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Forse Sechi apre una porta

di Lyndon H. LaRouche, Jr.

3 gennaio 2007 – Da quanto ho letto nel riferimento a me fatto da Salvatore Sechi su L'Opinione della Libertà il 28 dicembre 2006, ho dedotto che il summenzionato Sechi tenta di chiudere una porta nel modo seguente.

Prima, apre la porta. Poi fa un giro di chiave, in modo da impedire che la porta si chiuda. Quindi, se ne va a spasso. Dopo un paio d'ore, la stanza si è riempita di spazzatura scaricata dai vicini, che lo detestano ed erano in cerca di un posto conveniente dove abbandonare i rifiuti. A quel punto, torna a casa. Sblocca la serratura, chiude la porta, fa un giro di chiave, mette la chiave in tasca e se ne va, compiaciuto per l'astuzia con cui ha raggirato i vicini, spingendoli a privarsi della loro preziosa spazzatura.

Incredibile? Niente affatto! Esaminiamo i fatti. Si noterà subito il tipo di spazzatura con cui Sechi ha composto il suo articolo. Quella spazzatura si trova sulle pagine dell'Opinione della Libertà del 28 dicembre 2006.

Non ci si indisponga per ciò che qualcuno potrebbe considerare un momento di alterazione alcolica o insanità del signor Sechi. Non è la sua mente a produrre ciò che consegna al suo editore. Fa parte della sua pregiata collezione di spazzatura regalatagli dagli astuti vicini. Se, come mi dicono gli esperti, l'italiano colto disprezza la sua prosa-spazzatura analfabeta, gli si rammenti che la politica editoriale di certe pubblicazioni è quella di “raccogliere le notizie” o, in altre parole, una politica di “spazzatura che entra ed esce”.

Per quanto mi riguarda, io sono quello che sono. Lo stile del signor Sechi indica un uomo che è ciò che non è.


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