documentazioni sul reddito. Nella prima metà del 2006 un mutuo casa su cinque è stato stipulato a condizioni subprime, riferisce la Mortgage Bankers Association.
Il 4 e 6 dicembre hanno chiuso i battenti la Sebring Capital Partners, in Texas, e la Ownit Mortgage Solutions, in California, tutt'e due attive nel mercato subprime dove la seconda era all'undicesimo posto nella categoria. Il mercato dei derivati ha subito una forte scossa: il costo per uno swaps CDS, per proteggere dal rischio di insolvenza 10 milioni di dollari di bonds subprime valutati BBB, è passato da 310 a 389 mila dollari. Anche i bond sottostanti hanno registrato la maggiore perdita dell'anno.
Il principale studio di consulenza fiscale H&R Block ha annunciato perdite per 156,5 miliardi di dollari nei tre mesi conclusi il 31 ottobre. Le perdite sono dovute alla sussidiaria Option One Mortgage impegnata nel mercato ipotecario subprime. Le perdite registrate nel trimestre precedente erano di 131 miliardi.
La Toll Brothers, costruttrice delle costose abitazioni “McMansion”, ha dovuto ritoccare al ribasso le previsioni per il 2007 dopo aver registrato un crollo del 50% dei profitti nel terzo trimestre. Il fatturato è sceso dai 310 milioni del 2005 a 178. La cancellazione degli ordinativi ha raggiunto il 37%.
La finanziaria britannica HSBC, terza nella graduatoria mondiale per il valore di mercato, ha annunciato un rallentamento delle entrate nel terzo trimestre a motivo dell'aumento dei crediti difficilmente esigibili in America e in Inghilterra. Insolvenze e cancellazioni sono aumentate come conseguenza dei fallimenti e della debolezza del mercato della casa.
Il 10 dicembre Lyndon LaRouche ha indicato un fattore cruciale, sebbene non evidente, nella dinamica del grippaggio del mercato immobiliare USA, le vendite che non si effettuano come conseguenza della contrazione generale del mercato:
“Qualcuno possiede una proprietà che vale diciamo 800 mila dollari, ma l'offerta migliore che ottiene è di 600 mila. Il proprietario è costretto a tenersela. Ma il mese successivo il buco sarà di 300 mila e l'altro mese ancora di 400 mila. Dinamiche di questo tipo. Ciò che accade è che questo fattore costituisce un rischio aggiuntivo, diventa un potenziale detonatore nell'intero mercato in caduta. E quando la reazione s'innesca non fa che alimentare se stessa”.


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