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La globalizzazione non si migliora, si sotterra

5 febbraio 2007 – L'EIR ha presentato il 30 gennaio una testimonianza al Ways e Means Committee, la potente commissione della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti presieduta dall'on. Charles Rangel che teneva audizioni sul Commercio e la Globalizzazione. In questa sessione di apertura delle audizioni la testimonianza dell'EIR è stata distribuita in 200 copie ai presenti, mentre altre 80 copie erano state precedentemente distribuite ai parlamentari ed ai loro collaboratori. Quella dell'EIR è stata l'unica testimonianza in cui si chiede la fine della globalizzazione ed è intitolata “La globalizzazione è il nuovo imperialismo - non si migliora, si sotterra! Ripristinare politiche di interesse nazionale”.
Tra gli esperti presenti anche Gene Sperling, ex esponente dell'amministrazione Clinton, e Lawrence Mishel, presidente dell'Economic Policy Institute.
Molti parlamentari hanno descritto nei dettagli la tragedia della perdita dei posti di lavoro nell'industria e il conseguente crollo dei livelli di vita nelle comunità colpite. Almeno quattro parlamentari hanno fatto riferimento alla sostanza della testimonianza dell'EIR. John Larson, ad esempio, ha chiesto, facendo riferimento alla Works Progress Administration (WPA), il grande programma di lavori pubblici avviato da Roosevelt nel 1935: “Che cosa ne pensate di una WPA permanente, per la creazione di posti lavoro e infrastrutture e, se siete d'accordo con una WPA permanente, come finanziarla?” Sperling ha riconosciuto che occorre “rimettere sul tavolo la questione delle infrastrutture” e che occorre anche capire che “spendere non è sempre una cosa negativa”.
L'on. Pascrell ha ribadito che gli USA debbono avere una politica delle manifatture e che nel dibattito che si verificò tra Hamilton e Jefferson i Padri Fondatori degli USA decisero che il paese non poteva esistere soltanto con un'economia agricola ma che doveva sviluppare le manifatture. Ha inoltre citato la Costituzione laddove sancisce che il Congresso deve avere autorità nelle questioni che riguardano il commercio e la moneta. Sollevando le questioni di sicurezza nazionale Pascrell ha detto che in realtà gli USA non sono in grado di produrre quando basta per far fronte ad un eventuale attacco militare: “Non siamo nemmeno più in grado di produrre corazzature negli USA”.

Un altro rapporto era stato presentato dall'EIR in occasione dell'udienza del Comitato alla Camera sulle autostrade e il transito (che fa parte della Commissione Trasporti e Infrastrutture), tenutasi il 24 gennaio. Il presidente Peter DeFazio (democratico dell'Oregon) ha sottolineato il bisogno di una prospettiva cinquantennale di investimenti nelle infrastrutture, mentre nella discussione è stata messa sotto accusa la politica di privatizzazione fin qui perseguita dal governo Bush. In particolare, il deputato Brian Higgins (democratico di New York) ha ricordato che il ruolo dello stato nel finanziamento delle infrastrutture fu sancito al tempo di Abramo Lincoln, che stilò progetti per ponti, strade e ferrovie. “E' questa la politica che costruì la nazione”, ha dichiarato Higgins. L'on. James Oberstar (democratico del Minnesota), presidente della Commissione trasporti e infrastrutture, ha fatto riferimento alla politica di Franklin D. Roosevelt e Eisenhower. “Nel 1944, quando il presidente Roosevelt già poteva intravedere la fine della guerra, egli commissionò uno studio sui trasporti nel paese. Lo studio raccomandava di costruire quasi 70 milioni di chilometri di autostrade”, per adattare le infrastrutture alla poderosa macchina economica uscita dalla mobilitazione industriale del New Deal e della guerra. Le raccomandazioni non ebbero seguito, finché “Eisenhower non riprese in mano quel piano e nominò il generale Lucius Clay a capo del progetto”, ha detto Oberstar.
Sempre il 24 gennaio, al comitato per l'aviazione, che fa parte della Commissione Commercio, Scienze e Trasporti del Senato, il senatore Jay Rockefeller ha lanciato un lungo attacco contro gli effetti della deregulation nel settore dei trasporti aerei e il loro impatto devastante sul suo stato, la Virginia occidentale.


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