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L'intervento di Putin alla conferenza sulla sicurezza

12 febbraio 2007 – La conferenza annuale sulla sicurezza internazionale che si è tenuta a Monaco di Baviera tra il 9 e l'11 febbraio prevedeva un'ondata di critiche contro la politica seguita dalla Russia e di richieste di un rafforzamento del ruolo della NATO in Iraq e Afghanistan, oltre a dure prese di posizione nei confronti dell'Iran. La politica dell'amministrazione USA è stata rappresentata dal Segretario alla Difesa Robert Gates e dai senatori John McCain, Joe Lieberman e John Kyl. A completare il campo neocon figuravano tre ex ambasciatori USA: John Kornblum, Richard Burt e Richard Holbrooke. La delegazione USA contava circa un terzo dei 250 partecipanti. Oltre a politici ed esperti di difesa dei paesi della NATO hanno partecipato anche Ali Larijani, primo negoziatore iraniano sul nucleare, M.K. Narayanan, consigliere di sicurezza nazionale in India, Zhang Yesui, vice ministro degli Esteri cinese, e per la Russia lo stesso presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa Sergei Ivanov.

Il copione è stato ribaltato dal presidente russo con il discorso pronunciato il 9 febbraio. Putin ha colto l'occasione per esporre “ciò che penso davvero sulla sicurezza internazionale” senza abbellimenti diplomatici. Parlando degli aspetti militari Putin ha sostenuto che “la stabilità dell'economia mondiale, il superamento della povertà, la sicurezza economica e lo sviluppo del dialogo delle civiltà” sono le principali questioni di sicurezza mondiale. Ha citato Franklin D. Roosevelt quando, subito dopo l'invasione della Polonia da parte dei nazisti, affermò: “Quando la pace è lesa in qualsiasi luogo, la pace di tutti i paesi corre un pericolo ovunque”. Nonostante questa impostazione rooseveltiana, il discorso è stato criticato come "antiamericano".

Putin ha affermato che dopo la Guerra Fredda non si è verificata l'affermazione di un “mondo unipolare” ed ha criticato i tentativi di imporre un modello del genere. “Certo che vi sono stati periodi di unipolarità nella storia dell'uomo, e tentativi di arrivare ad un dominio mondiale. ... Alla fin fine, questo praticamente significa una cosa sola: un centro di potere, un centro di forza, un centro decisionale. È un mondo con un padrone, un sovrano. E questo alla fin fine è rovinoso, non soltanto per chiunque sia dentro un tale sistema, ma anche per il sovrano stesso, perché si distrugge dal suo interno”. Ha quindi definito “impossibile” e “inaccettabile” il concetto dell'unipolarità, ma, ha aggiunto, questo è ciò che si sta oggi affermando.

“Qual è il risultato?” ha chiesto Putin. “Iniziative unilaterali, sovente illegittime, non hanno mai risolto alcun problema. Hanno generato nuove tragedie umane e focolai di tensione. Controllate voi stessi: il numero delle guerre e dei conflitti regionali e locali non è diminuito ... Oggi assistiamo al ricorso praticamente illimitato ed esagerato alla forza negli affari internazionali - alla forza militare, forza che sta sprofondando il mondo nell'abisso dei conflitti. ... Ne consegue che la forza per giungere ad una risoluzione complessiva di qualsivoglia conflitto diminuisce. Una composizione politica di tali conflitti sta diventando impossibile. Vediamo che i principi fondamentali della legge internazionale sono ignorati sempre di più. Cosa ancor più grave: ... l'intero sistema giuridico di un paese, e innanzitutto, ovviamente, quello degli Stati Uniti, oltrepassa i suoi confini nazionali in ogni area: economia, politica e questioni umanitarie, e tale legge è imposta su altri paesi. A chi va bene tutto questo?”.

Putin ha aggiunto: “il prevalere del fattore della forza alimenta inevitabilmente il desiderio di alcuni paesi di acquisire armi di distruzione di massa”. Questo esige dunque una riconsiderazione “dell'intera architettura della sicurezza globale”, per cercare un equilibrio tra gli interessi di tutti. Cina e India competono con gli USA nel “potere d'acquisto”, mentre Brasile, Russia, India e Cina insieme superano il PIL dell'UE. “Non c'è dubbio che il potenziale economico dei nuovi centri di crescita mondiale inevitabilmente si convertirà in influenza politica, rafforzando quindi la multipolarità”.

Putin ha toccato una serie di questioni di militari e di sicurezza, sostanzialmente reiterando la posizione russa a favore degli accordi vigenti per il controllo degli armamenti e la non proliferazione. Ha energicamente ribadito le obiezioni russe all'installazione di sistemi antimissile nell'Europa Centrale e lo stanziamento di “forze avanzate della NATO sui nostri confini”. Putin ha anche riproposto di nuovo la costituzione di centri internazionali per il trattamento dei carburanti nucleari per provvedere al fabbisogno dei paesi che sviluppano industrie nucleari proprie.

In conclusione Putin ha affermato: “Personalmente sento che i nostri partner, compresi quelli europei, fanno appello alla Russia affinché svolga un ruolo più attivo negli affari mondiali ... Non abbiamo davvero bisogno di essere incoraggiati e incentivati in tal senso. La Russia è un paese con oltre mille anni di storia e che ha quasi sempre goduto il privilegio di una sua politica estera indipendente. Non cambieremo questa tradizione oggi. Al tempo stesso vediamo benissimo come il mondo sia cambiato e valutiamo realisticamente le nostre capacità e potenzialità. Ed è ovvio che ci piacerebbe trattare con partner altrettanto responsabili e indipendenti, con i quali si possa cooperare nella costruzione di un ordine mondiale giusto e democratico, garantendo la sicurezza e la prosperità non solo per gli eletti, ma per tutti”.


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