Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

La Russia respinge le provocazioni “imperiali”

4 giugno 2007 – In una serie di dichiarazioni, di interviste e di resoconti la leadership politica russa ha respinto in maniera netta e categorica la politica delle provocazioni seguita da Washington, a cominciare dallo stazionamento delle batterie missilistiche in Europa orientale e dal baccano massmediale sulle presunte violazioni dei diritti umani. Al proposito LaRouche ha notato che i russi non stanno semplicemente rispondendo a delle provocazioni premeditate, ma all'impostazione generale dell'amministrazione Bush-Cheney e alla tendenza generalmente dominante nella politica americana dalla scomparsa di Franklin D. Roosevelt.
I principali moniti lanciati da Mosca:
* Il 31 maggio l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vitali Churkin ha respinto la proposta USA-UE di emendare la risoluzione elaborata da Marti Atisaari che concede l'indipendenza di fatto al Kosovo. Churkin ha dichiarato: “Non è nostra intenzione lavorare col il testo proposto da USA ed UE ... contiene emendamenti puramente cosmetici che non rispondono in alcun modo alle preoccupazioni di fondo della Russia”. A chi gli ha chiesto se questo implicherà il ricorso al veto, come riferisce RIA Novosti, il diplomatico ha risposto “lei mi ha letto nel pensiero”.
Mikhail Kamynin, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha affermato: “La nuova versione della proposta di risoluzione ci lascia insoddisfatti”. “Vogliamo che i negoziati continuino e che si trovi una soluzione che soddisfi ambedue le parti”, cioè i Serbi e gli Albanesi del Kosovo, riferisce Interfax.
* A proposito della montatura del caso Litvinenko creata dall'Inghilterra, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha notato come tale vicenda non può che influire negativamente i rapporti bilaterali. “L'influenza si sente perché vediamo come da parte britannica si stia cercando di usare una faccenda di diritto penale, che merita un'indagine condotta professionalmente, per rilanciare una campagna politica”.
* Il 1 giugno sono stati nuovamente criticati i piani USA-NATO di installare basi missilistiche in Europa orientale. Il Presidente Putin ha affermato che con questo gli USA intendono iniziare una nuova guerra fredda e che la Russia dovrà rispondere con i necessari preparativi per la difesa. Il quotidiano Kommersant ha citato il 31 maggio l'analista moscovita Ivan Safranchuk secondo il quale i nuovi missili RS-24 appena collaudati dalla Russia “possono portare diverse testate ciascuno, così la Russia sarà in grado di mantenere la sua parità strategica con gli Stati Uniti ... Se la Russia riuscirà a produrne 20 ogni anno, entro il 2015 avrà di nuovo 2000 testate”.
* Il 24 e 31 maggio l'esperto di Novosti Andrei Kislyakov ha pubblicato due puntate sui programmi per costruire sistemi militari orbitanti, negli anni Cinquanta e Ottanta, sotto il titolo “Nuove guerre richiedono nuove armi”. Anche se Krusciov e Gorbaciov limitarono o abbandonarono aspetti di quei programmi, la ricerca è comunque andata avanti. Dunque, conclude Kislyakov, “il concetto di sistemi militari orbitanti è sempre lì e la Russia può rimetterlo in cantiere in ogni momento”.
* Il 29 maggio Putin ha rinnovato il suo monito: “Il dispiegamento degli elementi di difesa missilistica USA” in Europa “sta trasformando il continente in una polveriera”. A conclusione dell'incontro con il premier portoghese Jose Socrates incontrato quel giorno Putin ha inoltre dichiarato alla Itar-Tass: “Ho fatto notare al Primo Ministro alcune preoccupazioni su iniziative e piani dei nostri colleghi occidentali. Esse riguardano la loro mancanza di disponibilità a ratificare il modificato Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa (CFE) ed i piani per dispiegare elementi di difesa antimissile in Europa orientale”. Putin ha aggiunto :”Riteniamo che sarebbe nocivo e pericoloso trasformare l'Europa in una polveriera da riempire con armamenti di nuovo tipo. Questo creerebbe nuovi rischi non necessari all'intero sistema dei rapporti internazionali ed europei”.
* La rivista tedesca Der Spiegel ha pubblicato il 4 giugno un'intervista a Putin in cui il presidente russo denuncia il pericolo di guerra. “Il bilancio strategico è turbato” dai piani USA di stazionare difese missilistiche in europea orientale. “Intendono creare una barriera protettiva contro qualcosa che non esiste”, ma la Russia è costretta a reagire ai piani statunitensi che, ha detto Putin, “acuiscono il rischio che si inneschi un conflitto nucleare”.

Il presidente Vladimir Putin al G-8

In un'ampia intervista rilasciata a diversi mezzi d'informazione in occasione del vertice del G-8, pubblicata il 4 giugno, il presidente russo Vladimir Putin è stato esplicito sulle valutazioni di Mosca delle provocazioni occidentali. Ai corrispondenti del Times, Kommersant, Corriere della Sera ed altre testate Putin ha detto: “Se il potenziale nucleare americano si allarga al territorio europeo noi dovremo darci nuovi bersagli in Europa. Spetta ai nostri militari la definizione di questi bersagli”. A proposito dello scopo dei sistemi USA installati in Europa orientale: “Ci dicono che la difesa serve contro i missili iraniani, ma non esistono missili iraniani con la gittata necessaria. Allora diventa evidente che queste novità riguardano noi russi.” Ha aggiunto che questi sistemi vengono “installati per proteggere da qualcosa che non esiste. Non è un po' buffo? Sarebbe buffo se non fosse una cosa così grave”. Ha infine spiegato che il motivo reale di tali armi è provocare una rappresaglia della Russia ed in tal modo “evitare un ulteriore ravvicinamento tra Russia ed Europa”.
Putin ha affermato di desiderare “la cooperazione e non lo scontro” ed ha invitato “i nostri amici americani a riconsiderare le proprie decisioni ... non possiamo essere responsabili dei passi che siamo costretti a prendere perché non siamo noi ad iniziare la corsa al riarmo in Europa ... Avremo bisogno di disporre di sistemi capaci di penetrare i sistemi di difesa missilistica [USA] ... Di quali mezzi abbiamo bisogno per colpire obiettivi che i nostri militari ritengono una potenziale minaccia - missili balistici o cruise, o qualche altro nuovo sistema d'arma? ...”
“Abbiamo ritirato gli arsenali pesanti dietro gli Urali e ridotto le truppe di 300 mila unità. Che cosa abbiamo in cambio? Vediamo che l'Europa occidentale riempirsi di nuove attrezzature, due postazioni in Bulgaria e Romania, radar nella Repubblica Ceca e sistemi missilistici in Polonia. Che cosa sta succedendo? Il disarmo unilaterale della Russia.”
Sul caso Logvoy-Litvinenko Putin ha detto: “A prescindere dall'angolatura in cui lo si considera, questo problema è una grande stupidità senza senso. Non ci vedo un unico elemento positivo. E' una sciocchezza completa”.
In un'altra intervista al corrispondente del Times Putin ha detto: “Non sono diventato presidente della Federazione Russia per condurre il nostro paese sull'orlo della catastrofe ma per andare in una direzione opposta. Ovviamente io sono un democratico puro e completo. Ma il problema è che - e non è solo un problema, ma una tragedia - è che sono solo. Non ci sono democratici puri al mondo. Dall'epoca di Mahatma Gandhi non ce n'è stato nemmeno uno”.
Criticando l'idea di un'entrata dell'Ucraina nella NATO Putin ha riferito una vecchia battuta su Erich Honecker, il dittatore della Germania comunista. Il telefono diretto con Mosca sulla sua scrivania si riconosceva facilmente tra tutti gli altri perché aveva la cornetta mozzata, aveva solo l'auricolare. “Adesso la NATO funziona allo stesso modo, solo che all'altro capo del telefono c'è Washington”.
Putin ha inoltre commentato la proposta di espellere la Russia dal G-8 perché non è “democratica” definendola “un'altra grande sciocchezza”. “Non facciamo gli ipocriti sui diritti umani e le libertà democratiche ... Guardiamo a quello che succede nell'America del Nord. E' orribile - le torture, i senza tetto, Guantanamo, gente detenuta senza alcun regolare processo”. In Europa “vediamo le violenze contro i manifestanti, il ricorso ai lacrimogeni per disperderli”.

La risposta cinese ai piani BMD degli USA

Il problema dei sistemi di difesa antimissilistica (Ballistic Missile Defence, BMD) è stato sollevato anche nel corso del dialogo asiatico sulla sicurezza svoltosi il 3 giugno a Singapore. Il generale cinese Zhang Qinsheng, vice capo di stato maggiore dell'Esercito di Liberazione del Popolo, ha dichiarato che un ampliamento del programma BMD che USA e Giappone stanno seguendo congiuntamente susciterà una reazione da parte cinese. “Ci preoccupa perché dispiegamenti di questo tipo destabilizzano la regione asiatica del Pacifico e creano incertezze sulla stabilità a sulla pace della regione”, ha detto il gen. Zhang. Del programma BMD si discute anche questa settimana a Tokyo, nell'incontro tra Giappone e Australia. Presente a Singapore, il capo del Pentagono Robert Gates ha minimizzato: “I sistemi di difesa antimissile che pianifichiamo sia sul nostro territorio sia all'estero sono concepiti contro i missili balistici o armi di distruzione di massa che possono essere acquisiti da stati o governi canaglia, o gruppi terroristici”. Ha detto che non sono mirati ad indebolire le difese della Cina. “I mezzi di cui parliamo non sono progettati per le minacce su vasta scala come potrebbero essere poste dalla Russia o dalla Cina”. “Ci piacerebbe discutere con loro sulle capacità e caratteristiche tecniche di questo sistema e i suoi limiti”.


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà