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Accordo strategico sull'energia nell'Asia Centrale

15 maggio 2007 – La Russia e le repubbliche centroasiatiche stanno stipulando accordi per espandere la produzione e distribuzione di petrolio e gas. I presidenti di Russia, Kazakistan e Turkmenistan hanno sottoscritto il 12 maggio un accordo per lo sviluppo congiunto di un nuovo gasdotto lungo il Mar Caspio e per migliorare le strutture per il trasporto di petrolio e di gas dall'Asia Centrale all'Europa attraverso la Russia. I presidenti Vladimir Putin, Nursultan Nazarbayev (Kazakistan) e Gurbanguly Berdymukhammedov (Turkmenistan) si sono incontrati a Turkmenbashi, cittadina sul Caspio a cui è stato dato il nome del presidente turkmeno scomparso lo scorso dicembre. L'accordo conclusivo sarà ratificato definitivamente il 1 settembre. Il 9 maggio il presidente dell'Uzbekistan, Islam Karimov, aveva sottoscritto un accordo per il rinnovo delle condutture esistenti.
La nuova conduttura parte dal Turkmenistan per risalire la costa del Caspio nel Kazakistan per poi addentrarsi nel territorio russo. I lavori dovrebbero iniziare alla fine del 2008. Sia Kazakistan che Turkmenistan stanno inoltre considerando altri progetti di oleodotti e gasdotti per rifornire la Cina. Berdymukhammedov ha reso noto che il Turkmenistan sta inoltre studiando il progetto di un collegamento Trans-Caspio che passerebbe per il Caucaso meridionale. L'accordo costituisce un notevole passo in avanti nella cooperazione economica tra Russia e le repubbliche centroasiatiche. Il nuovo governo turkmeno ha manifestato grande disponibilità a tale cooperazione. In questa occasione Putin ha detto che è possibile aumentare l'esportazione di gas a 12 miliardi di metri cubi entro il 2012. “La Russia è pronta ad investire nella produzione di gas e nella rete delle pipeline. Le nostre imprese dell'energia hanno già concordato tali investimenti”, ha riferito Putin. Il ministro dell'energia russo Viktor Khristenko ha affermato che negli accordi raggiunti sono previsti investimenti per lo sviluppo dei giacimenti di gas.

Oleodotto Ucraina-Polonia

Mentre si svolgeva l'incontro di Turkmenbashi, si sono incontrati a Varsavia i presidenti di Polonia, Azerbaijan, Georgia, Lituania ed Ucraina ed il vice ministro dell'Energia del Kazakhstan, che hanno discusso le possibilità di ridurre la dipendenza energetica dalle forniture russe. L'incontro si è concluso con una risoluzione sulla sicurezza energetica in cui si raccomanda l'ampliamento dell'oleodotto tra Ucraina e Polonia Odessa-Brody, fino a raggiungere Danzica e Plock e altri progetti miranti a consolidare un corridoio di trasporto energetico tra Asia Centrale ed Europa attraverso il Caucaso Meridionale evitando il tal modo il transito attraverso la Russia. Il tema sarà ripreso in un incontro previsto in ottobre in Lituania.

Nucleare

Putin e Nazarbayev si sono incontrati il 10 maggio ad Astana per concordare un “Piano per iniziative congiunte tra Russia e Kazakistan” che, nelle parole di Nazarbayev “riguarda il nucleare, l'energia, la cooperazione regionale e umanitaria”. “La cooperazione per il petrolio e il gas è strategicamente importante, specialmente per il trasporto del petrolio del Kazakistan sui mercati mondiali, usando gli oleodotti russi e le raffinerie comuni. Il Kazakistan si impegna a trasportare gran parte del suo petrolio, se non tutto, attraverso il territorio russo”.
La cooperazione si estende inoltre ai settori aerospaziale, tecnologie militari, energia nucleare, commercio tra i due paesi, e grandi progetti di integrazione. I due paesi stanno realizzando un complesso spaziale a Baikonur per il lancio dei veicoli Angara capaci di portare in orbite basse un carico utile di 26 tonnellate. Attualmente la Russia ha un contratto di affitto del centro spaziale con il Kazakistan. Secondo fonti del Cremlino, citate da Itar-Tass, i due paesi estenderebbero la cooperazione anche nelle attività finanziarie. “Sono stati compiuti i primi passi per realizzare i progetti della Banca di Sviluppo Eurasiatico, che è stata istituita su iniziativa dei presidenti dei due paesi nel 2006. La banca russa Vneshekonombank sta attivamente cooperando con la controparte kazaka”, sostengono le fonti del Cremlino.
Infine Putin e Nazarbayev hanno concordato la costruzione di un centro di arricchimento dell'uranio per impianti nucleari civili ad Agarsk, nella Siberia orientale. Il centro, che dovrebbe cominciare a funzionare regolarmente nel 2013, sarà anche attrezzato per lo smaltimento delle scorie nucleari. Putin ha affermato che le due parti “considerano questo documento come il primo passo nella realizzazione delle nostre iniziative per creare un'infrastruttura globale per l'energia nucleare”. Il documento è stato sottoscritto da Sergei Kiriyenko, direttore dell'Ente federale russo per l'energia nucleare e dal ministro dell'Energia kazako Baktykozha Izmukhambetov. “Insieme al Kazakistan siamo in possesso dell'intera catena tecnologica che parte dalla produzione dell'uranio fino al prodotto finale, l'uranio poco arricchito”, ha affermato Kiriyenko. Il Kazakistan dispone del 15% delle riserve mondiali di uranio, mentre la Russia ha il 45% delle capacità di arricchimento dello stesso. Kiriyenko ha affermato che ogni paese può aderire al progetto sottoscrivendo un analogo accordo intergovernativo. L'impianto di Angarsk è in grado di coprire il fabbisogno di uranio dei prossimi anni ed è possibile realizzare impianti simili. Armenia e Ucraina sono interessati al progetto, ha detto il ministro.
La proposta russa per i centri di arricchimento dell'uranio, lanciata l'anno scorso, dovrebbe consentire alle nazioni un accesso “trasparente” alla tecnologia nucleare civile, evitando così possibili dubbi su programmi militari. La Russia ha presentato la proposta anche all'Iran.

Il Giappone ci sta

Il 14 maggio il presidente della Commissione Atomica Giapponese Shunsuke Kondo ha annunciato il sostegno del Giappone all'idea dei centri internazionali di arricchimento dell'uranio concordati nell'incontro tra Putin e Nazarbayev. Il Giappone saluta in particolare la separazione delle strutture per il nucleare civile da quello mitare in Russia. Kondo ha infatti affermato che "in passato il mondo del nucleare russo era un unico blocco. Da parte russa sono stati compiuti sforzi notevoli per dividere queste due funzioni". Il Giappone è in particolare interessato alla tecnologia dei reattori autofertilizzanti nella quale i russi hanno fatto notevoli progressi, perché produce plutonio che può essere impiegato come combustibile nucleare. Il Giappone ha 53 impianti nucleari che generano il 30% del fabbisogno energetico del paese. L'obiettivo del Sol Levante è arrivare al 40% entro il 2030.


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