Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

La conferenza “di pace” dell'amministrazione Bush rischia di innescare una guerra dei cent'anni tra Sunniti e Sciiti


6 agosto (LPAC) - Stando ad esperti di Washington, la regione che comprende il Golfo Persico e il Mediterraneo orientale corre il rischio di diventare il teatro di scontri a non finire come conseguenza della strategia di costituire un blocco Sunnita da contrapporre agli Sciiti iraniani. Questa é la strategia a cui lavora alacremente il vice presidente Dick Cheney, almeno da quando si recò in missione a Riad nel novembre 2006. Secondo alcune fonti, l'amministrazione Bush avrebbe respinto le raccomandazioni fatte dal gruppo di studio sull'Iran di Baker e Hamilton, specialmente quella sull'opportunità di indire una conferenza regionale per studiare una soluzione alla crisi irakena, ed in tal modo non ha fatto che rilanciare la crisi che sta dilaniando la regione.
Il 7 agosto il ministro della Difesa Bob Gates e il Segretario di Stato Condi Rice hanno presentato al presidente un rapporto sui loro viaggi in Medio Oriente. L'amministrazione Bush, fa notare un esperto, desidera disperatamente creare, nel giro dei prossimi 12 mesi, una sorta di Stato Palestinese in una qualche parte della Cisgiordania. Ma questo viene ovviamente visto come tentativo di lasciare una “eredità Bush”, una cosa che ha ben poco a che fare con il rendere giustizia al popolo Palestinese. La “conferenza di pace”, così mal concepita, ha come premessa un accordo con Israele secondo cui aspetti essenziali di una soluzione definitiva del conflitto israeliano-palestinese non saranno nemmeno sollevati. Tra questi c'è il diritto dei Palestinesi a fare ritorno sui territori d'origine, i confini definitivi di uno stato Palestinese e il riconoscimento di Gerusalemme come capitale sia di Israele che della Palestina.
Se questi temi non vengono posti sul tavolo, una conferenza di pace è un fallimento in partenza e gli stati arabi che decidono di prestarsi ad una tale farsa rischiano di attirarsi solo nuovi grattacapi, e questo vale soprattutto per Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità Palestinese. Altre fonti indicano come il grosso degli aiuti inviati all'Autorità Palestinese serva solo alle spese di sicurezza, dovrebbe cioè servire a creare forze militari e di polizia capaci di reprimere Hamas.
Intanto, gli osservatori sottolineano altri punti caldi da tenere sotto controllo nella regione:
* La situazione interna all'Iraq precipita rapidamente, tanto che gli USA tramano ormai apertamente per rovesciare il governo di Al-Maliki. La diminuzione degli attacchi contro i soldati americani da parte dei Sunniti è in gran parte dovuto ad un accordo raggiunto con l'Arabia Saudita in cui i chierici Wahhabi hanno cooptato capi tribù Sunniti in Iraq affinché concentrino i loro attacchi contro l'Iran e gli Sciiti in Iraq, lasciando in pace le forze americane d'occupazione. Inoltre, presto si terrà un referendum a Kirkuk, nel Nord ricco di petrolio, per decidere se la cittadina entrerà a far parte della regione Curda. I Curdi hanno già effettuato operazioni di pulizia etnica ai danni degli Arabi iracheni, accendendo la miccia di una deflagrazione che non avrà solo effetti interni ma proietterà la Turchia nel bel mezzo dei conflitti che dilaniano l'Iraq.
* Anche in Libano la situazione si sta aggravando con l'esplosione di violenze tra fazioni settarie molto ben armate. Secondo alcuni analisti, l'Iran avrebbe incoraggiato la Siria ad alimentare la crisi libanese come espediente per contrastare la strategia statunitense mirante a costruire un unico grande blocco Sunnita in funzione anti iraniana. Ll'Iran si vede costretto a dare una risposta “asimmetrica” a tale strategia americana.
In breve, la situazione nell'intera regione è sul punto di esplodere ed è certo che Cheney e la sua cordata nell'amministrazione Bush stanno cercando solo la prima scusa per scatenare il bombardamento dell'Iran, forse già prima della fine di agosto.


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà