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Bolla fianziaria: la minaccia dei “subprime”

26 febbraio 2006 – I “subprime” sono i mutui casa concessi a clienti meno sicuri e di conseguenza rappresentano un mercato ad alto rischio. Una volta concessi tali mutui le società che li emettono li girano rapidamente a banche e finanziarie che a loro volta li usano come base per emettere titoli da offrire ad investiori voraci come i fondi.
Si tratta del tallone di Achille della cosiddetta “industria finanziaria”, tanto che dallo scorso novembre sono ben 23 gli istituti del settore “subprime” che sono andati a fondo. La clientela che contrae mutui del genere ha già attraversato insolvenze in passato e sulla carta è disposta ad accollarsi interessi e penali da usura. La percentuale delle sofferenze e insolvenze è notevole e crescente e la crisi del settore si trascina da tempo. Nelle ultime settimane ha contagiato il mercato dei derivati emessi sui mutui subprime.

L’indice ABX — derivati creditizi/credit default swaps — è crollato il 22 febbraio come conseguenza di una caduta del subprime. L’agenzia di rating Moody ha fatto sapere che si prospetta una retrocessione di cinque istituti che concedono mutui subprime. Dal 18 gennaio l’ABX ha perso il 30%: un investitore che a gennaio doveva sborsare 389 mila dollari in derivati per assicurare, per un anno, 10 milioni investiti in obbligazioni low-grade, in data 23 febbraio doveva improntare 1,1 milioni nei derivati necessari allo stesso scopo. Questo è un riflesso diretto del crollo dei subprime. Occorre sottolineare che una situazione analoga in cui occorrevano swaps sull’insolvenza dei debiti nell’ordine di 1,1 milioni per ogni 10 milioni investiti si verificò nell’aprile-maggio del 2006 con la crisi dei bond di GM e Ford. A quel punto il mercato dei derivati saltò in aria con perdite nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari.

Moody ha reso noto il 21 febbraio di considerare una retrocessione delle affiliate alla New Century Financial Corp., secondo astro per grandezza nell’emissione di subprime, e di quattro altre finanziarie: NovaStar Financial, Ameriquest Mortgage, Accredited Home Lenders Holdings, e Winter. 24 ore più tardi la NovaStar ha annunciato una perdita nel quarto trimestre di 14,4 milioni di dollari e di conseguenza le sue azioni hanno perso in giornata il 43%.
Un pericolo riguarda in particolare le obbligazioni collaterali di debito (CDO) — un tipo tutto nuovo fiammante di derivato. Nel 2006 sono stati emessi 500 miliardi di CDO sulle obbligazioni subprime. Gli hedge funds affamati di alti rendimenti avrebbero acquistato il grosso di questi CDO emessi sul subprime e adesso alcuni di essi rischiano perdite da fallimento, come riferiva il 22 febbraio Bloomberg.
Secondo l’associazione banche ipotecarie Mortgage Bankers Association, i mutui subprime hanno raggiunto il 13,5% del volume totale dei mutui nel 2006, dunque una cifra complessiva superiore ai 1300 miliardi. In questo settore bancario più esposto nei subprime figurano colossi come la Honk Kong Shanghai Bank, storicamente legatissima alla Corona Inglese, che è il numero uno del settore negli USA.


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