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Primakov offre agli USA una exit strategy dall’Iraq

     
L'ex primo ministro ed ex ministro degli Esteri Primakov con il presidente Putin. Attualmente Primakov presiede la Camera del Commercio e dell'Industria russa.

 

19 gennaio 2007 – Nella trasmissione domenicale in prime time del 14 gennaio Vesti Nedeli (Notizie della settimana) l’ex primo ministro russo Yegeni Primakov, notoriamente vicino a Putin, ha trattato il tema dei rapporti intercorsi tra gli Stati Uniti e Saddam Hussein. Ha notato come l’esecuzione di quest’ultimo sia stata “improvvisa”, una decisione dettata dalla necessità di evitare che egli potesse parlare, perché “se avesse raccontato tutto quello che sapeva sarebbe stato un imbarazzo enorme per l’attuale presidente USA”.
Primakov ha passato in rassegna, con dovizia di dettagli, gli intrallazzi tra Saddam Hussein e certi ambienti americani, soffermandosi in particolare sul ruolo svolto da Donald Rumsfeld nel fare la corte e incoraggiare il raìs, cosa che è continuata anche dopo la strage di al-Dujail per la quale quest’ultimo è stato condannato all’impiccaggione.
Saddam avrebbe tra l’altro ricevuto dai suoi amici americani fotografie aeree ad alta risoluzione, il supporto degli AWACS ed altre forme di sostegno nel conflitto tra Iraq e Iran, tra il 1980 ed il 1988.
Nello stesso programma, un esperto nucleare russo ha riferito che se Saddam avesse potuto raccontare tutto ciò che sapeva sul conto degli USA, a cominciare dalla fornitura di tecnologie connesse al nucleare, gli Stati Uniti “sarebbero apparsi come dei provocatori di fronte al mondo intero”. Nell’ultimo accordo, che risalirebbe addirittura al 2003, Saddam si sarebbe impegnato a non opporre resistenze significative all’invasione americana. A tale riguardo occorre ricordare che Primakov fu una delle ultimissime personalità che incontrarono Saddam, prima di quell’invasione.
La trasmissione, che è tra le più seguite in Russia, ha anche mandato in onda la critica della “esecuzione frettolosa” che il parlamentare americano Dennis Kucinich ha fatto di fronte alle telecamere e l’ha commentata in questi termini: “I democratici detengono la maggioranza al Congresso e sono favorevoli ad un ritiro graduale delle truppe americane dall’Iraq”, e sono contrari alla politica di Bush di “mandare rinforzi alla guarnigione”.
Primakov ha concluso con una chiara offerta strategica: “Serebbe davvero una gran bella cosa se gli Stati Uniti si rendessero maggiormente conto che molte questioni semplicemente non possono essere risolte senza la Russia. Noi abbiamo collegamenti con la Siria che nessun altro ha. Abbiamo collegamenti con l’Iran che gli USA non hanno. Abbiamo contatti con Hamas che gli USA non hanno. Abbiamo contatti con Hezbollah che gli Stati Uniti non hanno. In tale contesto, la Russia può far molto e spero che lo faccia”.

Si tratta di una proposta in evidente sintonia con la "Dottrina LaRouche per il Sudovest asiatico" (vedi qui)


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