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Sfida contro Londra: in Germania parte una regolamentazione dei fondi

15 maggio 2007 – Come generalmente previsto, l'incontro dei ministri delle Finanze svoltosi a Bruxelles l'8 maggio non ha raggiunto alcun accordo per arginare il fenomeno dei fondi locuste. Secondo notizie trapelate alla stampa, i diplomatici tedeschi e di altre nazioni avrebbero attribuito il nulla di fatto “al sabotaggio diplomatico da parte dell'Inghilterra, dove in effetti è registrata la stragrande maggioranza dei fondi”.

Il ministro delle Finanze tedesco Steinbrueck ha ribadito dopo l'incontro di Bruxelles che il suo governo mantiene l'impegno a favore di una regolamentazione, anche perché “molti attori sul mercato vogliono anch'essi qualche controllo”, e si è dunque detto ottimista che ad un certo punto tra i governi dell'UE e del G-8 si arriverà a concordare un codice di condotta per i fondi. Mentre Steinbrueck parlava a Bruxelles, dal suo ministero a Berlino giungevano segnali ai mezzi d'informazione sulla determinazione tedesca a non attendere gli altri paesi per compiere i primi passi verso una legge nazionale “per proteggere l'industria dai fondi”.

Il 10 maggio il funzionario del ministero delle Finanze Joerg Asmussen ha indicato alla stampa che si considerano regole che obbligheranno gli investitori a rivelare la propria identità, rendere note le proprie riserve di capitale effettive, i crediti contratti con forte rapporto di indebitamento e l'identità dei loro creditori. Questo dovrebbe condurre ad eliminare l'anonimato con il quale operano i fondi e soprattutto dovrebbe gettare luce sulle “operazioni concertate” da parte di molti di essi, che danno loro il vantaggio della sorpresa.
La nuova legge dovrebbe comprendere l'obbligo di informare preventivamente amministratori e azionisti di ambedue le parti sulle scalate in corso. L'urgenza della nuova legge è sottolineata dal recente caso della Deutsche Telekom, alla quale il fondo locusta Blackstone sta imponendo una nuova strategia di outsourcing che punta ad eliminare 50 mila posti di lavoro.

A questo caso si aggiungono diverse scalate di società avvenute in Svizzera. Il quotidiano elvetico Tagesanzeiger riferiva il 9 maggio che “gli speculatori hanno appena iniziato le scalate”, enormi capitali si riversano in Svizzera, e poi quando “le fantasie industriali degli speculatori scoppieranno ne resteranno vittima migliaia di dipendenti”. Si passava quindi a menzionare il caso di Converium, una delle massime imprese di riassicurazione elvetica, che rischia di cadere nelle mani della rivale francese Scor che, sostenuta dalle locuste, ha potuto rastrellare da febbraio il 33 percento delle azioni Converium. Si parla inoltre dei rischi per la Zurich Financial, altra grande riassicuratrice elvetica, di finire fagocitata. Il mega miliardario Warren Buffett avrebbe detto al quotidiano finanziario svizzero Finanz & Wirtschaft di avere i suoi radar puntati sul settore assicurazioni e riassicurazioni. La Merrill Lynch ha recentemente messo gli occhi su Julius Baer, una delle maggiori banche private svizzere. Gli investitori locuste stanno riversando capitali nell'acquisizione di Sulzer, il gigante svizzero dell'ingegneria, spalleggiati da fonti interne alla Zuercher Kantonalbank, una banca pubblica che per anni è stata la banca di fiducia della Sulzer. Forti proteste pubbliche di questo fatto hanno condotto alle dimissioni di molti amministratori della banca, e di conseguenza anche in Svizzera si fa strada la necessità di misure di regolamentazione sulle quali il parlamento dovrebbe aprire delle audizioni.


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