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La “banda Bassotti” era attiva a Genova 2001?

18 dicembre 2006 – L'inquietante interrogativo sorge dopo l'emergere di nuove prove nell'inchiesta Telecom-spioni, che delineano ancor meglio i contorni dell'attività del trio Tavaroli-Mancini-Cipriani. Come riferito dalla newsletter "Strategic Alert dell'EIR" (n. 39 del 28 settembre 2006), l'investigatore privato Emanuele Cipriani è talmente vicino a Licio Gelli che l'indirizzo monegasco della sua ditta corrisponde a quello della nuora di Gelli, Marta Sanarelli. La procura di Milano sembra aver ora stabilito che attraverso Mancini, Cipriani era in grado di entrare in possesso di qualsiasi documento o rapporto del SISMI riguardante attività di soggetti esteri, come ad esempio persone vicine al Presidente russo Putin, altre definite finanziatori di Al Qaeda, o addirittura relazioni riservate sul servizio segreto francese. Cipriani aveva dunque accumulato un archivio formidabile grazie ai servigi dell'amico Mancini, che erano stati pagati dal terzo componente della banda, l'ex responsabile della sicurezza Telecom Giuliano Tavaroli. Tra gli innumerevoli dossier, uno sembra particolarmente preoccupante, e non proviene nemmeno dal SISMI, ma, stavolta, dal SISDE: nelle parole degli inquirenti, “un documento composto da tre fogli, intitolato Social Forum Europeo (Firenze 6-10 novembre 2002), contenente l'analisi dettagliata del quadro della minaccia incombente sulla città da parte dei partecipanti all'evento denominato Social Forum Europeo”.
Come scrivemmo a suo tempo, qualsiasi competente analista sarebbe stato in grado di giudicare in anticipo che tale minaccia era in realtà ridotta al minimo. A differenza del Social Forum di Genova 2001, che fu teatro di scontri violenti tra polizia e black block, culminati nella morte del giovane Carlo Giuliani, la manifestazione di Firenze offriva adeguate garanzie di sicurezza dovute fondamentalmente a due fattori: 1. essa era organizzata dai sindacati, che gestivano anche il servizio d'ordine; 2. il percorso del corteo e la disposizione delle forze dell'ordine erano tali da escludere campo favorevole ai gruppi violenti, come si era fatto con incredibile leggerezza a Genova. Per questo motivo, la manifestazione di Firenze si svolse in modo pacifico, anche se qualche ambiente avrebbe voluto una ripetizione dei fatti di Genova.
Dato il ruolo svolto dalla P2 nei più torbidi momenti della storia d'Italia del dopoguerra, il fatto che il dossier supersegreto del SISDE finisse su una scrivania molto vicina a villa Wanda giustifica quindi l'interrogativo: c'era, in determinati ambienti sinarchisti, l'intenzione di studiare la possibilità di inscenare una provocazione alla manifestazione di Firenze? E a questo interrogativo ne fa seguito uno più inquietante: gli stessi ambienti erano già stati attivi a Genova, sia da parte dei Black Block, che da quella delle forze di polizia? Ricordiamo che Genova fu una specie di prova generale dell'11 settembre, con il dispiegamento di missili antiaerei per proteggere il concomitante vertice del G-8, a cui partecipava George W. Bush, da un temuto attacco aereo di “Bin Laden”.


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